Louis.!
Avevo dato una svolta completa alla mia vita da quando decisi di partecipare a quel programma, Xfactor. Da piccolo lo seguivo spesso con mia madre e vedevo come i giudici erano molto duri con chi partecipava. Volli entrare ad Xfactor per mettere alla prova me stesso e tutto ciò che sarei riuscito a fare, mi ripetevo che sarebbe stata davvero dura. Avevo lasciato la scuola essendo che comunque l'obbligo l'avevo superato e mia madre non mi disse nulla, anzi quasi non le importava tanto perché se cantare era il mio sogno, allora mi avrebbe appoggiato. Questa mia passione nacque a soli quattro anni quando cantavo le canzoni da bambini, alle recite facevo il solista perché rispetto a molti della mia età ero molto intonato e poi a otto iniziai anche a suonare la chitarra. Qualche anno dopo scrivevo pezzi che erano stupidaggini senza un senso, ma almeno per il gusto di farlo. Dopo, pian piano, interi testi di canzoni mi venivano per la mente e su un blocco note scrivevo ciò che pensavo accordandoli per la chitarra. La prima persona che veramente mi aveva appoggiato nel mio sogno era il compagno di mamma che rispetto a molti altri che lei aveva avuto in precedenza, lui mi trattava come un figlio viziandomi anche un pò. Era stato lui a mettere buona parola con un suo amico che lavorava lì e alla fine entrai nel programma e poi con le mie forze mi guadagnai un pubblico, dei giudici che apprezzavano ciò che facevo. Era il mio sogno che stava diventando realtà ed ero più che felice. Vinsi al primo posto, ricevetti un contratto con una casa discografica abbastanza famosa di cui molti artisti si erano trovati bene ed ora erano famosi. Incisi il mio primo album e a poco a poco, i miei social crescevano, persone da ogni parte del mondo apprezzavano la mia musica. Anzi non solo quella, i miei fan se potevo chiamare la maggior parte di loro in questo modo si suddividevano in: quelli che amavano la mia musica, quelli che adoravano la mia bellezza, ma nessuno di questi mi apprezzava alla fine per la persona che ero veramente. Forse perché sembravo un montato, un viziato che con uno schiocco di dita poteva avere tutti i maggiordomi ai suoi piedi ma non era affatto così. A malapena avevo delle guardie che mi scortavano per gli eventi, però avere dei maggiordomi, delle domestiche, degli autisti e tutte quelle persone là mi facevano sentire in trappola. Ero più un ragazzo libero e non davo retta agli altri rispettavo le mie di regole che erano molto meglio. Bè ritornando al primo album, fu pubblicato in tutto il mondo ma feci gli instore solo nella mia Doncaster senza spostarmi altrove. Non volevo già fare le cose in grande.
Poi a volte ai miei instore c'erano molte persone che non erano riuscite ad acquistare l'album ed io andavo contro le guardie pur di rendere felici quelle poche. La loro felicità era la mia perché se non avessi avuto dei fan, non avrei mai riscontrato il "successo". Ero fortunato. Poi seguì il secondo album e girai un pò ovunque il mondo e seguirono i concerti. Il mio primo concerto lo tenni al "Cast" a Doncaster, quello era veramente un sogno. Il luogo più famoso della mia cara Doncaster, dove molte volte ero stato tra le gite scolastiche per spettacoli teatrali, feste culturali, concerti, quel giorno era diverso. Non sarei stato più io a stare sotto a quel palco e non ci sarebbero venute persone così a caso, ma era ben diverso sì. Io ero sul palco a suonare e cantare e sulle poltrone c'erano i miei fan e in un attimo mi sentivo a casa.
Quello era il mio posto magico, già lo era sempre stato sin da bambino quando scappavo di casa e mi rifugiavo a scrivere canzoni senza che nessuno badasse a me, ad un bambino che si mescolava in mezzo alla folla per poi nascondersi dietro al palco dove nessuno ci entrasse quando era chiuso al pubblico e fu sempre lì che conobbi quella persona che adesso definisco come un padre. Era uno di quei giorni in cui era chiuso e lui faceva il custode di notte ed io ero scappato di casa perché uno dei tanti compagni di mia madre mi aveva minacciato, avevo solo undici anni e decisi di scappare lì. Presi il mio blocco, la mia chitarra e un panino ed entrai dal retro dove nessuno badava mai a chiudere. Cenai e poi mi misi seduto sul palco ad osservare l'intera stanza piena di poltrone che fantasticando avrebbero ospitato centinaia di persone con le torce dei cellulari accese mentre avrei cantato una canzone. E in quel momento mi venne l'ispirazione, scrissi e strimpellai qualcosa sulle corde della chitarra ed allora che i miei occhi furono ipnotizzati da un uomo che applaudeva a me. Pensavo che mi avrebbe fatto una ramanzina ed invece mi batteva le mani congratulandosi con l'interessato."Figliolo hai del talento, da grande farai carriera" mi disse in quel lontano giorno e lì capì che persona più vera e sincera di lui non ci fosse e lo accolsi come un padre.
Lo presentai a mia madre raccontandogli tutto ciò che i suoi ex compagni mi avessero fatto e lei lo mise alla prova e ogni giorno che passava dimostrava quanto ci tenesse a mia madre e soprattutto a me. Poi quando feci al Cast il mio primo concerto, lui era di guardia e non smetteva di cantare le mie canzoni, fiero di me come lo è un vero padre di suo figlio e un luccichio negli occhi glielo intravisi anche da lontano. Successivamente fu lui ad accompagnarmi in giro per i futuri concerti insieme a mia madre. Arrivò anche l'incisione del terzo disco e decisi che dovevo fare solo concerti nel resto del mondo e fu così. Soprattutto in Italia dove tramite instagram avevo conosciuto una ragazza che adesso era la mia. Mi piaceva però ero ancora in attesa di quella persona che mi avrebbe fatto battere veramente il cuore.
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Salveee ecco qui un altro capitolo, questa volta c'è il punto di vista di Louis. Volevo specificare che quando non c'è il nome a inizio capitolo è il punto di vista di Harry poi a inizio capitolo ci sono anche le foto che lo "specificano". Detto questo spero che il capitolo vi piaccia, alla prossima
All the love -T xxxx
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Scusa se 𝒊 𝒍𝒐𝒗𝒆 𝒚𝒐𝒖//Larry//
FanficHarry il tipico sedicenne con dei sogni nel cassetto. La sua vita non é ciò che vorrebbe che sia, una madre malata, un padre che fa di tutto per mandare avanti la famiglia e le cure mediche della moglie e poi c'è lui, il suo idolo, Louis William Tom...