Click 8: Pencils & Balls

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"Matita morbida, ragazzi. Disegnate il soggetto davanti a voi." La professoressa di Arte Pittoriche - dal nome impronunciabile - gira in mezzo agli studenti, che tengono in grembo la tavola del cavalletto di legno. Copio le azioni degli altri guardandomi intorno a disagio. Non so cosa fare, come iniziare, cosa usare. L'ultima volta che ho disegnato "seriamente" è stato per l'ultimo lavoro delle medie ed è passato un po' di tempo. Mi ritrovo in un'accademia senza saper nulla.

"Tutto a posto, Hi?" Mi giro verso Calum che ha già impostato il disegno della cesta di frutta che dobbiamo copiare. Mi guarda mordicchiando la parte superiore della matita mentre i suoi occhi scuri cadono sui miei.

"Uhm... cos'è una matita morbida?" Inarca un sopracciglio con uno sguardo che dice 'mi prendi in giro?'.

"Davvero non lo sai?" Chiede confuso e oserei dire anche scettico.

Rieccomi a fare ancora la figura della stupida.

Abbasso lo sguardo cercando nell'astuccio delle matite che avevo trovato in una delle valigie. Mi sembrano tutte uguali.

"Cerca una 5b, credo basti." Mi suggerisce chiudendo un occhio e allungando il braccio con la matita in mano, penso, per prendere le misure. "Le B sono le matite dalle punte morbide e quindi tracciano linee più spesse e pesanti. Mentre le H sono le matite dalle punte più dure e dunque linee più sottili e leggere." Mi spiega continuando a disegnare con una facilità che io non riuscirei mai ad imitare. Cerco di assimilare tutto.

"Okay, e questi numeri a cosa corrispondono?"

"Se è una B, più grande è il numero più è morbida. Se una H, stessa cosa solo che dura." Il suo sguardo passa continuamente dal cesto al suo disegno mentre la sua mano viaggia sul foglio tracciando linee fluide. Annuisco cercando e trovando la matita citata, me la rigiro tra le mani fissando il foglio spolvero color giallino piscio.

"Ms. Fencidy?" La voce della professoressa mi fa sobbalzare facendomi cadere la gomma a terra. "Non disegna?" Mi sento il corpo parallizzato e la gola asciutta.

"Sì, stavo... osservando il soggetto." Mi piego verso il pavimento per raccogliere l'oggetto caduto. Aggrotta le sopracciglia mentre serra le labbra e poi tira un mezzo sorriso prima di proseguire nel suo controllo. Sospiro e poso la mano sopra il ripiano inclinato.

•••

Passate tre intense ore a provare a disegnare un maledetto cesto con dentro della frutta e delle bottiglie di varie forme mi ritrovo in fila in mensa per prendermi il pranzo. Gli orari delle lezioni non sono mai uguali durante la settimana: oggi ho iniziato alle 9:00 fino ad adesso, alle 12:00; nel pomeriggio alle 13:30 Lingua e alle 15:00 Educazione Fisica. Me lo ricordo solo perché lo sto attualmente guardando sul foglio, altrimenti non saprei niente. Caccio la carta dentro la calza, dato che queste gonne non hanno delle tasche.

"Blu." Mi sento afferrare i fianchi facendomi prendere un colpo. Mi giro vedendo due familiari labbra morbide, faccio scorrere lo sguardo verso gli occhi chiari, fino ai piuttosto lunghi capelli - per un ragazzo - fulvi con qualche sfumatura di arancio in poche ciocche.

"Rosso." I miei occhi lo fulminano mentre tento di divincolarmi dalla sua presa. "Lasciami." Non se lo fa ripetere due volte guardandomi con un piccolo ghigno.

"Non essere così dura con me." Fa il finto broncio tirando in fuori il labbro inferiore e facendo la faccia da cucciolo bastonato. A vederlo quasi mi sciolgo dalla tenerezza, ma mi riprendo quando ripenso a cosa mi ha fatto.

"Te lo meriti." Sbuffo prendendo un vassoio e guardando i vari piatti davanti a me. "Tortellini al sugo, per favore." Ordino alla signora che prende un piatto e ci aggiunge i tortellini dalla grossa pentola.

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