"Te lo ripeto per l'ultima volta, non ho mai recitato in un porno!" Sbuffò con tono lamentoso il moro sdraiato al mio fianco. Sapevo perfettamente che era divertito, ma non voleva darmi la soddisfazione di vederlo ridere.
"Sei serio? " Chiesi nuovamente. Lui alzò gli occhi al cielo e si morse il labbro, soffocando il sorriso ironico che si stava formando sulle sue labbra. Tornò a guardare lo schermo del suo telefono, non prestando davvero attenzione a quello che faceva. "Non mi piace essere ignorata." Sbuffai, mettendomi seduta e raccattando il libro dei sonetti di Shakespeare sul comodino. Lui mi concesse un briciolo di attenzione e piegò l'angolo destro della bocca in un sorriso.
"Sembri una gattina offesa." Ridacchiò, mettendo nella tasca il suo Iphone.
"Vaffanculo, Zayn."Borbottai con poca finezza.
"E sei anche permalosa." Rise, avvicinandosi di più a me.
"Io non sono permalosa." Ribattei, chiudendo di scatto il libro.
"Oh sì invece!" Mi prese in giro e si sedette di fronte a me. Io buttai a terra il volume di Shakespeare, mi appoggiai meglio con le schiena alla spalliera del letto e gli feci segno di sdraiarsi. Lui appoggiò la testa sul mio stomaco e sospirò. Come era possibile che io e Zayn fossimo sullo stesso letto senza saltarci addosso e ci stessimo comportando da fidanzatini? Era contro natura! Era come vedere un pesce volare! I ragazzi erano tornati all'Hyde Park, le coppie erano uscite e i single erano a fare shopping. Io e Zayn eravamo in stanza a coccolarci. Come diavolo era possibile?!
"Siamo proprio strani." Sussurrai sovrappensiero, accarezzandogli i capelli.
"Me ne rendo conto." Mormorò in assenso. "Siamo sopra un letto e non stiamo scopando. Roba da matti!" Ghignò. Io gli tirai un pugnetto sulla spalla e tornai a immergere le mani tra i suoi capelli. "Sei la prima ragazza che mi tocca i capelli. Qui a scuola sanno tutti della mia ossessione per i miei capelli." Confessò e io tolsi immediatamente le mani. "Ti ho detto di smetterla per caso? Ho solo detto che sei la prima, non che devi smettere." Borbottò, sistemandosi meglio tra le mie gambe. Appena tornai ad accarezzargli la cute, lui mugugnò in assenso. Se ne rendeva conto che stava facendo le fusa?
"A quanto pare non sono io la gattina qui. Stai miagolando, Zic." Sorrisi e il soprannome Zic, mi fece ritornare in mente la festa. Cosa avevamo davvero fatto la scorsa sera? Era una domanda che mi vorticava in testa già dalla mattina. "Ma alla festa noi abbiamo.."
"No, Emily. Te l'ho detto." Non mi permise di finire la frase.
"E' vero che ti ho fatto una sega nel bagno?" Chiesi.
"Sì e ci sai davvero fare, devo ammetterlo." Rispose incontrando il mio sguardo.
"Perciò io ti ho fatto sfogare gli ormoni e tu non hai ricambiato?" Risi, cercando di smorzare l'aria troppo seria.
"Mmh..sono stato parecchio stronzo. Forse dovrei darmi da fare.." Bisbigliò maliziosamente. Si girò verso di me e mi arpionò una coscia con la mano, facendomi scivolare sul copriletto. Appena riuscì a farmi sistemare in una posizione più comoda, si sdraiò su di me e strusciò il suo bacino contro il mio.
"Sei già eccitato?" Lo presi in giro, mordendomi un labbro.
"Questo è l'effetto che mi fai." Grugnì, spingendo l'erezione fasciata dai pantaloni all'altezza del mio clitoride.
"Cazz.." Mi morsi la lingua per non dargli la soddisfazione di gemere.
"Sei già eccitata?" Ripeté le mie stesse parole con un lampo divertito nello sguardo. Ero già eccitata! Sì! Come cazzo poteva essere possibile? "Ci sono molte possibilità, piccola ed ingenua Emily. Potrebbe essere perché è in arrivo la stagione degli amori, perché le mutande stringono troppo, oppure, ipotesi più improbabile, perché Zayn si sta strusciando su di te come un gatto in calore. Chissà quale delle tre!" Mi sfotté la mia vocina.
"Lo sai vero che non cederò?" Ansimai. Se fossimo finiti a letto insieme, sarebbe stato lui a pregare. Dovevo avere molto autocontrollo.
"Eddai Emily, la scommessa è basata su chi si innamora prima! Non su chi va prima a letto con l'altro!" Ridacchiò.
"Se cedessi adesso, ti sentiresti invincibile! Neanche fossi Achille quando uccide Ettore!" Soffiai e portai le mani dietro al suo collo. Il movimento di Zayn era sempre costante. Il modo in cui si strusciava sul mio clitoride era afrodisiaco. Stavamo scopando con i vestiti! Quei maledetti jeans erano diventati il mio nemico numero uno! Avrei voluto scomparissero! Tanto vale lasciarsi andare leggermente. Avvicinai la bocca al suo orecchio e cominciai ad ansimare. A lui sembrò piacere il mio gesto, tanto che aprì la bocca e sospirò pesantemente.
"Vuoi farmi morire, eh?" Sussurrò estasiato. La sua mano scivolò lungo le mie gambe, fermandosi sull'elastico dei leggins neri. Sollevò leggermente il golfino e il contrasto tra le sue dita fredde e la mia pelle calda, mi fece venire i brividi. "Ti stai arrendendo, Wonder Woman?" Sussurrò senza divertimento nella voce. Il suo tono era puro sesso. In quell'istante sulla sua fronte sembrava esserci un'insegna al neon grande come quelle di Las Vegas con la scritta "Scopiamo." Maledetto pakistano! Le mie mani sfiorarono il cavallo dei suoi pantaloni in modo insistente e lui rallentò i movimenti, con un'espressione orgasmica in faccia.
"Dovresti vedere la tua espressione in questo momento, Zayn. Sei spettacolare." Mormorai, socchiudendo gli occhi. Avevo voglia. Una maledettissima, insana voglia di farmelo. Lo presi dalle spalle e lo spinsi dalla parte opposta del letto, mettendomi su di lui. Mi strusciai contro il suo bacino e gli lasciai un bacio, per poi scendere lungo la mascella scolpita. Possibile che sembrasse in tutto e per tutto il David di Michelangelo?! Indugiai sul punto appena sotto l'orecchio destro, stesso punto in cui si congiungevano collo e viso. Succhiai la pelle e ci soffiai sopra poco dopo, facendogli venire i brividi. Mi morsi il labbro e gli sfilai la maglia, aiutata da lui. Solo in quel momento mi resi conto del meraviglioso tatuaggio appena sopra al pettorale destro: una scritta in arabo.
"E' il nome di mio nonno." Spiegò guardandomi. Per la prima volta vidi Zayn Malik come un bambino perduto. D'un tratto era diventato triste, un espressione sconsolata in volto. "E' morto cinque anni fa." Continuò e io non me la sentii più di andare avanti. La sua espressione da cucciolo mi fece sbollire del tutto e un senso di tristezza si impadronì di me. Mi lasciai andare lentamente contro il suo petto accarezzandogli il braccio e respirando il suo meraviglioso profumo. "Sai..c'è stato un periodo in cui i miei genitori si volevano separare e mio padre voleva tornare in Pakistan. Io avevo dieci anni e non capivo. Non riuscivo a capire perché volessero dividere la famiglia, distruggere quello che avevamo creato con fatica. Mi ricordo che appena l'ho saputo, mi sono rifugiato sulla casa sull'albero che avevo costruito con Harry nel bosco." Sorrise leggermente a quel ricordo. "Pensavo fosse colpa mia. Colpa del mio comportamento..La verità è che non sono mai stato un bravo ragazzo. Non ho mai dato motivo ai miei genitori di essere fiero di me. Li ho sempre delusi. Doniya era quella buona, quella intelligente, quella studiosa. Non mi sono mai impegnato più di tanto a scuola, io preferivo giocare a calcio con Louis o esplorare il bosco con Harry, mangiare con Niall o scherzare con Liam." I suoi occhi si fecero luminosi a ripensare ai ragazzi e alla loro amicizia. "Quel giorno mio nonno è venuto a cercarmi. Sapeva che ero nella casetta ed è venuto a parlarmi di quello che stava succedendo. Mi ha rassicurato, mi ha spiegato che non era colpa mia, né di Doniya, né di Waliyha o Safaa, le mie sorelle minori. Era una questione tra mia madre e mio padre." Doniya mi aveva parlato delle sue sorelle. Zayn ne era molto affezionato. Voleva un gran bene alle sue sorelle e si vedeva. "E' sempre stato il mio esempio. Il mio eroe. Su di lui potevo sempre contare, in qualsiasi momento." Zayn sospirò e mi accarezzò i capelli. "Quando è morto e mi ha lasciato solo..mi sono sentito abbandonato. Sono diventato intrattabile, chiuso..E' stato davvero un duro colpo per uno stupido adolescente.." Mormorò e si bloccò, cominciando a canticchiare a mezza voce. Tesi l'orecchio e riconobbi il ritmo di una ninna nanna, le parole erano arabe. La voce del moro era molto dolce, calda, musicale. Sentivo la malinconia nel suo tono. La sua ninna nanna, il movimento del suo petto e la sua mano tra i miei capelli mi fece chiudere lentamente gli occhi.
"Ti manca molto, eh?" Sussurrai, mentre il sonno incombeva su di me.
"Ogni giorno, Emy.." Sentii e mi lasciai andare tra le braccia di Morfeo.
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Your Love Is My Drug (Di Giulia_Choppers)
FanfictionEmily Allen, 18 anni, appena arrivata a Londra da Los Angeles con la sua migliore amica Giulia. La sua vita è perfetta, nonostante il suo passato leggermente tormentato. Bella vita, famiglia benestante, tanti amici e tutto quello che una ragazza può...