Click 7: Roommate

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"Chi è?" Mi metto seduta sul letto guardando la porta chiusa.

"Signorina Fencidy? Sono Mr. Irwin, il professore di percussioni."

Oh, Maria.

Mi fiondo allo specchio all'interno dell'anta dell'armadio. Sciolgo i capelli per poi spettinarli, ripettinarli con le dita e spettinarli ancora.

Dio, sembro una barbona.

Il mio cuore sta battendo all'impazzata mentre sistemo il cappuccio della felpa nera con la zip aperta. Camminando verso la porta inciampo sulla valigia e dalle mie labbra escono parole poco graziose.

"Tutto bene?" Domanda il professore oltre la porta mentre mi rialzo zoppicando. Apro la porta trovando davanti a me un dio greco.

"B-buongiorno professore." I miei occhi incontrano i suoi verdi brillanti.

"Salve." Mi rivolge un ampio sorriso che, insieme alla sua voce, mi fa sciogliere.

"Posso esserle d'aiuto?" Riesco a formulare senza balbettare come un'idiota.

"Ieri ha dimenticato la sua penna in classe." Ora abbassa lo sguardo arrossendo lievemente mentre giocherella coi bottoni della camicia nera. Non posso evitare di notare quando grandi siano le sue mani e come le dita affusolate toccano il punto del petto scoperto.

Nah, non sto sbavando come cane.

"Oh, grazie," Sposto il peso sull'altra gamba ritenendo stupida l'azione, dato che mi fa male il piede, oltre al ginocchio. "Ma ieri non avevo nulla con me." Inclino la testa mentre lui si fa rosso.

Aw, com'è carino.

"Veramente..." Si gratta il retro del collo evitando il contatto dei miei occhi. "era solo una scusa per parlarle."

Il mio cervello è in tilt mentre il mio cuore si è arrestato di colpo. Non mi rendo conto di star trattenendo il respiro fino a quando mi sento mancare l'aria.

Ho capito bene?

"Be', dato che è nuova mi piacerebbe darle delle lezioni... Private. Sa," Un colpo di tosse portandosi una mano chiusa in un pugno alla bocca. "per rimanere al passo con gli altri studenti."

O mio dio, lezioni private col prof. Sesso.

"M-ma certo! Sarebbe magnifico." I suoi occhi mi guardano e s'illuminano.

"Perfetto! Iniziamo ora." Mi sorpassa entrando nella camera.

Lo raggiungo velocemente dopo aver chiuso la porta. Lui si diede comodamente sul letto continuando a maneggiare con i bottoni bianchi.

"Fa caldo qui." Inizia a sbottonarsi in cima mentre lo fisso con occhi quasi fuori dalle orbite. "Perché non si avvicina?" Continua a sorridermi ed io sono senza parole mentre faccio due passi in avanti inciampando nuovamente sulla maledetta valigia finendo proprio sopra di lui.

Che figura...

Il mio naso è a tre pollici lontando dal suo, il mio sguardo cattura le sue invitanti labbra per poi passare ai suoi occhi sorpresi.

"Lei è molto frettolosa, vedo." Ridacchia socchiudendo le palpebre.

Oh, pure la sua risatina da fatina è così carina.

"Ma non c'è problema," Si avvicina lentamente al mio viso arrossato. "possiamo incominciare subito." Sussurra a pochi centimetri dalle mia labbra. Se fossi collegata ad una macchina dei battiti del cuore a questo punto sarebbe scoppiato. Chiudo gli occhi aspettando il bacio.

"Hey!" Mi sento scuotere le spalle e una voce sconosciuta rimbombarmi alle orecchie. Spalanco gli occhi alzandomi di scatto a sedere facendo scontrare la mia fronte contro qualcosa.

"Ahia!" Esclama la ragazza dai capelli neri davanti a me mentre si tiene la fronte con il palmo della sua mano.

"Santo cielo, scusami!" Mi affretto ad alzarmi dal letto per vedere se sta bene. Poso una mano sulla sua spalla. "Tutto a posto?" Mi scansa allontanandosi. Un secco 'sì' esce dalle sue labbra dipinte di viola mentre il senso di colpa mi impadronisce. "Scusa..." Sospiro cercando di accendere il mio cervello mezzo addormentato.

Il professor Irwin, la camicia, la risatina, il quasi bacio... era tutto solo un sogno!

Seguo con gli occhi la ragazza che si butta sull'altro letto, sopra le calze a rete porta una gonna di pelle nera, indossa una canotta grigia nonostante sia quasi dicembre - e solo a vederla sento freddo-, ai piedi le Dr. Martens bianche sopra il letto.

"Uhm... Chi sei?" Incrocia le braccia alzando gli occhi al cielo.

"La tua nuova compagna di stanza, evviva." Esclama con finto entusiasmo. Afferra il suo cellulare e si mette le cuffie alle orecchie evitando di conversare. Roteo gli occhi sbuffando mentre sento una familiare melodia risuonare per la stanza.

"Ascolti gli Echosmith?" Si toglie una cuffia puntando gli occhi grigi su di me, così gelidi. Brr.

"Seh." Aspira l'h. "Zaira." Distoglie lo sguardo da me per guardare lo schermo illuminato.

"Come?"

"È il mio nome."

"Oh," Annuisco strofinandomi gli occhi, "Zaira?"

"Mh?"

"Senti, ti andre...esser...amica?" Mormoro abbassando gli occhi a terra. Che richiesta ridicola, mi sembra di aver quattro anni.

"Cosa hai detto?" Alza lo sguardo con le sopracciglie aggrottate.

"Niente." Dico come sempre quando la gente non mi capisce, non mi sente. Lascio perdere sia perché non ho voglia di ripetere sia perché spesso dico cavolate quindi cerco di non ridicolizzarmi di più. Passo spesso per quella stupida che non capisce nulla, che chiede cose futili e superflue, che tutto e niente; ed è abbastanza frustrante perché so di essere un po' più di così, ma preferisco nascondermi e isolarmi nel mio piccolo mondo per cercare di scappare silenziosamente dagli altri fingendo, in qualche modo, di trovarmi bene così come sto e appaio.

Zaira alza le spalle prima di ritornare ad ascoltare Cool Kids a tutto volume.

•••

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Scusate per la brevezza (si dice?) del capitolo.

Siamo arrivati ai 200+ voti e sono più che felice *~*

Sto pensando ad una nuova storia (sì, sono pazza dato che ho già due storie più altre tre -o forse quattro, non ricordo ewe- traduzioni) natalizia su Luca Roberto, yep.

badpaq x

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