Capitolo 39

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-Uno.- 

Espirai lentamente il fiato dalle labbra, cercando di evitare che le lacrime uscissero definitivamente dalle palpebre. Non potevo piangere, non in quel momento. Il secondo colpo non si fece attendere e fu così forte che le punte dei piedi si alzarono per l'impatto. Non ce la facevo più e una lacrima mi rigò il volto. 

Rimasi in silenzio più del necessario.

-Desi?- 

-Due.- 

Mi schiarii la gola, cercando di darmi un contegno. Probabilmente Harry aveva intuito che stavo combattendo contro il bisogno di alzarmi e di mettermi a piangere tra le sue braccia, quindi si fermò per qualche secondo, dandomi il tempo di respirare.

Sentii la sua mano avvicinarsi alle mie natiche e accarezzarle piano, con le dita. Sapevo che i segni dei suoi colpi erano lì e che ci sarebbero rimasti per vari giorni. Nonostante la frequenza delle punizioni nel corso degli anni, la pelle non si era mai abituata e rimaneva marchiata di rosso anche per settimane. D'altronde, nemmeno io ero riuscita ad abituarmi.

Sentivo sempre un mix di emozioni, tra la rabbia, la vergogna, la voglia di urlare, il bisogno di essere punita. Non mi spiegavo il perché dei sentimenti contrastanti che provavo. L'unica cosa certa era che dopo mi sentivo sempre meglio, come se fosse il passaggio necessario per non essere più in colpa con me stessa. Non sapevo se i ragazzi fossero a conoscenza di questo, ma non mi ero mai azzardata a confessarlo, ovviamente.

Harry ritornò in posizione di fianco a me e arrivò anche il terzo colpo, forte come gli altri. L'avevo mosso a compassione fino ad un certo punto, non abbastanza per attutire la forza delle sue sculacciate. 

-Tre.- risposi subito. Ormai stavano per finire.

Sentii la mano sinistra di Harry stringermi all'improvviso il fianco destro. Mi aveva avvolto con un braccio e mi teneva ancor più vicina e più forte a lui. Strinsi gli occhi, sapendo che il quarto colpo sarebbe stato difficile da digerire. 

Mi alzai di scatto, sentendo la natica destra bruciare improvvisamente in un modo lancinante. 

-Porca puttana, Harry.- mi uscì dalle labbra. Il suo braccio, però, mi tenne giù e non riuscii a liberarmi dalla sua stretta prima che anche il quinto colpo arrivasse sulla natica sinistra, forte quanto il precedente.  

D'istinto cercai di strattonarlo via, ma mi liberò e la mia mano sferzò il vuoto. Sentivo il petto andare su e giù e mi appoggiai di nuovo al tavolo per rallentare il respiro. Voltai lo sguardo verso Harry. Mi stava dando le spalle e aveva preso una bottiglietta d'acqua dal mini-frigo della taverna, per poi venire verso di me e porgermela.

Le sue maniere gentili e i suoi modi dolci, alla fine, non venivano mai meno con me, anche dopo avermi punita. Scossi comunque la testa e mi rialzai, guardandolo mentre apriva la bottiglietta per sé e ingoiava in fretta un paio di sorsi.

La lanciò sul divano e mi fece cenno con la mano di avvicinarmi. Non risposi al suo ordine. Le natiche bruciavano e ancor di più per il senso di vergogna che era salito all'altezza delle guance, che sapevo essere tinte di rosso.

-Perché me le hai date così forti?-

Harry sbuffò e alzò gli occhi al cielo.

-Non pensavi di meritarle, Desiree?-

Alzai una spalla.

-Penso di essere stato molto gentile invece, non lamentarti.-

Si mise a sedere sul divano e mi fece di nuovo cenno di andarmi a sedere sulle sue gambe.

-Gentile? Sei serio? Harry non voglio farti arrabbiare di nuovo, ma te l'ho già detto in palestra. L'unica cosa di cui mi pento è di non avervi detto subito quello che stava accadendo. Non mi pento di Jason.-

Your Help ║Louis Tomlinson [𝐈𝐍 𝐑𝐄𝐕𝐈𝐒𝐈𝐎𝐍𝐄]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora