Click 15: Hand(some)

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[ASHTON FUCKING IRWIN]

Day 2 - parte 1

Ciaspole. Quanto le odio.

Sono già due ore che stiamo scalando la montagna, infernale per i miei poveri piedi. Il sole brucia in alto nel cielo azzurro di mezzogiorno, è cocente e crea una sorta di sauna dentro le mie vesti, mandandomi una sensazione poco piacevole. I miei passi si fermano ormai troppo affaticati per proseguire, mi siedo sulla neve, non preoccupandomi di intralciare il cammino degli altri - sono comunque tra gli ultimi.

Provate a immaginare chi altro c'è con me.

"Lukey, mi fanno male, male, male i piedi. Non ce la faccio più!" Lagna Regina a pochi passi dietro di me, facendomi roteare gli occhi. Pesco dallo zaino la bottiglietta d'acqua ormai quasi finita e inizio a bere piccoli sorsi - cercando di ignorare la conversazione tra Barbie e Ken - per poi chiudere il tappo e rimetterlo a posto.

"Troppo stanca?" Alzo lo sguardo verso l'alto socchiudendo gli occhi a causa del sole, mentre cerco di identificare la persona di fronte a me. Il volto è praticamente oscurato perché la luce batte dietro la sua testa, impedendomi di veder appieno il viso. Riconosco poi dei riccioli che spuntano sotto il cappello di lana, facendomi spuntare un lieve sorriso.

"Un po'." Ammetto sbattendo più volte gli occhi, vedendo la solita strana luce verde neon quando abbasso le palpebre. Lo vedo allungare una mano verso di me, offrendomi aiuto per tirarmi su, che io declino scuotendo la testa, riuscendo ad alzarmi da sola. "Grazie lo stesso." Bisbiglio più a me stessa che altro.

"Siamo quasi in cima, possiamo farcela." Sorride incoraggiandomi e io annuisco anche se stanca e fin troppo sudata. "Scommetto che da lassù c'è una bellissima vista." Annuisco ancora senza sapere cosa dire. È sempre imbarazzante parlare con i professori su argomenti che siano al di fuori del scolastico. E il fatto che stia conversando con il Sexy Prof. - come ho sentito nominare dalle mie compagne - non fa altro che peggiorare la situazione, rendendola ancora più imbarazzante e difficile da sostenere senza venir- cioè svenire.

"A quanto pare siamo proprio gli ultimi." Ridacchia mentre proseguiamo lentamente lungo il sentiero. La coppietta bionda ci è davanti, discutono su qualcosa riguardo a nomi e cazzate varie.
Li guardo tenersi saldamente la mano, questo mi provoca un senso di vuoto allo stomaco dalla gelosia o forse anche perché a colazione non ho praticamente mangiato nulla se non una fetta di pane e nutella. Anche se avrei voluto ingoiare qualcosa di più, proprio non riuscivo, avevo la nausea e ora mi sta ritornando.

"Hai mai suonato in una band?" Chiedo a random, giusto per fare un po' di conversazione. Il Professor Irwin è sorpreso dalla mia domanda, ma allo stesso tempo sembra felice che glielo abbia posto, guardando l'improvviso scintillio nei occhi e il grande sorriso dove mostra le fossette.

"Certo, parecchi anni fa, quando avevo più o meno la tua età. Suonavo la batteria nelle band emergenti, poi mi cacciavano non appena trovavano qualche altro batterista, forse perché erano tutti migliori di me." Sorride, ma questa volta non molto felice, più malinconico. "Ho sempre voluto avere una mia band." Ammette con lieve imbarazzo, ma anche rattristato.

"Non è mai troppo tardi."

"Tu credi? Ormai sono troppo 'vecchio'." Fa le virgolette con le dita per sottolineare la parola. Sbuffo divertita, scuotendo lievemente la testa. "Quanti anni mi dai?"

"Oh, non chiedermelo: l'ultima volta che qualcuno me l'ha chiesto, gli ho detto che sembrava un trentenne."

"E quanti ne aveva?"

"Diciotto." La sua risata risuona nelle mie orecchie, mandandomi un certo calore al petto. Sorrido involontariamente e non appena me ne accorgo, tento di nasconderlo dietro la mia mano.

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