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Se sei mesi fa ero in ansia per andare al concerto, adesso ero molto ansioso di rivedere e di passare due settimane con  Louis.  A volte se ci credi nei sogni si realizzano e ne ero più che felice.  Per gli interi giorni che erano passati "back to you" mi aveva fatto compagnia. Adoravo alla follia quella canzone, forse perché era scritta per me, o forse perché era semplicemente sua.  Era bello sapere che qualcuno mi pensasse in questo modo tanto da scrivermi una canzone. Se qualche anno fa mi avessero detto che il mio idolo mi avrebbe scritto una canzone, non ci avrei creduto, però alla fine è la realtà.

Andai in camera dei miei genitori da mia madre per passare le ultime ore con lei poiché sarei dovuto partire. All'inizio avevo tentennato se rifiutare o meno di andarci essendo che mia madre solo cinque giorni fa aveva avuto uno dei suoi malori ed era tornata questa mattina, ma alla fine fu lei stessa a dirmi di non rinunciare, di andare lì anche per lei. Tutti questi miei cambi ovviamente non li dissi a Lou per non farlo star male sulla mia decisione che aveva mille punti interrogativi che si trasformarono in un unico punto esclamativo.

"Mamma! " esclamai per attirare la sua attenzione, vedendola distesa sul letto a guardare uno stupido programma in tv. 

"Tesoro, vieni qui accanto" mi fece segno indicando il lato vuoto dove dormiva mio padre. 

"Che cos'è? " domandai riferendomi al programma. 

"Si chiama 'Guess my age' in cui dei concorrenti devono indovinare, attraverso degli indizi, l'età dell'ospite" non mi interessava molto, che poi chi era così tanto bravo ad indovinare l'età di una persona che nemmeno conosci? Io no di certo. 

"Bè, felice per domani? " 

"Si" 

"Almeno lo rivedrai, alla fine hai davvero fortuna. E non chiamarci ogni minuto, rilassati e goditi le tue vacanze con lui" 

"Ma io non sono così fortunato" 

"Ah, davvero? Se lo dici tu, comunque se proprio vi scappa un bacino, in quel caso non esitare a chiamarmi e sclererò con te. Si dice così nel vostro linguaggio giovanile, vero? " 

"Si, mamma. Lo saluterò anche da parte tua" mi sorrise e la abbraccia forte a me.

L'abbraccio di una madre non era mai comparabile con qualunque altro abbraccio. Era quello dolce, delicato, affettuoso, amorevole, quello che ti proteggeva.  Rimasi con la testa sul suo petto a sentire il battito del suo cuore. Chissà come mi sentirei se il suo cuore non facesse più quel rumore che sa di vita. Non ero così fortunato come tutti dicevano poiché avevo una madre che da un momento all'altro se ne sarebbe andata per un tumore con cui ogni giorno combatteva come se fosse l'ultimo.  Ed una lacrima solitaria scese lungo la guancia e menomale che lei non mi stava osservando. Non mi piaceva essere visto giù da lei perché non volevo che si subisse anche le mie infelicità.  Rimanemmo così per molto tempo, non mi importava di tutto il resto, volevo solo essere tra quelle braccia materne.

L'indomani mi svegliai con un ansia che mi divorava.  Il sole filtrava dal vetro delle finestre, gli uccelli canticchiavano già la loro canzone e non sapevo che ore fossero.  Accesi il cellulare e dopo un pò di tempo che si era caricato, notai che fossero le 7:25. Avevo solo un'ora per prepararmi e poi andare all'aeroporto di Brindisi e in tutto ciò il volo era previsto per le 9:40. Dovevo sbrigarmi e non capivo come mai mio padre non mi avesse svegliato anche se ad accompagnarmi sarebbero state Lee con sua madre.  Mi preparai, presi la valigia e andai in cucina per la colazione, anche se non avevo molta fame.

"Giorno papà" dissi trovandolo intento a leggere il giornale, cosa che faceva raramente. 

"Buongiorno figliolo, pronto per oggi? Karen mi ha scritto che fra dieci minuti sarà qui " 

"Perché non mi hai chiamato? " 

"Perché sapevo che ti saresti svegliato da solo e difatti eccoti qui, non mangi?" nota che continuo a girare il latte con il cioccolato che oramai si è sciolto. 

"Non ho fame" 

"Almeno bevine un pò prima che ti senta male"  lui lo sapeva che se non avessi fatto colazione, mi sarei sentito male. Bevvi almeno metà tazza e mangiai un biscotto così che lo stomaco potesse star bene fino a mezzogiorno. Terminato, andai in camera a salutare la mamma e quando sentì il campanello, abbracciami la donna distesa nel letto raggiungendo Lee in macchina . 

"Ciao cupcake" mi strofinò una mano sul ciuffo. 

"Ciao antipatico" gli rifilai quel nomignolo come lui aveva appena fatto con me.

Salì in auto mentre mio padre caricò la valigia e lo salutai con la mano.  Arrivammo in aeroporto, presi la valigia e ci recammo alle sedie per aspettare che il mio volo venisse chiamato. Era la seconda volta che prendevo un aereo, solo che 'sta volta ero solo.  Passai il tempo a parlare con Liam per distrarmi.  Mi raccontò che fra qualche giorno, insieme alla sua famiglia, partiranno per Corfù e che è molto eccitato di passare del tempo in Grecia e si è fatto la lista di ciò che vorrebbe visitare poiché faranno poi un salto ad Atene e Sparta, in un mese.  Mi promise di portarmi qualche bel souvenir e stessa cosa avrei fatto io se solo ci fossero negozi poiché non sapevo in che città si trovasse la villa.
Arrivò l'aereo con qualche minuto di ritardo e fui costretto a salutare Liam che  in contrario a mia madre, mi disse di chiamarlo ogni sera per raccontargli come si fosse svolta la giornata, salutai anche Karen e poi   andai a fare i controlli. Passai per i controlli e mi misi comodo sul sedile accanto al finestrino ad osservare le case, i prati, le persone che a poco a poco diventavano minuscoli come formiche.  Un leggero dolore allo stomaco iniziai ad avvertirlo, non capivo nemmeno io stesso se era per il fatto che avessi mangiato poco o era l'ansia di rivederlo.

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Ehilà ecco a voi il capitolo 19.
Spero vi piaccia <3
All the love  -T xx

Scusa se 𝒊 𝒍𝒐𝒗𝒆 𝒚𝒐𝒖//Larry//                                    Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora