Capitolo 18

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- Avanti, piccola, andiamo.-

Louis si staccò piano da me, sciogliendomi da quell'abbraccio confortante in cui mi aveva tenuta stretta per cinque minuti buoni. Mi prese il viso tra le mani e schioccò un piccolo bacio sulla mia guancia.

Quella giornata non sarebbe dovuta finire così: nelle mie aspettative, Doncaster avrebbe dovuto stracciare Sheffield, tutti avrebbero portato Louis in trionfo, Jason avrebbe dovuto ritirarsi dalla faccia della Terra e io e Louis, per festeggiare, avremmo fatto l'amore tutta la notte. Chiedevo tanto?

"A quanto pare sì" pensai, mentre Louis mi trascinava fuori dallo spogliatoio.

Man mano che ci avvicinavamo all'uscita, le urla concitate e i numerosi e forti rumori di passi si fecero sempre più nitidi alle nostre orecchie e mi resero abbastanza chiaro che la partita era finita. Sapevo che Louis moriva dalla voglia di sapere come si fosse conclusa, ma probabilmente la preoccupazione di mettermi al sicuro aveva preso le sembianze di un martello che continuava a sbattere nella sua testa e questo lo percepivo da come si guardava attentamente intorno, stringendomi forte la mano come se non volesse lasciarmi a nessun costo.

- Louis, piano.- dissi arrestando i miei passi e facendo una smorfia di dolore sentendo la stretta della sua mano che comprimeva nervosamente la mia. - Riesco a camminare anche senza il tuo aiuto.-

A giudicare dal suo silenzio, si sarebbe detto che non mi avesse nemmeno sentita, ma, conoscendolo, mi aveva sentito eccome e per questo strinse ancor di più la sua presa d'acciaio sulla mia, senza degnarmi nemmeno di uno sguardo.

Mentre camminavamo per i corridoi infiniti di quel palazzetto ebbi modo di guardarmi un po' intorno e non mi sorpresi più di tanto nel constatare che molte delle foto appese ai muri ritraevano il sorriso di sbieco di Louis, sempre davanti al resto della squadra.

Strizzai un po' gli occhi per guardare meglio una foto bellissima che non avevo mai notato , dove, al termine di quella che era stata la partita vincente del campionato 2013-2014 Doncaster – Huddersfield, Louis mi aveva presa in braccio dopo che ero scesa di corsa giù dai gradoni e mi ero buttata su di lui.

Stavo per chiedere a Louis di fermarsi e di spiegarmi il motivo di quella nostra foto attaccata al muro, ma lui si bloccò prima che potessi aprire bocca.

- Ma porca puttana.- disse sottovoce. Mi schiantai piano contro la sua schiena visto che si era fermato senza che me ne accorgessi e mi alzai subito sulle punte per vedere oltre le sue spalle cosa fosse successo.

-Ah, bene! Ciao carino.-

La voce di Jason mi giunse alle orecchie fastidiosa come una grattata di unghie su una lavagna e sospirai piano. Non volevo che facessero di nuovo a botte, specie lungo un corridoio deserto dove nessuno sarebbe potuto venire ad aiutarmi per separarli.

Tirai piano la manica della felpa di Louis per richiamare la sua attenzione e per suggerirgli di prendere un altro corridoio per raggiungere l'uscita, ma Jason decise che doveva per forza dare aria alla bocca.

- Segnati bene la data di oggi sul calendario come il giorno in cui non mi hai battuto, zuccherino. Abbiamo vinto 98 a 67. Un po' scarsina la tua squadra, non credi?-

Prima che riuscissi ad impedirgli di aprire bocca, Louis iniziò a rispondere con aria da superiore come suo solito.

- Fai poco il gradasso, Jason. Ti sei dovuto abbassare al livello di farmi cacciare dal campo perché sapevi che contro di me non avresti mai vinto. Il fatto che tu abbia vinto questa partita, non ti rende un giocatore migliore, sappilo.-

Your Help ║Louis Tomlinson [𝐈𝐍 𝐑𝐄𝐕𝐈𝐒𝐈𝐎𝐍𝐄]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora