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Louis.!

Un altro mese era passato e con Harry mi ero sentito molto spesso.
Con Mark, avevamo organizzato una cena da passare solo "padre - figlio" e gli accennai del riccio.
Gli avevo raccontato tutto, non omettendo niente e all'inizio avevo paura di sapere la sua risposta, ma mi disse solo una frase: "fai ciò che ti dice il cuore senza pentirtene ".
Quel consiglio lo stavo seguendo proprio adesso mentre ero in auto diretto all'aeroporto.
Stavo facendo una pazzia. Una di quelle che non te ne penti, ma che ti rendono felice, quelle che ti fanno star bene e Mark era il mio complice.
A mia madre abbiamo detto che avevo un'intervista in America e non perché non gli voglia dire di Harry, però per ora vorrei capire cosa provo prima di dirlo alla donna che mi ha cresciuto per anni senza mai contare sull'aiuto di altre persone.

Arrivati davanti all'aeroporto, scesi di fretta dall'auto perché ero in ritardo. Tutta colpa della sveglia che non è suonata e fortuna per mio "padre" che lo ha fatto lui al posto di quell'oggetto.
Salì a due a due le scale mobili con il rischio di cadere, arrivando dove avevano annunciato che a momenti sarebbe partito il mio volo.
Passai per i controlli e mi sedetti al mio posto accanto al finestrino e l'aereo decollò.
Mi sarei subito sedici ore di volo fino a Milano, un'altra ora per Brindisi, poi il treno sino a Lecce e infine il taxi che mi avrebbe portato in hotel. Tutto questo per Harry a sua insaputa.
Dal finestrino, Londra a poco a poco diventava piccola, una piccola terra circondata dalle acque azzurre.
Le palpebre si fecero pesanti e iniziai a dormire.

Una voce fastidiosa mi fece svegliare annunciando l'atterraggio.
Scesi da lì con il mio bagaglio per aspettare il prossimo aereo.
Andai al bar dell'aeroporto e mangiai. Il mio stomaco reclamava dopo sedici ore in cui non avevo mangiato nulla.
Attesi mezz'ora e presi il secondo aereo.
Poi un'ora di volo, un'altra ora di treno fino a Lecce e infine il taxi che mi avrebbe portato in hotel.
Mi recai in fretta nella mia stanza. Stanco, sfinito e chi ne ha più ne metta.
Mi buttai sul letto e crollai a causa de troppo sonno.

Al mio risveglio, lo stomaco brontolava.
Mi feci una doccia per dare un aspetto sistemato alla mia figura e andai nel ristorante dell'albergo per fare colazione.
Diedi le chiavi della camera al receptionist e presi un pullman di città che mi portò da tutt'altra parte di dove si trovasse l'Hotel.
Camminai per dieci minuti fermandomi davanti ad una piccola casa ben curata all'esterno.
Harry mi aveva dato il suo indirizzo qualche settimana fa quando glielo chiesi e fortunatamente non mi aveva fatto domande sul motivo.
Sapevo inoltre che non era a casa poiché era quasi mezzogiorno e di conseguenza era a scuola.
Suonai al campanello aspettando che qualcuno mi venisse ad aprire. Mi serviva l'aiuto di qualche suo famigliare per questa sorpresa.
Perlustrai con lo sguardo attorno e portai una mano nella tasca del giubbotto constatando che la scatolina era ancora lì.
Attesi qualche minuto e citofonai nuovamente. Questa volta sulla soglia della porta si parò la figura di un uomo sulla cinquantina d'anni che mi squadrò con parecchio interesse.

"Ehm, è qui che abita Harry Styles?" e continuò a guardarmi.

"Si, e tu...tu sei Louis, giusto" annuì in risposta

"Comunque Haz non è a casa"

"Lo so, sono qui per fargli una sorpresa "

"Bello, allora entra. Hai pranzato?" Mi rispose con un'aria sorpresa ma felice, lo seguì fino alla cucina dove c'era una donna con una flebo seduta attorno al tavolo a mangiare un piatto di tortellini al brodo.

"Salve" salutai la donna.

"Louis!? Sono davvero felice di averti qui, devi sapere che non solo Haz ti adora, cioè anche io sono una tua grande fan, adoro tutte le tue canzoni" sembrava una bambina in preda alla felicità davanti al suo idolo.

"Accomodati pure. Ti va bene brodo? " annuì mettendomi seduto a capotavola dall'altro lato.

Pranzai in silenzio e nessuno proferì parola.

"Louis , cosa ti porta qui nella mia modesta casa?" chiede la donna.

"Per una sorpresa per suo figlio. Sa ci tengo molto a lui" ammisi e non lo so perché.

"Mi fa piacere " disse lei.

"Adesso vado a letto, ci vediamo Louis" e si alzò aiutata dal marito.

Andai in camera del ragazzo poiché suo padre mi fece cenno della stanza e capì a cosa si riferisse.
Navigai sui social postando una storia in cui scrissi "attendendo una persona".
Poggiai il cellulare sulla scrivania con dei libri dietro in modo tale che mantenesse in orizzontale da poter riprendere la sua reazione.
Sentì la porta d'ingresso e mi affacciai, lo vidi andare in cucina aspettando qualche minuto.
Avvertì i passi, azionai il video e mi sedetti sul bordo del letto.
Varcò la porta della camera chiudendola alle spalle e un sorriso gli spuntò immediatamente quando mi vide. Mi alzai e lo srrinsi tra le mie braccia. Sentì uno strano calore impossessarsi di me, partiva dal basso ventre e arrivava proprio lì, dove c'era il cuore.
Questo ragazzo mi fa uno strano effetto.

"Lou, mi sei mancato " annuncia.

"Mi sei mancato anche tu e molto" non gli diedi il tempo di dire altro che mi fiondai sulle sue labbra.

Sentivo il bisogno di appropriarmi della sua dolce bocca.
Passai la lingua sul labbro inferiore e le nostre lingue iniziarono a seguirsi, a desiderarsi, a volersi.
Mi bloccai, presi il regalo dalla tasca e glielo porsi.
Prese la scatolina tra le mani rigirandosela come se tutto ciò fosse un sogno, invece della pura realtà.
Lo aprì e toccò con delicatezza la collana d'argento che comprai qualche giorno fa in un piccolo negozio a Doncaster.
Mi ero trovato per caso in quella stradina e poi vidi in vetrina quella collana e la immaginai sul collo di Harry, così entrai e lo comprai. Era una collanina a forma di aeroplanino di carta con una scritta incisa sopra, una stessa collanina l'avevo io ma con il continuo della parola incisa sulla collanina di Harry.

"Togheter♡ " sussurrò.

"Forse sembra un pò'troppo romantico, ma non sapevo cos'altro..." non mi fece terminare la frase che lasciò un casto bacio sulle labbra per zittirmi.

I suoi occhi brillavano di una luce intensa.

"Forever♡" dissi.

Alzò lo sguardo, dopo essersi messo il gioiello e sollevò un sopracciglio non capendo.
Arrotolai di poco il colletto della felpa e gli mostrai la stessa collana, ma con un'altra parola.
Avvicinò gli aereoplanini e capì. O almeno sperai.

"Cioè, io, te.. " provò a dire.

"Sì, noi. Io e te siamo adesso un noi. Ti va di essere il mio ragazzo? " gli chiesi e lui mi saltò in braccio.

Misi le mie mani sotto al suo sedere mentre le sue gambe cingevano la mia vita.

"Ma sarà il nostro segreto per adesso. Cioè lo sa soltanto mio...padre " ammisi.

Non volevo far sapere della mia relazione al mio intero fandom.
Avrei aspettato prima di capirci qualcosa.
E poi le nostre bocche entrarono nuovamente in contatto, bisognose di appartenersi e fu lì che confermai che Harry era colui che volevo.
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Ehilà eccomi qui con un nuovissimo capitolo, mi scuso se non ho aggiornato in questo periodo ma sono davvero impegnatissima con la scuola e non ho tempo di fare nulla. Spero che il capitolo vi piaccia alla prossima
All the love -T xx

Scusa se 𝒊 𝒍𝒐𝒗𝒆 𝒚𝒐𝒖//Larry//                                    Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora