Capitolo 32

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Appoggiai la fronte contro la porta di casa. Non sapevo se ce l'avrei fatta a girare la chiave nella toppa, dunque, nel dubbio, mi lasciai andare in un sospiro e chiusi gli occhi aspettando che tornassero le forze per affrontare tutto quel casino. Contai sottovoce fino a tre e mi ricomposi, facendo finalmente scattare la serratura. 

Sorrisi vedendo tutte le mie piccole nel soggiorno a guardare "Harry Potter e la Pietra Filosofale" in televisione e mi avvicinai per lasciare solo un piccolo bacio sulla guancia di Zayn, visto che si era voltato sul divano per farmi segno con il dito di non far rumore per non far affievolire l'attenzione delle bimbe dal film. D'altronde, chissà quanto tempo avesse impiegato per convincerle a tacere.

-Vado a farmi la doccia, tra quindici minuti sono qui.- gli sussurrai all'orecchio e sgattaiolai su per le scale. 

Al secondo piano regnava il silenzio, quindi dedussi che gli altri quattro avevano lasciato il povero Zayn da solo a casa con le piccole. Era davvero strano, ma decisi di rimandare quel problema per la mezz'ora successiva, visto che sentivo nello stomaco ancora tutto il peso dei sensi di colpa del pomeriggio passato con Jason. Presi in fretta l'accappatoio dalla mia stanza e mi fiondai in doccia azionando l'acqua calda.

Ripensai a quei brevissimi secondi in cui il mio viso e quello di Jason erano stati a pochissimi centimetri l'uno dall'altro, al modo in cui mi aveva guardato le labbra, a come le sue dita mi avevano sfiorato la guancia. Non avevo sentito le farfalle nello stomaco, eppure ero rimasta immobile. Se Jason avesse annullato quella piccolissima distanza? Cosa avrei fatto? Sentii un paio di lacrime scendere dai miei occhi e subito si confusero tra le gocce d'acqua che mi scendevano sul viso e tra i capelli. Non potevo più andare avanti così, avrei dovuto parlarne con Louis e poi annullare quella stramaledettissima gara. Scossi la testa e cercai di allontanare quei pensieri dalla mente.

***

Mi stavo finendo di vestire frettolosamente nella mia camera quando, all'improvviso, la porta si spalancò e Louis buttò il borsone da allenamento per terra di fianco al letto. Aggrottai la fronte e sollevai la testa per vedere cosa gli prendesse, ma mi fece segno con il dito di stare in silenzio e notai che nell'altra mano stringeva il cellulare appoggiato all'orecchio, in chiamata con qualcuno.

-Chris, che cazzo vuol dire?- sbraitò al povero interlocutore.

Avevo percepito il malumore di Louis non appena aveva varcato la soglia della stanza, ma non pensavo fosse a quegli alti livelli. Probabilmente era successo qualcosa durante l'allenamento.

-Ascoltami, Chris. Il punto non è essere felici o meno dell'annullamento della partita..-

Rizzai immediatamente le orecchie per ascoltare il resto della frase, ma Chris probabilmente lo interruppe perché Louis sbraitò e si sedette sul letto per non perdere la pazienza. 

"Annullamento della partita"? Che annullamento? Che partita? Smisi di fingere di non star ascoltando la chiamata e mi appoggiai alla scrivania incrociando le braccia.

-E quale sarebbe la nuova data?-

Louis sospirò dopo qualche secondo e si portò le dita sugli occhi, probabilmente cercando di ponderare le parole con cui rispondere.

-Chris. Voglio essere molto chiaro. Se pensi di avere la mia parola sul fatto che non gli metterò le mani addosso una seconda volta, stai per avere un brusco risveglio.-

Sentii improvvisamente un forte calore iniziare a bruciare sotto pelle. Di cosa cazzo stavano parlando?

-Va bene, Chris. Ne riparliamo meglio con la squadra. A domani.-

Louis interruppe la chiamata e si alzò dal letto.

-Amore, che succede?- chiesi titubante.

Cercai di non far vedere che stavo per entrare in iperventilazione e mi avvicinai a lui mettendogli le braccia intorno alla vita. Louis alzò gli occhi al cielo e sbatté velocemente le palpebre. Era una cosa che faceva solo quando era in ansia e non accadeva praticamente mai.

Your Help ║Louis Tomlinson [𝐈𝐍 𝐑𝐄𝐕𝐈𝐒𝐈𝐎𝐍𝐄]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora