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I giorni passavano in fretta.  Natale era passato, Capodanno e l'Epifania idem ed ora non restava che attendere il giorno del mio compleanno ovvero del concerto.  A scuola mi stavo impegnando molto per continuare a dare soddisfazioni a casa.  Mia madre nell'ultimo periodo sembrava si fosse leggermente ripresa, tanto che riusciva ad alzarsi dal letto per poter camminare ed io ne ero felice.  Forse era l'amore che io e papà che le dimostravamo a farla guarire a poco a poco. Ne ero sicuro.  Era domenica e di solito mi annoiavo, ma da un mese a questa parte le mie domeniche le trascorrevo scrivendo su un quaderno.  Non scrivevo frasi così, né poesie, ma una sorta di diario storia, cioè scrivevo su questo quaderno ciò che mi accadeva in terza persona parlando della mia storia.  Un giorno avrei voluto che questa mia storia divenisse un libro  ci speravo e sognavo. Forse un giorno lontano sarebbe accaduto poiché il padre di Lee lavorava nella Mondadori, però non inteso come libreria, lui lavorava proprio all'interno dell'industria editrice. In pratica era il capo e per il suo lavoro faceva avanti e indietro da Milano e Liam a volte si sentiva solo essendo che erano più i giorni che non lo vedeva dei giorni che quelli che trascorrevano insieme.  Comunque ritornando alla mia storia, scrissi di come avevo passato il mio Capodanno quest'anno e della ripresa di mamma.  L'unica cosa che ancora mancava al mio "libro" era il titolo e la copertina.
Per la copertina sarebbe stato facile realizzarla poiché facevo il settore grafico e scaricando qualche app sarei riuscito a farla, ma andare a decidere il titolo ancora ci voleva tempo, non avrei scelto uno qualsiasi, con la mia calma prima o poi lo avrei scelto. Sarebbe stato uno originale a cui nessuno ancora ci aveva pensato e questo perché non mi piaceva imitare la gente ma preferivo essere originale.  Lasciai che la penna scrivesse tutti i pensieri che avevo per la testa. Mi sentivo libero sinceramente.

Dopo un'ora abbondante, terminai e andai a farmi una doccia veloce, anche se dire veloce era un modo di dire perché in realtà ci rimanevo sempre per più di mezz'ora.  Mi rilassavo a stare sotto il getto della doccia.  Ci restai così tanto che alle 19 mi ritrovai Lee fuori dalla doccia che mi urlava contro di muovervi.  Non amavo tanto uscire il sabato sera né tantomeno la domenica, preferivo starmene chiuso in casa a guardare serie tv o a leggere un buon libro.

"Haz muovi quel culo dalla doccia e vai subito a vestirti, so che stasera in centro ci saranno i Sud Sound System quindi non voglio perdermi queste occasioni" ecco il perché di tanta fretta, avremmo sentito suonare i Sud e non era cosa da poco.

"Passami l'asciugamano e voltati scemo" gli dissi.

"Agli ordini idiota" commentò.

Fece ciò che gli ordinai e andai verso la camera mentre lui aspettò fuori che almeno mi sarei messo in boxer per poi entrare.  Faceva sempre così, rimaneva fuori dalla mia stanza per trenta secondi precisi o come li contava lui e poi varcava la porta quando terminavo di infilarmi le mutande. Dovevo essere talmente veloce e soprattutto oggi.  Presi il cellulare notando che era appena arrivata una notifica da parte di Louis, ovvero aveva appena postato una foto.  Certo avrei dovuto vestirmi ma quando si trattava che dovevamo uscire io e Lee, lui faceva di tutto fuorché i vestiti gli scegliesse lui. Fantastico vero? Era bello solo perché non avrei impazzito io a trovarli, mi faceva tipo da mamma. Aprì la foto del mio idolo che lo ritraeva in asciugamano, ma quanto cavolo era bello? Iniziai a farmi mille film mentali che all'improvviso Lee mi scosse dai miei pensieri presentandosi con una camicia bianca ed un jeans nero che fino ad ora non avevo mai messo e di cui non sapevo l'esistenza.

"Dove hai tirato fuori queste cose?" gli  domandai.

"Dal tuo armadio idiota, se nò da dove?" ironizzò.

"Non sapevo nemmeno di avere una camicia e un jeans nero" continuai fissando ciò che aveva tra le mani. 

"Già, c'è ancora l'etichetta e profumano di nuovo" 

"Comunque io non mi metto una camicia e nemmeno quei pantaloni che fanno intravedere le mie forme"

"Ma la smetti di lamentarti del tuo corpo e ti vesti come cavolo ti pare senza nasconderti?" alla fine presi quella camicia e quel paio di  jeans e li indossai guardandomi allo specchio. 

"Visto come ti stanno da Dio?" esultò Lee tutto allegro di esser riuscito a farmi indossare quello che aveva scelto.
"Adesso ci facciamo proprio una bella foto" continuò. 

"Basta che non la pubblichi sui social" 

"Affare fatto Haz" e scattò una foto.

Presi la giacca che indossai, il cellulare, le chiavi e i soldi che il mio migliore amico mi fece mettere nel suo zaino e poi uscimmo.  Ci recammo in centro storico di Lecce dove in Piazza Sant'Oronzo c'era un palco in cui proprio in quell'istante era salita la band che il mio amico aveva citato.  Attorno si era creata un'onda di persone tutte pronte a cantare e ballare le canzoni in dialetto dei Sud Sound System. 
Io e Lee ci isolammo da tutti ma avendo una visione chiara del palco iniziando a scatenarci a ritmo di musica.  Fortuna volle che i bulli non frequentassero questa zona di Lecce altrimenti mi avrebbero visto e fatto un video che l'indomani sarebbe diventato virale.
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Salveee ecco  a voi il capitolo n°7, pian piano ci avviciniamo all'incontro dei nostri Larry!!
Spero che il capitolo vi piaccia
All the love  -T xxxx

Scusa se 𝒊 𝒍𝒐𝒗𝒆 𝒚𝒐𝒖//Larry//                                    Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora