Click 32: Apologizes

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Leo sbadiglia per l'ennesima volta, stropicciandosi gli occhi con i piccoli pugni mentre è intento a guardare un'episodio di Naruto sul computer. Chiudo il libro di Storia dell'Arte, posandolo affianco a me, sopra uno dei cuscini del divano in pelle color panna e guardo l'ora sullo schermo del cellulare, notando che sono le nove passate.

"È ora di dormire, Leo." scompiglio leggermente i suoi capelli biondicci mentre lui piagnucola. "Non voglio!"

"Ma devi. Avanti, mamma e papà arriveranno fra poco e se non ti vedono a letto ti sgrideranno. Vuoi essere sgridato?" scuote velocemente la testa prima di mettere in pausa il video, fermando l'immagine su Sasuke. Quando tempo fa guardavo Naruto in TV, avevo una microscopica cotta per quel personaggio; adoravo i suoi capelli blu e la sua aura misteriosa e solitaria.

"Io non ho un papà." mormora il bambino, facendomi sgranare gli occhi e boccheggiare senza sapere cosa dire. "Non lo ho mai incontrato." continua guardando lo schermo del pc diventare blu e poi nero, lo chiude e lo posa sul tavolino di vetro senza difficoltà.

"E... e Ashton?" quando l'avevo visto affianco alla madre pensavo fosse anche lui genitore di Leo, avevo notato anche alcune somiglianze: occhi verdastri e fossette; ma immagino di essermi sbagliata.
Dopo averlo riconosciuto, Sylvie aveva chiesto come ci conoscevamo e lui aveva raccontato con talmente tanta nonchalance che mi aveva fatto venir voglia di prenderlo a pugni, anche se sono troppo debole per i suoi muscoli.

"Oh, è solo una mia alunna di scuola." aveva detto, giocherellando con il suo anello nell'anulare sinistro.

L'anello è ciò che mi aveva fatto scattare di rabbia, ma ovviamente ho dovuto trattenere tutto dentro per poter tenere il lavoro.

Dannato Irwin.

"Ashy mi compra tanti tanti regali." dice il biondo, allargando le braccia per dimostrarne la quantità. "È simpatico. Mamma dice che presto diventerà il mio nuovo papà, ma io voglio conoscere il mio vero vero papà..." tiene il broncio incrociando le braccia al petto, prima di scendere dal divano con un leggero tonfo e scappare giù per il corridoio. Sospiro mentre lo seguo e lo raggiungo in cameretta. Le pareti sono completamente blu, prive di disegnini o fogli, il letto è coperto da lenzuola azzurrine, una televisione è attaccata al muro davanti al letto e nell'altro lato della stanza vi è un armadio di legno chiaro. Nonostante mi piacciano i colori, la stanza sembra essere triste, non sembra appartenere a quella di un bambino.

"Pigiama." indica l'interno dell'armadio, su un ripiano piuttosto alto per Leo che tenta inutilmente di alzarsi in punta di piedi per afferrare il cambio. "Aiuto?" annuisco raggiungendolo e prendendo con facilità i due pezzi del pigiama grigio prima di passarglielo. Dopo essersi cambiato, Leo sale sul letto e si mette sotto la coperta con un leggero sbuffo. I denti erano già stati lavati precedentemente.

"Buonanotte." augura tra uno sbadiglio, facendo sbadigliare anche me. "Notte, Leo." spengo la luce, per poi chiudere lentamente la porta.

Ritorno in salotto, stiracchiando le braccia verso l'altro e mi siedo nuovamente sul divano con volto visibilmente stanco. Poco dopo, il rumore della serratura mi avverte del ritorno dei due fidanzati e, quando li vedo entrare ridacchiando, mi rialzo in piedi cercando di tenere un'espressione impassibile. "Oooh, dai Ash, c'è un'altra persona." Sylvie copre la sua risatina con il palmo dopo che Ashton ha poggiato la grande mano sul fianco di lei. La donna sussurra qualcosa al suo orecchio facendogli spalancare gli occhi, cosa che tenta di nascondere subito dopo, quando il suo sguardo punta su di me.

"Ben ritornati." li accolgo con finto entusiasmo, infilando velocemente in borsa il libro che avevo lasciato sul divano. "Leo ha già preso le sue medicine e ora sta dormendo. Penso il mio tempo sia finito, quindi..." lascio la frase in sospeso, sperando capiscano che voglio la mia paga. Non posso certo dire 'hey tu donna, dammi i miei soldi così posso andarmene ed evitare di uccidere il mio professore'.

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