-Non è la persona che credi, Harry. Dico sul serio.-
Guardai il mio migliore amico negli occhi, cercando di comunicare con lo sguardo la sicurezza con cui avevo condotto le mie spiegazioni su Jason.
-Non mi capacito del fatto che tu ti stia così impegnando per difendere quel figlio di puttana.-
Sospirai e mi ritrassi, appoggiando la testa sul muro della sala da ballo. Eravamo ancora lì dopo tutto il casino che era successo e non avevo idea di che ora fossero. Nemmeno lo stomaco aiutava, perché, rigirato com'era, non aveva né borbottato, né dato segni di fame, ma ero comunque abbastanza sicura che l'ora di pranzo fosse già passata da un pezzo. Il labbro di Harry, dopo le medicazioni, non sanguinava più e anche lui si era incredibilmente calmato. Forse, aveva capito di aver avuto una reazione al di fuori del normale, così come gli era capitato altre volte, e aveva anche intuito di avermi spaventata. Dopo i vari cerotti, i suoi occhi erano tornati del loro verde limpido e anche la sua voce era tornata quella di sempre, ma ero perfettamente consapevole che si era tranquillizzato solo per non farmi piombare nel mutismo, cosa che mi caratterizzava totalmente quando mi si metteva alle strette. Percepivo il suo sospiro forzatamente lento, i muscoli tesi, la mascella serrata.
Nonostante questo, mi ero alla fine convinta a dire su Jason, semplicemente, la verità, a raccontare tutto quello che era successo dall'inizio, dalla partita Sheffield-Doncaster al Cask Corner, dall'incontro fortuito in Polveriera alla sorpresa nell'ufficio della Pichler. Tralasciai solo l'ultima frase che Jason mi aveva sussurrato all'orecchio, non avendola per prima ancora metabolizzata. Harry era rimasto tutto il tempo in silenzio, con lo sguardo fisso sulla parete opposta della palestra, quasi senza battere ciglio.
-Non ti ho raccontato tutto questo per giustificarmi, Harry.- replicai senza peli sulla lingua. Era la verità. Avevo dato spiegazioni solo per non far sembrare le cose peggiori di come erano in realtà, ma non avevo detto niente per giustificarmi. Ero, nonostante l'ultima discussione avuta con Jason, sicura di quello che avevo fatto e non mi sentivo nemmeno più di pentirmene.
Per la prima volta, Harry si girò a guardarmi e alzò le sopracciglia, quasi sorpreso nel sentirmi rivolgere a lui in quel modo.
-Come hai detto, prego?-
Ricambiai lo sguardo e lo sostenni, per niente incline a cambiare tono.
-Ti ho raccontato come sono andate le cose. Sì, è vero. Ho fatto una cazzata terribile a non dire tutto subito a Louis, ma è successo solo perché avevo paura della reazione che avrebbe potuto avere nei suoi confronti. E, a giudicare da quella che hai avuto tu, ho fatto più che bene.-
Ancor più incredulo, Harry si sporse sulla panca, appoggiò i gomiti sulle ginocchia e congiunse le mani, tenendo gli occhi fissi piantati sui miei. Non era esattamente da me replicare in quel modo, specie nei confronti del mio migliore amico, che, come sapevo, odiava essere contraddetto.
-Desi, ti avverto. Se pensi di poter rispondere da splendida a me o ad uno degli altri senza conseguenze, ti sbagli di grosso. Vedi di abbassare i toni perché tra cinque minuti ti ritrovi sulle mie gambe, hai capito?-
Ammutolii. Il suo tono di voce era estremamente calmo, ma nei suoi occhi era passato uno scatto di rabbia che avrei fatto meglio a non far riapparire. Sì, sapevo perfettamente che sulla disciplina non si transigeva in presenza di Louis, Harry, Niall, Liam o Zayn e l'avevo sperimentato tante volte da quando ero piccola, visto che, in fondo, mi avevano cresciuta loro, ma appena Harry pronunciò quelle parole non riuscii a deglutire il groppo che mi era appena salito in gola e rimasi in silenzio.
-Molto bene, ci siamo capiti.- annuii Harry dopo qualche secondo e mi si avvicinò, accovacciandosi davanti a me sulle ginocchia e prendendomi le mani. Abbassai gli occhi sui suoi e notai che avevano già un velo di dolcezza in più.
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Your Help ║Louis Tomlinson [𝐈𝐍 𝐑𝐄𝐕𝐈𝐒𝐈𝐎𝐍𝐄]
Fanfic"-Vieni qui.- disse dopo qualche secondo, con lo stesso tono autorevole che avrebbe usato con una delle piccole, piantando il suo sguardo sul mio. Rimasi immobile respirando piano. - Desi, hai già fatto vacillare abbastanza la mia pazienza. Vieni fo...