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Day 1 - parte 3

"Le regole sono semplici: colpite con le palle di neve i vostri avversari, ogni persona colpita vale un punto per la squadra avversaria. Due punti se colpite i caposquadra, ovvero Regina e Hirin.

Non potete superare la linea centrale, penalità: meno cinque punti.

Avete un solo minuto per costruire le vostre barriere, trincee o quel che volete, volendo anche le palle - in quell'arco di tempo nessuno può colpire nessuno.
Una volta finito il minuto si inizia la vera battaglia: tempo dieci minuti in totale, due minuti di pausa tra il quarto e il sesto minuto.

Vince la squadra con più punti. Tutto chiaro?" Spiega e infine domanda Tristan. Tutti noi annuiamo sfregandoci le mani coperte dai guanti.

"Non abbiamo un arbitro." Sottolinea Camilla incrociando le braccia per cercare di riscaldarsi.

"Sì, invece." Ashton sbuca dal nulla avvicinandosi a Ed e Tristan. "Siete pronti?" Chiede, sistemandosi gli occhiali da sole, anche se di sole non ce n'è molta. Guardo la mia squadra: Calum, Ed, Tristan e Luke. Solo ora mi accorgo che sono tutti maschi e io l'unica ragazza.

"Dacci due minuti per discutere con la squadra." Io e la mia combriccola ci riuniamo in cerchio, mentre nella mia mente cerco qualcosa da dire.

"Qualche piano? Strategia?" Domando osservando i ragazzi che fanno spallucce. "Avanti! Non vogliamo che quell'oca vinca, no?"

"Hey, non chiamarla in quel modo." Protesta Luke, il che mi fa paralizzare e crescere un groppo nella gola. "Cosa c'è che non va in lei? Non è una cattiva ragazza, infondo." Il fatto che la difenda mi manda su tutte le furie, gli occhi mi pizzicano, mentre cerco di mandare via la brutta sensazione che mi ha cambiato decisamente l'umore.

Prima fa tutto il gentile, poi si mette a difendere la ragazza che detesto. Ma poi ricordo che Regina potrebbe essere la sua, ugh, ragazza, mentre io non sono altro che un'amica "da compagnia" per lui e questo mi fa incazzare trecento volte di più.

"Ma ha gettato la mia felpa sul fuoco!"
Per non parlare di quando mi ha buttato i vestiti in piscina. Che problemi ha con i miei abiti?

"È stato un incidente, cresci un po' e non fare la bambina capricciosa."

Ouch.

Un coltello mi ha infilzato il petto. Forse due. O mille.

"Come vuoi." Borbotto, cercando di trattenere le fastidiose lacrime che mi appannano la vista. "Devo andare in bagno." Quasi sussurro con voce stridula a causa del blocco, prima di correre all'interno dell'albergo. Sento dei passi sulla neve seguirmi, ma li ignoro affrettandomi ad entrare.

"Hirin!" Mi sento chiamare, ma se mi girassi, chiunque sia mi vedrebbe in uno stato pietoso e non voglio sentirmi ancora più ridicola di quanto già sono.

Avanti Hirin, da quando sei così debole e piagnucolona?

"Hey, hey, hey." Mi sento afferrare la spalla, facendomi girare. I miei occhi rossi dal pianto incontrano quelli color pece di Calum, che mi guarda preoccupato, prima di stringermi a sé. "Cosa succede, mh? È per Luke, non è vero?" Sento la sua voce vibrare nel petto, contro il mio orecchio. "Ti piace." Afferma senza chiedere.

"Non dovrei." Mormoro contro il suo giubbotto nero. "È impegnato." E nel caso m'innamorassi di lui potrei non uscire da questo gioco.

"Dici per Regina?" Annuisco, allontanandomi da lui. "Be', Luke non sa cosa si perde." La mia mano schiaffeggia il suo braccio. "Ahio!"

"Non fare lo sdolcinato come me, Mr. Cupcake." Uh, era da un po' che non lo chiamavo in questo modo. "Riserva questo zucchero per la ragazza, come si chiama? Camilla?" Vedo le sue guance tingersi di rosso. "È la tua fidanzatina?" Lo provoco, dandogli un'amichevole gomitata.

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