#Emily
Soffocai un urletto quando le mie spalle toccarono il muro. Il suo corpo era attaccato al mio bloccando ogni mia mossa. Non riuscivo neanche a spostare lo sguardo. Ero semplicemente fottuta. Lo guardavo dritto nei suoi occhi color ambra, cercando di capire cosa stesse pensando. Lui mi stava guardando dall'alto, dato che ero un po' più bassa di lui, ma poco importava ora. Il mio cuore poteva cedere a momenti, il respiro poteva fermarsi. Avevo ancora i capelli bagnati e una gocciolina scivolò giù da una ciocca, scendendo lungo il collo. Lui seguì il percorso della goccia con gli occhi per poi spostarmi i capelli e raccoglierla con la lingua. Io ero attaccata al muro con gli occhi sbarrati e sentivo solo la sua lingua che si spostava sul mio collo. Il mio cuore batteva a mille, le gambe sembravano voler cedere e la gola si seccò in un attimo. Feci un lungo respiro e poi la mia vocina mi rimproverò: “Chissà dov’è stata quella lingua prima di finire sul tuo collo. Emily, ti stai facendo trattare come una delle sue puttane.” Per quanto la vocina fosse fastidiosa, aveva ragione. Lui non mi stava vicino perché gli piacessi, perché fossi speciale. Lui mi vedeva come tutte le altre. Mi vedeva come un altro nome da aggiungere al suo diario delle Una botta e via. Come Christian. Feci scivolare le mie mani sulla sua maglia bagnata e lo spinsi via da me. Gli tirai uno schiaffo e sibilai:
“Non ti avvicinare più a me, chiaro?” Detto questo entrai in camera mia, aprendo la porta con la chiave magnetica. Chiusi la porta con un colpo netto e mi appoggiai ad essa. Mi lasciai scivolare fino a toccare terra e Giulia mi corse vicino. Non mi ero accorta della sua presenza.
“Cosa ti ha fatto quello stronzo?!” Mi domandò guardandomi.
“Nulla, Giulia. Mi rendo sempre di più conto quanto i puttanieri siamo estesi sulla superficie terrestre.” Sussurrai.
“Ehi, Emily.” Non mi accorsi neanche che avevo iniziato a piangere. “Ti prego non piangere.” Mi cominciò ad accarezzare i capelli, cercando di farmi calmare.
“Possibile che le persone ti vogliano usare solo per avere un fottuto orgasmo?” Dissi, piangendo silenziosamente.
“Allora avevo ragione io. Zayn ti ha fatto qualcosa. Dimmelo Emily.” Mi chiese.
“Non mi ha fatto nulla. Sono solo stufa di avere gente come lui e Christian intorno.” Mormorai e mi alzai, asciugandomi le lacrime. Per calmarmi del tutto avevo bisogno di fumare una fottuta sigaretta. Ma con Giulia in stanza non potevo. Mi avrebbe ucciso. “Giu, puoi uscire per qualche minuto? Vorrei rimanere sola.” Dissi imbarazzata. Mi sentivo una stronza a farla uscire dalla stanza, come se non la volessi intorno. Lei non fece domande e uscì. Presi la borsa, una sigaretta e la accesi. Mi fiondai sul balcone e aspirai un’abbondante boccata dalla mia Black Devil. Adoravo quel gusto di cioccolata che mi lasciava sulle labbra. Buttai fuori il fumo, che si dissolse in una nuvola indistinta. Mi leccai le labbra e sentì quel delizioso gusto che mi faceva stare sempre meglio. Continuai così per cinque minuti buoni e poi sentì bussare alla porta. Buttai velocemente la sigaretta fuori dalla finestra ed andai ad aprire la porta, sperando che Giulia non sentisse la puzza di fumo. Liam si fiondò nella stanza e la chiuse alle sue spalle.
“Mi spieghi che succede?” Mi chiese. Giulia, evidentemente, gli avevo detto che mi comportavo in modo strano. Lui si sedette sul mio letto e mi guardò come uno che aspetta delle spiegazioni.
“Non è successo nulla, Liam.” Sbuffai accendendo un’altra sigaretta e tornando sul balcone.
“So che non ti conosco, so che puoi non fidarti, ma se centra Zayn, io vorrei sapere.” Mi disse. Liam era estremamente dolce. Mi ricordava moltissimo mio fratello.
“Liam, non è una questione di fiducia. Se proprio vuoi saperlo, io mi fido più di te che molte altre persone che mi stanno intorno, sebbene non ti conosca per niente. Zayn non mi ha fatto nulla, davvero. Sono io che ho reagito male ai suoi modi di fare.” Presi una boccata dalla cicca che tenevo tra indice e medio e buttai fuori il fumo. “I suoi gesti mi hanno ricordato molto Christian. E mi sono sentita usata. Mi ha fatto rendere conto di quanto io fossi stupida ad essermi innamorata di uno così. Perciò mi sono sfogata su Malik con uno schiaffo.” Confessai tutto d’un fiato. Poi mi scappò una risatina nervosa e malinconica.“Sono patetica.” Sussurrai, aspirando subito dopo. Il ragazzo venne da me e mi abbracciò.
“Non giudicare le persone in base al tuo passato. Zayn è stronzo, è vero, ma ti assicuro che una volta che lo conosci non puoi fare a meno di diventare sua amica. Conoscilo e basta.” Mi sussurrò. “Ormai Christian appartiene al tuo passato. Concentrati sul presente.” Liam aveva sicuramente ragione, ma non so fino a che punto. Christian non apparteneva al mio passato, purtroppo lo sentivo ancora troppo vicino a me, al mio cuore. “No, Emily, non piangere.” Mi abbracciò più forte e mi asciugò le lacrime. Stavo piangendo? Davvero? Mi asciugai di fretta le gocce che scendevano lentamente dai miei occhi e spensi la sigaretta. “Vuoi venire in stanza con me? Ti faccio tirare su il morale da Niall!” Mi disse.
“No, davvero. Preferisco rimanere un po’ sola. Ci vediamo domani a lezione, Liam.” Lui mi guardò, mi diede un bacio e uscì. Il telefono riprese a vibrare. Un altro messaggio.
Non mi puoi evitare all’infinito, mia piccola e ingenua Emily. Ricordati che ti perseguito nei sogni. Ci vediamo lì ;) C.
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Your Love Is My Drug (Di Giulia_Choppers)
FanfictionEmily Allen, 18 anni, appena arrivata a Londra da Los Angeles con la sua migliore amica Giulia. La sua vita è perfetta, nonostante il suo passato leggermente tormentato. Bella vita, famiglia benestante, tanti amici e tutto quello che una ragazza può...