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Louis.!

Il giorno dopo mi svegliai con un sorriso sulle labbra, sentivo in me che quella sarebbe stata la mia giornata e tutto solo grazie ad aver sentito quelle due parole uscire dalla bocca di quel ragazzo.
Cioè è questo l'effetto di quando ti prendi una cotta per una persona che mai avresti immaginato che entrasse nella tua vita? Se era questo, beh potevo dire essere stra cotto di Harry.
Forse lui avrebbe aspettato di sentire un "ti amo" da me perché non lo avevo mai detto a nessuno, nemmeno quando avevo la mia prima fidanzatina, e dovevo capirci di più sui sentimenti. Non sparavo "ti amo" a destra e a sinistra a chiunque, cioè era anche raro che dicessi "ti voglio bene".
Mi alzai dal letto pronto a vestirmi per poi scendere giù a fare colazione dove trovai solo mamma intenta a bere il suo tè verde con il cellulare in mano a scrivere con qualcuno

"Ciao mamma " salutai e sollevò il suo sguardo dall'oggetto per osservarmi.

"Giorno Lou, questa mattina vedo che hai l'aria molto allegra. Erano mesi che non ti vedevo così " già e se sapesse che centra un ragazzo, non vorrei immaginato la sua faccia.

"Papà è già a lavoro?" strabuzzò gli occhi alla mia domanda, difatti ci misi qualche secondo a capire cosa c'era di strano e dopo mi resi conto che per la prima volta, avevo definito Mark, il mio patrigno come papà. 

In fondo lui lo era, si era sempre comportato bene con me, mi aveva dato tutte le attenzioni che necessitavo, tutta la sua stima, tutta la sua forza, tutto il suo orgoglio per me volendomi bene e non smettendo mai di dimostrarlo, era arrivato il mio momento di dimostrargli tutto ciò che provavo nei suoi confronti.

"No, sono qui" e lo vidi con un sorriso entrare in cucina. 

"Buongiorno " esclamai e abbassando la testa per non so quale motivo.

"Giorno anche a te figliolo e buongiorno mia cara" e si avvicinò a mia madre per stamparle un bacio sulle labbra e solo in quel momento notai gli occhi lucidi di mia madre.

"Cosa succede mamma? Perché improvvisamente hai gli occhi lucidi?"  Le dissi guardandola negli occhi

"I-io, cioè Lou tu lo hai chiamato papà" lui rise ed io lo seguì, come se soltanto adesso si fosse accorta delle mie parole. 

"Sì e quindi? " le rivolsi il mio sguardo mentre bevevo il caffè. 

"Niente, sono felice. Dimmi un pò, chi è che ti ha reso così felice questa mattina? " disse lei e anche gli occhi di mio "padre" erano puntati sulla mia figura. 

"Una persona davvero speciale" affermai ripensando a questa notte. 

"Mmhh. Per caso è quella lì, Eleonora, Eleanor o come si chiama lei? " continuò con il suo interrogatorio. 

"Non è lei" 

"E allora chi è? Voglio sapere la persona che ti ha reso così allegro" 

"Mia cara, lascialo in pace con queste domande. Quando vorrà dirtelo, te lo dirà " Mark le poggiò una mano sulla spalla e lo ringraziai mentalmente mentre mi alzai da tavola infilando il giubbino diretto in studio.

Uscì di casa dirigendomi verso l'angolo della strada, dove di lì a poco sarebbe passato il pullman diretto in centro città che si fermava un po' prima in cui si trova lo studio registrazione.  Un'auto si fermò accanto a me e la riconobbi subito.

"Dai Lou, salta su. Ti accompagno io" salì sulla jeep di Mark che partì subito. 

"Mi piace che questa mattina tu mi abbia chiamato papà. Sai è stato davvero bello sentirselo dire dopo anni dall'unica persona che son riuscito a crescere" interruppe dopo vari minuti di silenzio. 

"In che senso sono riuscito a crescere?" in fondo per quanto me sapessi, lui aveva cresciuto difatti solo me. 

"Tua madre è l'unica a sapere di questa storia. Non te l'ho mai raccontata perché non sapevo se tu avresti cambiato idea sul mio conto" continuai a guardarlo in attesa che mi dicesse qualcosa, ma seguirono attimi di silenzio.

"Quale storia? Io ti conosco da quando ero piccolo, sei stato il primo a credere in me, mi hai voluto bene fin da subito, ami mia madre come lei merita, sei stato la figura paterna che non ho mai avuto, mi hai cresciuto come se fossi figlio tuo, mi hai donato la famiglia che ho sempre desiderato non potrei mai cambiare idea sul tuo conto papà" dissi con tutta la curiosità che mi stava divorando dal sapere la storia di questo uomo che ogni volta, sembra come se lo conoscessi da poco piuttosto da quattordici anni.

"Alle superiori conobbi una ragazza era davvero bella. A volte facevo lo stronzo con lei, ma solo per stare al suo fianco e vederla come mi pregava di rimanere al suo fianco. Ne ero innamorato e facevamo sempre l'amore, poi commettemmo uno sbaglio, ma ero felice. Era stato il più bel sbaglio. Per nove mesi le rimasi al suo fianco, i suoi genitori non sapevano niente finché la bambina nacque e la costrinsero ad allontanarsi da me. Ci rimasi male per molto tempo. Partì per frequentare l'Università a Berlino poichè adoravo molto il tedesco, dopo tre anni ritornai e né di lei né della bambina c'era traccia. Così dopo qualche giorno venni a scoprire che si era sposata ed era andata a vivere fuori dall'Australia"ascolto tutte le sue parole come incantato conoscendolo finalmente
"Provai a contattarla, ma era irraggiungibile. Alla morte di sua madre, venne qui e andai al funerale per vederla e vedere anche la mia bambina, però mi mandò via e nostra figlia, invece, si voltò andando dal compagno di lei e lo chiamò papà. Lì capì che il destino mi aveva giocato un brutto scherzo, che mi sarei svegliato dall'incubo e l'avrei trovata nel mio letto mentre la nostra bambina saltava per svegliarci."

"Mi dispiace " riuscì soltanto a dire. 

"Sai, tutto quello che è successo e se non fosse mai accaduto, non avrei mai conosciuto quel bambino che ho trattato sin da subìto come figlio e non avrei mai conosciuto la sua fantastica mamma. Lou se sono qui, è solo grazie a te" e accostò l'auto accanto allo studio. 

"E se io sono qui - gli indicai il palazzo alle mie spalle - è grazie a te" gli sorrisi. 

Istintivamente sentì il bisogno di abbracciarlo.  Mi mossi sul sedile e avvolsi le mie braccia attorno al suo corpo che ricambiò prontamente. 

"Ti voglio bene figliolo" 

"Ti voglio bene papà " e mi scostai subito dopo dall'abbraccio notando una lacrima solitaria a rigargli il volto. 

"Però non commuoverti troppo per la mia bellezza" scherzai e lui rise

Scesi dall'auto entrando nel palazzo diretto al quinto piano dove c'era la stanza di registrazione. 
Entrai in ascensore arrivando al mio piano e trovai all'interno della stanza Gérard, i due ragazzi e Eleanor con un giornale di gossip sul tavolo. 
Guardai ad una ad una le persone qui dentro.  Gérard con un mezzo sorriso, i due ragazzi al cellulare e Eleanor con il viso abbassato.
Sembrava come se fosse morto qualcuno. 

"Che succede?" e solo ora si accorgono della mia presenza. 

La castana si alza dalla sedia a passo spedito verso di me e solo allora noto  il suo viso rosso. 

"Adesso hai ciò che vuoi. Spero per te che quel ragazzino ti inizi a odiare prima o poi quando saprà come sei fatto " e se ne uscì dalla stanza.

Gérard mi guardò per poi passare lo sguardo alla rivista e spingerla verso la lunghezza del tavolo da me. 
La afferrai per leggere l'articolo. 

«La relazione tra il noto cantante Louis Tomlinson con la modella britannica Eleanor Jane Calder è tutta una bufala.  Ieri ci è giunta voce dal manager del ragazzo di 22 anni che tra il cantante e la ragazza non c'è mai stata nessuna relazione, tutto ciò era soltanto per dare qualche scoop ai giornali.  E questo è tutto ciò da sapere. Quindi mie care ragazze, il nostro amato Louis è super  single»  nel leggere quelle parole il mio sorriso si ampliò. 

Quella era davvero la mia giornata più felice.
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Buona domenica a tuttiii
Essendo che non avevo nulla da fare ho deciso di riscrivervi e pubblicarvi un capitolo
Spero che vi piaccia alla prossima
All the love  -T xx

Scusa se 𝒊 𝒍𝒐𝒗𝒆 𝒚𝒐𝒖//Larry//                                    Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora