Capitolo 22

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Stavamo oramai girovagando per le stradine del centro di Doncaster da una mezz'oretta e le cose stavano andando.. Beh, stavano andando bene. Avevamo parlato dei nosti film preferiti, dei libri che avremmo potuto rileggere all'infinito, della mia scuola di danza e la nostra conversazione stava iniziando a virare verso il basket. Gli raccontai che era stato mio padre ad indirizzarmi verso quello sport e che la mia passione era accresciuta parecchio da quando avevo conosciuto Louis.

-Tu, invece? Quando hai iniziato?- chiesi a Jason mentre calciavo un sassolino per la strada.

Lui sorrise e si portò la mano destra dietro al capo (come avevo notato, lo faceva spessissimo).

- Mia madre mi raccontava sempre che ho imparato prima a correre dietro ad una palla arancione che a camminare.-

Risi a quell'affermazione e rimasi poi un po' in silenzio a riflettere.

Mi aveva detto che non abitava più con i suoi genitori, dunque, probabilmente, abitava a Sheffield da solo. La cosa, però, non mi convinceva, perché era risaputo che quella fosse una delle ciità più ricche e costose in tutta la zona, dunque Jason doveva aver per forza trovato un altro lavoro per potersi permettere un'appartamento. Non mi convinceva nemmeno quella teoria, però, perché quasi tutti i lavori in centro città richiedevano una disponibilità settimanale di sei giorni su sette ad un orario pomeridiano/serale, dunque era improbabile che avesse acconsentito ad uscire con me alle 16/17 in un giorno infrasettimanale nel caso in cui avesse avuto un lavoro a Sheffield. E poi, come era venuto a Doncaster? Con la macchina? Si poteva permettere una macchina con il solo guadagno delle partite?

-Jason, tu non vivi a Sheffield, giusto?- gli chiesi trionfante, dopo aver fatto due più due con i miei pensieri. Lo guardai sorridendo e pensai di averlo colto alla sporvvista, perché si accigliò e mi guardò di sbieco.

-Già, vivo qui a Doncaster.-

Sorrisi alzando le sopracciglia, soddisfatta delle mie capacità intellettive da semi stalker e lui mi guardò sorridendo.

-Come l'hai capito?-

Risi mio malgrado. –Niente, ho solo messo in moto la materia grigia. Ma come fai con gli allenamenti con la tua squadra, se posso chiedertelo?-

Mi guardò con i suoi meravigliosi occhi verdi e rimase un attimo in silenzio.

-Te lo dico solo se entri con me al Cask Corner e se ti fai offrire una birra.-

-Adori particolarmente il Cask?- gli chiesi alzando gli occhi al cielo.

-Sì, è uno dei miei posti preferiti in assoluto.- mi rispose, prendendomi inaspettatamente una mano e conducendomi saldamente verso il pub.

-Senti, ma ti ricordi, vero, che io sono la ragazza di Louis Tomlinson, nonché uno dei grandi nemici di Sheffield?- gli chiesi prima di entrare.

-E tu sai che il pubblico giapponese ha molto apprezzato Scarlett Johansson nel film "Ghost in the shell"?-

Mi accigliai. –Ma questo cosa c'entra?-

-Niente.- rispose lui aprendo la porta del Cask Corner –Pensavo stessimo elencando le cose di cui non ce ne frega un cazzo.- Sorrise e mi fece cenno con la testa di entrare mentre, sbalordita, impietrii sulla soglia.

***

Alle 19.30 stavo ripercorrendo il vialetto di casa dopo aver concluso il mio pomeriggio clandestino a spasso con Jason, stanchissima ma con un sorriso sornione stampato sul volto. In compenso, la mia testa era in totale e completa confusione; non sapeva più da che parte sbattere. Come conciliare il fatto che Jason fosse così simpatico e il fatto che lui e Louis si odiassero?

Your Help ║Louis Tomlinson [𝐈𝐍 𝐑𝐄𝐕𝐈𝐒𝐈𝐎𝐍𝐄]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora