Click 30: Bruises

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HAPPY BIRTHDAY ASHTON.

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Sono passate due settimane dall'appuntamento: in questo arco di tempo ho ignorato il professore e lui non ha tentato di parlarmi. Pensavo gli interessassi, ma alla fine non ero altro che un piccolo giro in giostra, un passatempo, probabilmente troppo noioso per essere divertente.

Non parlo con nessuno da giorni. Non so se vi è mai capitato una situazione del genere, ma sono attualmente in stato di depressione momentanea, dove mi sento appunto depressa senza un reale motivo. Mi sento come se un dissennatore mi avesse portato via la felicità dal mio corpo e che ora stessi vivendo come uno zombie. Tutto quel che faccio è fingere di ascoltare le lezioni, saltare pasti o comunque mangiare cibi poco salutari, leggere fanfiction per tirarmi su il morale e fare sonnellini nel pomeriggio invece che studiare e fare compiti.

Sì, stavo procrastinando alla grande.

Zaira, Luke e Calum hanno provato a convincermi di uscire un po' e fare attività sociali, ma non ho mai ceduto. Oltretutto io e l'aggettivo "sociale" stiamo in una frase solo se è presente il "non sono" fra i due.

Mi sento sola e angosciata, ma allo stesso tempo non voglio stare e/o parlare con nessuno. Sono una persona incoerente, lo so bene.

Il mio sguardo è fisso sullo scherno del mio cellulare, con l'app di Wattpad aperta in una storia. Nonostante stia leggendo quel capitolo più e più volte, non riesco a seguire la vicenda; leggo, ma la mia mente è altrove, persa in mille pensieri sconnessi fra di loro.

Perché la vita fa così schifo?

Dio, voglio morire.

Chissà da quanto tempo non lavo questi pantaloni.

Diamine, ho finito la scorta di cibo.

Uccidetemi.

Un tonfo fuori dalla porta mi fa staccare lo sguardo dal cellulare. Sento una chiave infilarsi nella toppa della serratura; molto probabilmente è Zaira. Ultimamente esce più del solito e torna sempre brilla, mi rivolge frasi senza senso, per poi addormentarsi con gli vestiti adosso.

Con la guancia spiaccicata al cuscino aspetto la sua solita entrata dove ridacchia cinque volte al minuto, certo non voglio vederla piangere disperatamente, ma quelle continue risate non sono molto gradite alle mie orecchie.

"Gesù è ritornato!" esclama per poi ridere. Vedo anche Luke che l'aiuta a raggiungere il letto senza farla cadere. "Ciao, Hirin." mi saluta mentre fa sedere la ragazza. Faccio un cenno con la mano.

"Come stai oggi?" alzo le spalle mettendomi a sedere. Vedo il suo sguardo percorrermi il corpo che poi nascondo sotto le coperte.

"C-cosa?" la mia voce gracchia non essendo stata utilizzata per tempo prolungato. Mi sento nuda sotto i suoi occhi, nonostante sia anche fin troppo vestita.

"Indossi il mio maglione."

Oh.

Guardo il capo e improvvisamente mi ricordo quando me lo imprestò. Ricordo di Regina che stava "morendo" di freddo alla gita e voleva qualcosa per coprirsi, Luke ci chiese se avessimo qualcosa da darle, senza sapere il vero obiettivo di Regina che voleva disperatamente che lui le desse il maglione che ora stavo indossando. Offrii la mia felpa perché beh, ero cotta di Luke, anche se non l'avevo ancora ammesso. Il resto è storia.

Mi interessa ancora? Diamine, sì.
Voglio dirglielo? No.

"Vuoi?" inizio ad alzare l'orlo del maglione, ma la mano di Luke mi ferma, lasciando la presa su essa. "Puoi darmelo un'altra volta." la mia mente perversa pensa male, ovviamente.

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