Sono il tipo di persona che parla dopo aver riflettuto per almeno dieci secondi, in quell'arco di tempo mi metto a pensare a quali conseguenze porteranno le mie domande, le mie risposte o le mie parole. In quei dieci secondi mi metto a fare i filmini mentali di ogni conseguenza che potrebbe accadere se faccio una certa scelta.
Alla fine scelgo sempre quella sbagliata.
E mentre la mia mente urla "Non dirlo! Non dirlo!" alla domanda "Cosa nascondi?", la mia bocca si è già aperta dal boccheggiare, prima di svuotare il sacco.
"Non sono di questo mondo." Quasi non sento la mia stessa voce. Michael ora ha le sopracciglia aggrottate, uno sguardo misto tra confuso e innervosito.
"Di cosa stai parlando?" Ride forzatamente, la testa inclinata, mentre sposta la frangia di color blu e qualche sfumatura di viola.
Prendo un profondo respiro.
"Questo mondo, questa scuola è solo parte di un gioco. Tu e tutti gli altri non siete altro che un mucchio di pixel, soggetti comandati da computer che non hanno una propria scelta. Tutto quello che fate, tutto quello che dite è stato già definito, proprio come i risultati dei calcoli di una calcolatrice sono già stati inseriti. E questi non cambiano.
Tu e gli altri non esistete veramente. Voi non siete reali."
A questo punto i suoi occhi guardano il vuoto, i pugni sono stretti lungo i suoi fianchi. La rabbia che mostra nel suo sguardo è in contrasto con il viso teso, ma impassibile.
So già di essermi pentita, so già che non avrei dovuto dirlo, ma non l'avevo mai detto a nessuno e tenermi questo peso mi rendeva instabile e in questo momento sono in caduta libera. Non so se mi schianterò o ci sarà qualcuno, là infondo, a sorreggermi.
"Mich-"
"Zitta." Un pugno allo stomaco avrebbe fatto meno male. "Solo stai zitta." Mi sorpassa non prima di avermi dato una spallata, facendomi letteralmente cadere al suolo.
Non posso biasimarlo, se fossi nei suoi panni starei anch'io così. Ma è comunque doloroso.
Mi rialzo, massaggiandomi le parti dolenti, incamminandomi verso una meta sconosciuta.
•••
Calum's POV
Accedo una sigaretta, la prima della giornata, ma dopotutto è appena iniziata.
Luke mi guarda a due passi da me, prendendomi in giro di come la tengo in mano, e ridendo come un bambino.
"Ne vuoi una?" Gli chiedo, sapendo già la risposta.
"No, lo sai che non mi piace." Scrolla le spalle, appoggiando la sua schiena contro il muro. "Dovremmo ritornare dentro a provare."
"Fra un po'." Prendo un lungo tiro, sentendo il fumo riscaldarmi la bocca e poi il petto. Lo butto fuori dopo essermi assicurato di ingrigire abbastanza i miei polmoni. "Come va con il bambino, paparino?"
"Uh, non chiamarmi così. Sembra a sfondo sessuale."
Sei tu che hai la mente perversa.
"Credo bene." Risponde, grattandosi il retro della nuca. "Ho un dubbio..."
"Spero che tu non mi stia chiedendo come si cambia un pannolino." Prendo un altro lungo tiro.
"Non lo chiederò mai a te."
"Allora dimmi, paparino." Rotea gli occhi.
"Io e Regina l'abbiamo fatto solo due volte e con... sai, le protezioni. Come può essere incinta di me?"
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Click It :: 5SOS
FanfictionDove tu sei protagonista e scegli come far proseguire la storia. Hirin sta giocando a un gioco di ruolo online per ragazze, dove ci sono ragazzi con cui flirtare e altro... Nel gioco è la nuova studentessa della Lasing Art&Music Academy e con il pro...