Capitolo 41

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Il capitolo è interamente incentrato sullo spanking, con descrizioni particolareggiate. Non c'è violenza, visto che entrambi i personaggi sono consenzienti, ma se il genere non dovesse piacervi, passate al prossimo🖤

-Spero che durante questi venti minuti tu abbia pensato molto bene ai tuoi errori.-

Sentii la sua mano passarmi sulle natiche. Il cuore inizió a battere un po' piú velocemente. Non ci avevo propriamente riflettuto su, ero troppo impegnata a cercare di controllare l'ansia.

Mi strinse entrambi i glutei e sentii subito il calore del suo palmo scaldarmi la pelle fredda.

Cercai di continuare a regolare il mio respiro. Il suo tocco era come una brace e le sue dita sembravano bruciare a contatto con il mio sedere, esposto al freddo per troppo tempo. I suoi movimenti leggeri ma decisi continuarono per un minuto, in totale silenzio. In circostanze normali mi avrebbero rilassato, ma in quel momento era impossibile sapendo che servivano per prepararmi il sedere alle sue sculacciate.

Con le dita mi tiró indietro il bacino e dovetti inclinarmi leggermente per mettergli maggiormente a disposizione le natiche. Chiusi gli occhi e cercai di non iperventilare mentre si posizionava di fianco a me per stringermi meglio il sedere. Capii che stava valutando le condizioni dopo le sculacciate di Harry. Ero sicurissima che i segni erano ancora lí, sebbene mi fossi dimenticata di controllare allo specchio, perché la mia pelle diafana difficilmente dimenticava, soprattutto le ustioni e, ovviamente, i colpi dei miei migliori amici quando li facevo incazzare.

Mi tiró una veloce pacca sulla natica destra e capii che aveva finito.

-Dritta- mi ordinó.

Sospirai e mi rimisi in posizione, aspettando i nuovi comandi.

Si era posizionato di nuovo dietro di me, a braccia incrociate. Il suo tono mi era sembrato calmo, ma era una tranquillitá spietata, fredda, di chi presto mi avrebbe posizionata sulle sue gambe per sculacciarmi a lungo. Sapevo che il contesto glielo richiedeva. Dall'inizio del corner time iniziavano le regole del gioco, un gioco a cui entrambi avevamo deciso di partecipare, nel quale io mi sottomettevo volontariamente a lui, accettando ció che sarebbe arrivato.

-Stai ben attenta perché ora ti spiegheró come funziona la tua punizione.-

Sbattei velocemente le palpebre, ancora con gli occhi fissi al muro, e cercai di concentrarmi. Sapevo di non potermi concedere il lusso di non ascoltare o capire le regole perché sarebbe potuta finire ancor peggio.

-Primo. Rimarrai lí contro il muro ancora per un po', quindi trova una posizione comoda.-

Espirai lentamente.

-Secondo. Appena avró finito di parlare, inizierai ad elencarmi ad alta voce tutti gli errori che hai fatto dal giorno della prima partita e tutte le regole a cui non hai obbedito. Voglio sentire chiaramente ogni parola.-

Mi morsi le guance.

-Terzo. Sai giá che in questa casa ad ogni regola non seguita corrispondono dieci sculacciate. Io so giá qual è l'ammontare delle tue, ma voglio essere sicuro che lo sappia tu. Per ogni errore dimenticato nell'elenco, aggiungeró dieci sculacciate.-

Chiusi nuovamente gli occhi. Ero nei guai fino al collo.

-Ti sculacceró sulla mia gamba. Quando te lo diró io, potrai staccarti dal muro e senza fiatare ti sdrai sopra di me. La posizione la sai?-

Scossi la testa.

-Gambe divaricate. Una di qua e una di lá sulla mia gamba. Dopo ogni sculacciata devi inarcare la schiena e sollevare bene il culo, altrimenti si rinizia daccapo.-

Your Help ║Louis Tomlinson [𝐈𝐍 𝐑𝐄𝐕𝐈𝐒𝐈𝐎𝐍𝐄]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora