SPAZIO AUTRICE DELLA STORIA (Giulia_Choppers)
Dedico il capitolo a Zayn e al vuoto che ha lasciato nel mio cuore,
in quello di milioni di altre fan e in quello dei nostri ragazzi.
Quando capirai cosa hai abbandonato,
sarà troppo tardi.
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-Venerdì 11 Marzo (tardo pomeriggio)
Zayn aveva appena finito la partita, quella programmata per quel pomeriggio contro una squadra vicino Manchester. Essendo che, subito dopo la fine, saremmo dovuti partire per il weekend dai miei genitori a Los Angeles, la famiglia di Zayn era venuta a vederlo giocare, mentre io e le ragazze della crew li sostenevamo con i nostri tifi - davvero patetici e da cliché americano - da cheerleader a bordo campo. Una volta finita la partita - ovviamente vinta - ci catapultammo entrambi in stanza per prendere le borse; io che le finivo di preparare mentre Zayn si faceva la doccia.
"Zayn, devi muoverti." Lo spronai, guardandolo correre da una parte all'altra della stanza per vestirsi e darsi una sistemata.
"Ci sono, ci sono. Devo solo mettermi le scarpe." Mormorò, i capelli ancora umidi ma coperti dal cappuccio di una sua felpa.
"I tuoi genitori ci aspettano nel taxi." Lo informai, controllando ancora di aver preso tutto.
"Che gioia." Non era molto felice della presenza del padre.
"Ma si, ignoralo." Uscimmo di fretta e ci posizionammo nel taxi - più furgoncino - davanti all'entrata, trovandoci sommersi da parenti Malik. C'era tutta la famiglia al completo, tranne Boris che era rimasto dalla nonna Karin. Una volta date le indicazioni al taxista, l'unico rumore in macchina erano le chiacchiere di Safaa su quanto suo fratello fosse bravo a giocare.
"E poi..ha fatto quella cosa con la testa e la palla è finita vicino ad Harry - quanto era carino? - e poi.."
"Eravamo anche noi a vedere la partita, sai?" La interruppe Waliyha, alzando gli occhi al cielo e beccandosi un'occhiata di traverso da Doniya.
"Antipatica."Borbottò la piccola, stringendosi più vicina a suo fratello che la abbracciò stretta.
"Comunque sei davvero bravo, non vedevo una tua partita da..cinque anni forse." Sorrise sua madre, sporgendosi dai sedili dietro ai nostri per accarezzare i capelli di suo figlio. Yaser, seduto davanti vicino al taxista, borbottò qualcosa che nessuno sentì.
"Cinque partite e abbiamo finito il campionato." Comunicò il mio ragazzo.
"E se arrivate primi che succede?" Domandò la più piccola.
"La scuola vince dei soldi per a ristrutturazione della palestra e noi giocatori ci becchiamo la gloria, la fama e l'A-level di educazione fisica."
"Erano meglio i soldi." Fischiettò Doniya ridendo per la faccia di suo fratello.
"Oh, lasciate stare il mio piccolo." E detto questo, gli stampai un bacio su uno zigomo.
"Finalmente qualcuno che mi difende. Menomale che ci sei tu." Mi lasciò un bacio sulle labbra con in sottofondo il 'bleah' di Safaa.
Arrivammo a Los Angeles, stanchi morti, circa alle otto e un quarto di sera. I miei genitori erano sulla soglia di casa ad aspettarci, con due sorrisi gemelli a illuminare quasi il vialetto.
"Buonasera a tutti." Salutarono in contemporanea, poi mia madre diede un bacio a me e strinse Zayn in un caloroso abbraccio. Mio padre mi baciò la testa e diede al mio ragazzo una pacca sulla spalla chiedendogli come stava.
"Sono stanco. Davvero tanto." Si strofinò un occhio. "E sto morendo di fame." Mia madre rise.
"Beh, per tua fortuna, c'e tanto da mangiare in sala." Commentò lui, spostando poi lo sguardo sulla famiglia di Zayn. "E voi dovete essere la famiglia Malik, è un piacere conoscervi."
"Signor Allen.." Cominciò Zayn.
"Tony." Lo corresse, facendogli capire che doveva dargli del tu.
"Tony, loro sono le mia sorelle minori Safaa e Waliyha, mia sorella maggiore Doniya, mia madre Patricia e..Yaser." Li presentò indicandoli. Mio padre si avvicinò e strinse a tutti la mano, Safaa compresa che mormorò di sentirsi grande. "Mentre loro sono Agnese e Tony, i genitori di Emily."
"E' un piacere conoscervi." Disse subito Trisha.
"Ma perché fare le presentazioni qui fuori, venite dentro, la cena è già pronta."
Alla fine la cena era andata meglio del previsto, mia madre aveva messo a proprio agio tutte le ragazze, parlando con Trisha e Doniya di alcuni piatti che aveva mangiato quando era andata in Francia, mio padre era riuscito a parlare con Yaser - cazzo, l'aveva fatto parlare civilmente -, discutendo su qualche squadra di baseball a caso. I miei genitori stavano tentando in tutti i modi di fare bella figura con i genitori di Zayn; avevano capito quanto io ci tenessi a lui. Una volta che la cena fu digerita e i piatti caricati nella lavastoviglie - sì, eravamo ricchi, ma non avevamo di certo cameriere, cuochi e maggiordomi; solo una colf che veniva due volte a settimana -, i miei genitori, mostrarono a tutti la propria stanza, con annesso tour della casa.
"E qui ci sono le stanze dei due piccioncini." Concluse mio padre.
"Stanze?" Domandai. Mio padre mi sorrise comprensivo e fece un lieve cenno verso la famiglia di Zayn. Voleva forse dimostrare il suo interesse verso la virtù di sua figlia?
"Ho pensato di farvi dormire in due stanze divise, così da.."
"Papà, a casa Malik, io e Zayn abbiamo dormito insieme." Lo interruppi e si guardò intorno e sorrise più tranquillo.
"Oh, allora potete tranquillamente.."
"A me sembra una splendida idea, invece." Ribatté Yaser. "Mettere un po' di..distanza." Avevo già esplicato il mio odio verso quell'uomo? No? Beh, stavo seriamente valutando la possibilità di..avvelenarlo. Nonostante m avesse semi-accettata come fidanzata di suo figlio, ce l'aveva leggermente con me per quello che avevo detto quando ero andato a casa sua. Si divertiva a rendermi la vita difficile.
"Ook, quindi.." Mormorò mio padre. "Buonanotte?"
"Sì, buonanotte." Gli altri si avvicinarono alla propria stanza, Yaser aspettò al fondo del corridoio, giusto per vederci entrare in due stanze separate. Io sbuffai e mi avvicinai a Zayn, sussurrandogli un:
"Non sopporto tuo padre." Lui rise, attirandomi a sé tramite il polso - senza toccare il tatuaggio, ovviamente nascosto -.
"Benvenuta nel club." Avevamo ancora lo sguardo di Yaser addosso, quindi - togliendo l'enorme imbarazzo - passai una mano tra i capelli del mio ragazzo e lo attirai a me, labbra su labbra. Lo baciai per dargli la buonanotte e solo quando sentii Yaser sbuffare ed entrare nella stanza, dove Trisha stava già probabilmente dormendo, mi staccai da lui, passandomi la lingua sul labbro inferiore per raccogliere eventuali resti della sua saliva.
"Beh, buonanotte Zic." Augurai, voltandomi ed entrando nella stanza che era mia quando abitavo li. C'erano ancora i poster di Adam Levine, Matt Bomer e uno molto inquietante di Robert Pattinson in versione Edward Cullen.
"Dio, che ragazza!" Sospirò lui, come sognante, entrando a sua volta in stanza. Mi spogliai e mi infilai la maglia e i pantaloni con cui avrei dormito, spalmando poi la crema sul tatuaggio come mi aveva detto di fare il tatuatore. Subito dopo mi lavai i denti e aspettai un messaggio di Zayn perché, ne ero sicura, tempo due minuti e mi avrebbe scritto. Sorrisi vittoriosa quando sentii il telefono vibrare sul comodino. Guardai il messaggio e mi morsi sovrappensiero il labbro alla vista della tenera foto che mi aveva mandato.
Mi annoio :(
Quello era il messaggio, con la foto di una sua espressione a metà tra lo stanco e l'imbronciato e con addosso il maglione che non si era ancora cambiato.
Ow, dillo che ti mancò u.u
Risposi allora io, già pronta ad attraversare il corridoio e andare in stanza da lui.
Umh, forse..solo un pochino però.
Ecco, appunto.
Sto sgattaiolando da te. Aspettami xx
Per questo (e tanto altro) ti amo :D
Lasciai il telefono in stanza, sul letto ancora fatto, e corsi in stanza da lui, aprendo la porta e buttandomi tra le sue braccia sul letto - non prima di aver richiuso con cura la porta -.
"Beh, ciao bellissima."
"Ciao a te, splendore." Lo baciai e mi sistemai sul suo petto.
"Sono stanchissimo. Ho tanta voglia di dormire."
"Anche io, il fuso orario, rende fusa anche me." Lo appoggiai, mentre entrambi ci mettevamo sotto le coperte. "Quindi stasera niente sesso." Ridacchiai, stringendomi di più al suo fianco.
"Sono davvero troppo stanco per farmi venire un'erezione, o anche solo un accenno." Rise con me, sospirando rilassato dopo. "E sinceramente non me la sarei sentita di farlo in casa dei tuoi, a volte ho ancora l'impressione che tuo padre possa tirare fuori un fucile e spararmi dritto in fronte." Questa volta la risata mi uscì più forte della precedente.
"Che esagerato. Mio padre ti adora."
"Beh, sarebbe stato inquietante pensare a tuo padre con un fucile durante l'orgasmo. Davvero inquietante."
"Ancora peggio se l'avessimo fatto nella mia stanza. Ci sono ancora dei poster di varie mie cotte irrealizzabili, e farlo con i loro piccoli occhietti su carta che ci fissavano.." Rabbrividì al pensiero, ridacchiando poi con le labbra poggiate sul suo collo. Ci furono dei momenti di silenzio rilassante, solo il respiro di Zayn a cullarmi.
"Anche stasera, quindi, ho la fortuna di dormire sul mio fianco preferito..il tuo." Sussurrò stringendosi a me. "Quanto ti amo." Il mio cuore si riempì di talmente tanta felicità che quasi mi sembrava di scoppiare. Con gli occhi socchiusi dalla stanchezza, gli lasciai un bacio sulle labbra, ringraziando qualsiasi dio per avermi permesso di avere Zayn.
"Ti amo anche io, tantissimo."
-Sabato 12 Marzo (giorno dopo)
"Lo sapevo, lo sapevo, lo sapevo." Sbuffai assonnata, rifugiandomi nell'incavo del collo del mio ragazzo, sperando con tutta me stessa che Doniya si sarebbe stufata di provare a svegliarci e sarebbe uscita. "Ci avrei potuto scommettere le ovaie che voi due avreste dormito insieme comunque stanotte. E non le avrei perse."
"Molto interessante questo tuo discorso sulle ovaie." Sbadigliai, accarezzando il petto di Zayn con una mano.
"Lasciaci stare Don. Vai via." Borbottò lui, intrecciando le gambe alle mie sotto il piumone.
"Vi sto salvando il culo, tesorini. Sono le nove, papà non si è ancora svegliato e voi dovete tirarvi su prima che vi veda e inizi a rompere. Non vogliamo rovinare questa bella giornata, vero?" Zayn grugnì qualcosa in arabo e sua sorella gli diede un pugnetto sulla spalla, un sorriso comprensivo sulla faccia, prima di uscire dalla stanza. Odiavo quando diceva qualcosa in arabo e io non lo capivo. Appena finita la scuola mi sarei messa a studiare arabo.
"Che hai detto?" Chiesi, alzando il busto lentamente e strofinandomi un occhio con un pugno.
"Che può andare a farsi fottere." Ripeté, aggrappandosi alla mia vita per non farmi andare via dal letto.
"Dai, tesoro, alzati, andiamo a fare colazione." Mi voltai per stampargli un bacio sulla guancia, ma lui mi trattenne per darmene uno sulla bocca. Passai una mano tra i suoi capelli e glieli accarezzai."Stanno diventando parecchio lunghi, dovrai tagliarli prima o poi, amore." Non mi accorsi nemmeno di essermelo lasciato sfuggire di bocca, fin quando Zayn non si zittì e mi chiese con voce fievole:
"Dillo ancora." Espressione improvvisamente seria in viso.
"Devi tagliarti i capelli?" Lui alzò un sopracciglio come per dire 'hai capito cosa'. "Amore."
"Ancora."
"Amore, amore." Mi baciò ancora, più intensamente, sorridendo radioso.
"Ti amo." E come ogni volta che me lo diceva il mio cuore prese a battere come un pazzo.
"Anche io, tantissimo, davvero." Un altro bacio.
Alla fine dopo una bella colazione eravamo usciti e ci eravamo fatti un lungo giro - mano nella mano - per Los Angeles. Eravamo anche stati al mare, ma alle tre dovemmo rientrare per iniziare a prepararci per la festa organizzata dai miei genitori.
"Coraggio, ognuno nella propria stanza a prepararsi. Deve essere tutto perfetto! Michael e Lucia?" Eravamo appena entrati e mia madre era in crisi esistenziale.
"Arriveranno alle sei, già pronti." La rassicurò mio padre, salutandoci mentre si avviava in giardino per finire di sistemare tutto, insieme a una ventina di altre persone pagate apposta per aiutare nell'organizzazione dell'evento.
"E vi due che ci fate qui? Andate a prepararvi ora o entro le cinque non sarete pronti!" Ci spinse verso il corridoio.
"Mamma..sono le tre." Le feci notare.
"E' tardi. Oddio, come è tardi. Gesù misericordioso devo ancora prepar - voi andate subito!" Alla fine andammo a prepararci, lasciando mia madre con una risata per la sua eccessiva agitazione. Ci preparammo nelle nostre due stanze, poi Doniya mia truccò e mi sistemò i capelli, aiutata da Safaa. Quando uscimmo dalle ispettive stanze, io e Zayn ci guardammo a vicenda con gli occhi spalancati visto che mia madre aveva davvero fatto in modo che avessimo i vestiti in comune.
"Vicini siete così splendidi che quasi mi vien da piangere." Disse Patricia, sostenuta da mia madre che, passando di lì, ci scattò una foto con le lacrime agli occhi. Le nostre famiglie ci amavano. Beh, tranne Yaser che passando di lì, si limitò a fare una smorfia e uscire in giardino.
"Questa è mia figlia Emily, invece, e il suo ragazzo Zayn." Mia madre ci presentò all'ennesimo gruppo di amici/conoscenti, dopo averci fatto salutare gli altri parenti già conosciuti da Zayn al matrimonio di Michael - compresa la sorella di mia madre, Francesca, appena arrivata con la sua famiglia dall'Italia, che ci era corsa incontro abbracciandoci e sputando parole in italiano senza nemmeno accorgersene -. Poi, quando finalmente Mik e Lucia, arrivarono alla loro festa, fummo lasciati in pace con grande felicità di Zayn. Gli sposini ci vennero a salutare ed io abbracciai mio fratello, che poi tornò a salutare i presenti con la moglie. Dana rimase con noi, anche lei già stanca dei vari parenti strizza-guance e ci trovammo a parlare delle novità.
"Ho detto ad Axel che mi trasferisco a Londra." Mi disse e Zayn alzò un sopracciglio.
"Chi è Axel? L'ho già sentito."
"Il fratello di Duncan. Sono nel mio gruppo di cheerleading. Te lo ricordi? E' quello più piccolo."
"Ah, è il fratellino di quello che ci prova con te." Commentò scocciato.
"Duncan non ci prova con me." Mi lamentai, ma lui mi diede un bacio e mormorò di tacere perché aveva degli occhi e sapeva quando un ragazzo ci provava. "Torniamo a te, che è meglio." Dissi ignorandolo e riferendomi a Dana. "Come l'ha presa?"
"Mi ha urlato contro." Disse prima.
"Cosa?!"
"Mi ha urlato che sono avventata e pazza, poi mi ha baciata e mi ha detto che era così contento da sentire male al petto." Sorrise innamorata.
"Beh, è stupendo. Sono così contenta per te!" La abbracciai.
"Em, hanno portato fuori i drink, vado a prenderne due. Cosa vuoi?" Mi domandò Zayn.
"A me un Angelo Azzurro." Gli dissi e prima che potesse andare, lo fermai dalla cravatta e lo baciai sulle labbra. "Torna presto."
"E' bello il modo in cui ti guarda." Sussurrò Dana una volta che Zayn si fu allontanato.
"Il modo in cui mi guarda?"
"Già, i suoi occhi urlano amore per te. Non ha bisogno di parole per dirlo, basta guardarlo negli occhi. E' incredibile e bellissimo." Continuò con un sospiro da innamorata dell'amore.
"Oh, wow. Non pensavo si vedesse così bene ciò che ci lega."
"Si vede benissimo. E' come..una luce. Risplendete quando siete vicini."
"Romantico." Risi, dandole un bacio sulla guancia e scusandomi con lei per raggiungerlo.
"Ciao splendore." Mi salutò.
"Ciao, bel giocatore di football in smoking blu." Gli baciai una guancia e presi dalle sue mani il mio drink, voltandomi per guardarmi in giro.
"Guarda le nostre famiglie." Mi disse, indicando il gruppetto formato dai genitori di Zayn e Safaa - le altre due sorelle disperse -, i miei genitori, mio fratello e Lucia. Parlavano tranquillamente, ridendo di qualche aneddoto raccontato da Lucy e Kol.
"Credo che papà abbia accettato la vostra relazione." Ci comunicò Doniya, spuntando dietro di noi.
"Non credo proprio." Sbuffai.
"Ti assicuro che sta facendo di tutto per far andare d'accordo le due famiglie."
"Sarà cortesia." Ribattei.
"Papà ha molti difetti, ma non è falso. Se gli stai sul culo te lo fa sapere subito e senza giri di parole."
"Si, lo so." Borbottai, riferendomi alla mia prima cena con i Malik.
"Quindi i nostri genitori vanno genuinamente d'accordo." Concluse felice.
"Menomale, almeno quello." Mormorai, bevendo poi un sorso del mio drink. Doniya ci lasciò poco dopo e quando Michael e Lucy vennero a parlare con noi, si portarono dietro un'ennesima ondata di parenti. Subito dopo quelle lunghe chiacchierate con le annesse domande sul nostro fidanzamento, Zayn mi chiese con occhi imploranti di entrare in casa per sfuggire un attimo a tutto quello.
"Amo i tuoi parenti, sul serio, ma ho bisogno di un secondo di silenzio. Non sento nemmeno più i miei pensieri." Mi pregò, così ridendo per la sua supplica, lo presi per mano e lo portai dentro casa, diretta in biblioteca per avere completo silenzio. Quando entrammo dentro ed io chiusi la porta alle nostre spalle, Zayn si guardò intorno meravigliato. "Addirittura una piccola biblioteca? Che razza di casa avete!"
"E' stato un capriccio di mia madre, capriccio andato a mio vantaggio visto che ho letto praticamente tutti i libri che vedi."
"Davvero? Io avrò letto circa venti libri in tutta la mia vita."
"Questo perché tu preferisci i videogiochi alla cultura." Lui sbuffò, poi rise e mi fece una linguaccia. Si guardò ancora intorno e imprecò quando vide un biliardo. "Ma è stupendo!"
"Mio padre è un appassionato."
"Anche il mio. Da bambino mi ha insegnato a giocare." Sorrise lievemente.
"Vuoi fare una partita?" Domandai.
"Sai giocare?"
"In effetti no, so solo le regole generali..ma pensavo che tu potessi essere un ottimo maestro." Mi morsi il labbro e squarci di immagini di noi due sopra quel morbido tessuto verde mi fecero rabbrividire.
"Sì, si può fare." Rispose lui, un sorrisetto malizioso ad abbellirgli la bocca: aveva forse capito cosa avevo immaginato? Gli indicai dove c'era tutto l'occorrente per una partita e lui tirò fuori due stecche e le palle. Sistemò il tutto e mi consegnò una stecca. "Facciamo solo qualche tiro, ok? Giusto mettere in buca le palle e basta. Non far entrare quella bianca, però."
"Ho capito." Provai a sistemarmi per colpire, ma Zayn mi comunicò di essere in una posizione sbagliata. Venne dietro di me e mi fece piegare, una sua mano scivolò lungo il mio braccio per spiegarmi come tenere la stecca, l'altra appoggiata sul mio fianco.
"Dritta con le gambe." Mi istruì, lasciando cadere la mano dal fianco lungo una mia coscia, accarezzandola per rafforzare il concetto. "Ora prendi la mira e prova a tirare." Nonostante fossi distratta dalle mani del mio ragazzo sul mio corpo, feci quanto mi aveva suggerito lui: riuscii a colpire la palla bianca ma quella andò solo a sfiorarne un'altra, senza muoverla. Quando mi tirai su, mi strusciai involontariamente contro la patta dei suoi pantaloni, sentendolo sospirare. "Riprova ancora."Mi disse, la voce più roca. Mi piegai nuovamente e di nuovo il mio fondoschiena andò a diretto contatto con il bacino di Zayn, che questa volta si spinse leggermente in avanti. Per quel gesto sbagliai del tutto la mira, facendo sbattere la palla contro la sponda. "Non ci siamo. Non sei concentrata." Sussurrò, accarezzandomi i fianchi con i palmi aperti. "Fai un altro tentativo, piccola." Mi lasciai scappare un mezzo ansito, poi provai a prendere la mira e tirare, mentre lui disegnava cerchi con i polpastrelli quasi sulle mie natiche. Miracolosamente riuscì a fare in modo che la palla ne toccasse un'altra e quella finisse esattamente in una delle buche, il mio respiro accelerato come sottofondo. "Bravissima. Davvero, micetta, un talento." Mi mordicchiai il labbro, indecisa se tirarmi su o restare in quella posizione piegata. Lui sembrò decidere per me visto che mi posò una mano sulla schiena e mi fece toccare il tavolo con il seno, chiaro suggerimento a restare così. "E ora? Vuoi continuare a giocare?" Chiese, con evidente sarcasmo a sfumare la sensualità nel suo tono.
"Magari possiamo fare un gioco più divertente." Mormorai.
"Più divertente del biliardo?"
"Decisamente." Lui rise leggermente e mi accarezzò ancora i fianchi, sollevando lentamente la gonna del vestito. Lasciò una mano a riposare sui miei slip, accompagnando solo la mia frustrazione con pigre carezze delle dita, e portò l'altra nella tasca dei suoi pantaloni per tirare fuori un preservativo e appoggiarlo di fianco alla mia testa. "Preparato eh?"
"Speravo di avere un momento solo per noi. E guarda un po', i miei desideri si sono avverati." Mi accarezzò più intensamente, con precisione maniacale sopra la parte più sensibile del mio corpo, portandomi ad ondeggiare il bacino senza nemmeno volerlo. "Sei già eccitata, uhm?" Mugugnai un assenso, il corpo completamente sostenuto dal tavolo da biliardo.
"Ma non sono l'unica giusto?" Commentai, spingendomi indietro per sentire la durezza della sua erezione. "Scommetto che questa è una delle tue fantasie erotiche."
"Può darsi." Acconsentì, decidendosi a far scivolare in basso il mio intimo.
"Possiamo saltare i convenevoli e passare direttamente alla parte dove mi fotti sul tavolo?" Dissi a quel punto e lui con gran velocità si abbassò pantaloni e boxer, scartando poi il preservativo.
"Quanto ti amo." Sibilò, probabilmente in risposta a quello che gli avevo detto, entrando in me con un'unica spinta. Abbassai la testa dal piacere e incollai la fronte al tessuto verde, ansimando. Zayn cominciò con piccoli strattoni, quasi per scaldarmi per quello che avrebbe fatto dopo, facendo in modo che il piacere mi facesse contrarre i muscoli. Dopo una decina di affondi come quelli, uscì del tutto solo per rientrare di nuovo, più prepotente e veloce. Il bello del sesso con Zayn era che non era mai statico. Un attimo prima poteva essere rude, l'attimo dopo era dolce: veloce e lento, profondo e superficiale, piacevole e quasi doloroso. E mentre lui mi accarezzava i fianchi e li stringeva per avere più controllo sul mio corpo, io riuscivo solo ad ansimare e sentire il mio cervello andare in cortocircuito. In quel momento erano affondi veloci e profondi, quelli che preferivo in assoluto.
"Non abbiamo chiuso a chiave la porta." Sibilai.
"Mmh, immagina se tuo padre entrasse ora." Mugugnò con voce rota dall'eccitazione. Il giorno prima era quasi spaventato da mio padre, ma in quel momento, sembrava essere al limite del piacere, l'adrenalina a scorrere veloce come il sangue. "Vedrebbe l'adorabile fidanzato della figlia, possederla sul tavolo che lui ha comprato per giocare a biliardo."
"Oh dio.." Gemetti, una spinta più forte ad inchiodarmi contro il legno.
"E vedrebbe quanto ti piace. Vedrebbe quanto la figlia sicura di sé, si scioglie tra le mie mani." Sussurrò le ultime parole vicino al mio orecchio, accarezzando con i palmi aperti i miei fianchi."Gemeresti più forte?" Mi chiese e in risposta, anticipai il suo affondo portando indietro il bacino.
"Molto più forte." Risposi. "Per farmi sentire anche da quello stronzo di tuo padre." Lui rabbrividì, forse immaginandosi la scena, e io approfittai dalla sua disattenzione per staccarmi dal tavolo e farci sdraiare il mio ragazzo sopra, salendogli a cavalcioni. "Non ti piacerebbe fargli vedere quanto siamo belli insieme? Quanto ci apparteniamo?" Mi calai su di lui sempre più velocemente, il respiro spezzato e i muscoli tremanti. Zayn imprecò in arabo, stringendomi forte i fianchi e tenendomi leggermente sollevata per dare dei colpi secchi e veloci del bacino. Lo stomaco mi si contorse e un piacere liquido mi fece aggrappare alle sue braccia, l'orgasmo a farmi chiudere gli occhi in estasi. Strinsi forte i muscoli, quasi soffocandolo nella mia presa, e Zayn venne subito dopo di me, chiudendo un labbro tra i denti e facendomi afflosciare sul suo petto priva di forze. Ci vollero alcuni minuti perché rimettessimo in funzione cervello e muscoli, ma una volta fatto, rivestiti e ancora con le labbra attaccate in un bacio, Zayn mormorò un:
"Forse dovremmo tornare fuori, eh?"
"Secondo te capiranno che abbiamo fatto?" Domandai ridendo, appiattendogli i capelli leggermente scompigliati.
"Credo che lo sappiano già tutti, sono due ore che siamo spariti." Mormorai un mezzo grugnito sulle sue labbra per poi staccarmi e prenderlo per mano, trascinandolo fuori dalla biblioteca."Aspetta." Mi fermò un secondo prima che potessi riportalo fuori. "Andiamo in cucina che sto morendo di sete e fuori ci sono solo alcolici e coca cola." Gli sorrisi e lo guidai in cucina, prendendo dell'acqua naturale dal frigo. Gliela passai e bevette direttamente dalla bottiglia, passandomela per bere a mia volta. Mandai giù un sorso d'acqua e posai la bottiglia sul tavolo, poi mi avvicinai a lui che era appoggiato di schiena alla penisola. Mi buttai tra le sue braccia e lo baciai sul collo, sospirando rilassata.
"Mi fate venire il diabete." Ci interruppe una voce, facendoci irrigidire entrambi. Perché dopo una bella giornata doveva proprio arrivare lui? Quasi sbuffai scocciata prima di voltarmi verso il nuovo arrivato, senza staccarmi dalle braccia del mio ragazzo.
"La gelosia è una brutta bestia." Commentò il ragazzo abbracciato a me, guardando Christian con tanto fastidio. Perché doveva venire a turbare la nostra tranquillità?
"Così state ancora insieme?" Zayn mi strinse i fianchi e sorrise, appoggiando il mento sulla mia spalla.
"Eccome. Felicemente, direi." Continuò, facendo esplodere il mo sorriso.
"Beh, buono a sapersi." Venne poco più avanti, così da essere separati solo dalla penisola. "E' da molto che non ci vediamo." Esordì, guardando solo me.
"Non ci sei mancato." Borbottò sempre Zayn, beccandosi un'occhiata fredda dall'altro.
"Scommetto che ad Emily si. Sei sempre stata dipendente da me."
"Direi di no." Gli risposi. "Anzi, stavo meglio prima che arrivassi." Christian rise.
"Hai sempre il tuo bel caratterino, vedo." Non gli risposi, alzai un sopracciglio aspettando che dicesse cosa ci facesse lì. "Tua madre era così contenta di vedermi!" Parlò ancora a me, puntando gli occhi nei miei con uno sguardo scuro. "E spera ancora che io e te torniamo insieme. Si vede da quanto calorosamente mi ha salutato."
"Mia madre è gentile con tutti, non montarti la testa." Lo smontai.
"Forse non le piace davvero che tu sia fidanzata con lui."
"Beh, allora è un peccato perché non abbiamo intenzione di lasciarci in ogni caso." Gli ringhiò contro Zayn.
"Non lo capisci, Zayn? Non sarai mai ben accetto. Io sono stato il primo, tu sei un semplice parassita che sta occupando il mio posto." Sentii i muscoli del suo braccio irrigidirsi e lo afferrai prima che facesse il giro e gli messe le mani al collo.
"Zayn lascia perdere, non ne vale la pena. E tu sai quanto io odi vederti fare a botte." Christian rise di nuovo.
"Patetico." Mormorò per infastidirci.
"Che ci fai qui?" Gli ringhiai.
"Ovviamente sono passato a fare gli auguri a Michael e Lucia."
"Michael ti odia." Gli ricordai.
"Forse sono passato per distruggere la vostra stupida unione di coppia e-"
"Non riuscirai a metterci uno contro l'altro." Lo bloccai subito. "E sai perché?" Domandai retoricamente, vedendolo guardarmi confuso. "Perché lo amo e lui ama me." Dissi tranquilla. "Ti è difficile comprenderlo? Amo lui. Non te." Gli sputai addosso, vedendo la sua espressione cambiare da tranquilla ad arrabbiata.
"E' perché lui riesce meglio di me a sopportare le tue insicurezze da ragazzina, come ho dovuto fare io quando avevi sedici anni ed eri una palla al piede? O forse riesce a soddisfare meglio i tuoi stupidi capricci e l'insulsa voglia di dolcezza?" Lo guardai ferita, senza però dargli alcuna soddisfazione di cedere. "Aspetta, ho capito ora. Lui ti scopa meglio di me? Soddisfa il tuo animo da puttana, vero?" E quella fu la goccia che fece traboccare il vaso. Zayn si liberò della mia mano con uno strattone e si gettò su Christian, tirandogli un pugno sulla mandibola. Si posizionò sulla sua pancia e continuò a prenderlo a pugni sul viso, sputandogli addosso il suo odio.
"Non ti azzardare mai più a parlare così di Emily." Ma prima che potesse alzarsi, lo stronzo ribaltò le posizioni, bloccandolo a terra e riempiendolo di pugni sullo stomaco e sulla bocca. Zayn gemette di dolore, ma subito dopo gli tirò una studiata ginocchiata direttamente sui testicoli, che fece spostare Christian da sopra di sé con un lamento di dolore. "Spero di averteli frantumati, stronzo." Gli sputò, alzandosi con qualche difficoltà dovuta ai lividi sullo stomaco. Lasciai andare il respiro che avevo trattenuto e abbracciai stretto il mio ragazzo, accarezzandogli i capelli e sussurrandogli quanto lo amassi. Christian si alzò poco dopo, ancora dolorante, ma con lo sguardo carico d'odio, pronto a fare a botte ancora.
"Penso possa bastare!" Una voce dura interruppe quella situazione di merda, facendoci voltare tutti e tre verso la porta aperta, dove mio padre e il padre di Zayn erano fermi. La voce era quella di mio padre che, preso dalla rabbia, afferrò Christian da un braccio per evitare che si scagliasse ancora contro Zayn. "Esci dalla mia casa!"
"Ma Tony-" Cercò di fermarlo, ma mio padre lo sovrastò con la voce.
"Per te sono il signor Allen! Anzi, non voglio proprio sentirti pronunciare il mio nome: esci dalla mia casa e non farti più vedere se non voi che chiami la polizia." Lo spinse verso l'uscita sul retro, ma prima che potesse correre via, guardò ancora una volta verso di noi e Zayn mi strinse, baciandomi una tempia. Quando Christian se ne andò, i due uomini si girarono verso di noi e mio padre guardò fisso Zayn. Ci furono alcuni momenti di silenzio, poi mio padre stese una mano verso il mio ragazzo e gliene strinse una. "Grazie." Disse con sguardo serio.
"La amo." Rispose lui con altrettanta serietà.
"Lo so e anche per questo ti ringrazio." Si avvicinò a me e mi abbracciò, facendomi staccare dal mio ragazzo.
"Da quanto tempo stavate ascoltando?" Chiesi, sempre abbracciata a lui.
"Abbastanza da capire che razza di ragazzo è quel Christian. Non ti ha mai meritato, non ascoltare tutte le cattiverie che ha detto." Si staccò e mi guardò. "Sono contento che tu stia con Zayn. Lui è perfetto per te." Ci sorrise ancora, poi uscì dalla stanza. Il padre di Zayn, rimasto silenzioso, fece per uscire, poi si fermò e guardò suo figlio, dicendo:
"Sono fiero di te." E poi uscì. Zayn sembrò sul punto di svenire e io lo abbracciai felice che suo padre glielo avesse detto.
"Christian non sarà più un nostro problema." Sussurrai, contenta di quella svolta.
"E tuo padre- gli piaccio davvero!" Lo baciai di fretta e mi staccai al suo gemito di dolore accarezzandogli il labbro rotto.
"Indovina chi deve essere medicato?" Lui sbuffò e si sedette sulla sedia, già pronto psicologicamente al dolore.
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Your Love Is My Drug (Di Giulia_Choppers)
FanficEmily Allen, 18 anni, appena arrivata a Londra da Los Angeles con la sua migliore amica Giulia. La sua vita è perfetta, nonostante il suo passato leggermente tormentato. Bella vita, famiglia benestante, tanti amici e tutto quello che una ragazza può...