Cap. 58 - The heart beat.

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Parla la scrittrice:

Buonaseeeera, ragazzuole.
Dopo altri tre mesi di pausa non programmata, sono di nuovo qui a scassarvi le palle con le battute finali di questa storia.
Mancano due capitoli più l'epilogo alla fine e io mi sento tristissima all'idea di concludere questa mia bambina, ma una storia senza finale è come un telefono scarico senza carica batterie #wisdom
Ma non dilunghiamoci troppo, voglio solo spoilerarvi il fatto che in questo capitolo torneranno i ballerini, gli "street dancer" quindi magari vi elenco di nuovo i loro nomi e una parte importante di un vecchio capitolo (Capitolo 30 - Kiss Your Savior) per permettervi di capire una determinata scena di questo capitolo.
I ballerini sono Luke, Dominik, Alexander, Duncan, Axel, Rick, Thomas e Scott, amici di Emily, ex residenti a Los Angeles, venuti a Londra in cerca di fortuna, e questa che segue è la spiegazione del perchè vogliono vincere:

Smisi di ascoltare le chiacchiere degli speaker quando Duncan mi chiese di provare qualche salto perché non si sentiva pronto. Era agitato, parecchio agitato.
"Ehi, facciamo quello che sappiamo fare, niente di più." Gli dissi per tranquillizzarlo.
"Emily, forse per te è solo un'esperienza e, da una parte, ti capisco. Per molti di noi è una grossa opportunità. Nessuno di noi ragazzi è ricco, abbiamo vissuto per strada per anni e avere l'opportunità di guadagnarsi davvero da vivere facendo quello che abbiamo fatto da quando siamo nati è qualcosa di..wow, irripetibile. Se falliamo torniamo alla strada, capisci? Si tratta di crearsi una vita decente. Guarda Alexander.." Mi consigliò e io mi girai a guardare Alex. "Lui fa tutto questo per sua sorella e sua madre. Lo fa col sorriso sulle labbra nonostante abbia tanta rabbia in corpo a causa del padre che li ha abbandonati." Ovvio che sapevo ogni situazione familiare dei ragazzi, ma non conoscevo tutti i particolari. "E Scott? Scott cerca di guadagnare più soldi possibili per pagare le cure al padre, mentre Rick vuole aiutare suo fratello minore ad andare al College. Dominik vuole far uscire i suoi genitori dal giro della droga, io voglio dare una vita decente a Axel." Continuò a spiegare. "Ognuno di noi ha bisogno di soldi, Emy. Ognuno di noi vuole solo il meglio per i propri cari." Sospirò, lasciandomi a bocca aperta. Il vecchio caro Duncan era cresciuto molto dall'ultima volta che l'avevo incontrato a Los Angeles, dove era solo un cazzone che si divertiva con gli amici. "Per questo voglio dare il massimo, non voglio che vengano spazzati via i sogni di tutti i miei migliori amici." Sì, era decisamente cresciuto. Mi girai verso i ragazzi che provavano la coreografia. Vedevo visi sorridenti, agitati, soddisfatti, sereni. Dun aveva ragione. Non potevamo far morire sul nascere un sogno come quello. Mi girai verso il mio amico, sorridendogli comprensiva.
"Sono con te, Dun. Daremo il massimo e voi avrete la vostra meritata felicità."



BUONA LETTURA.

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-Giovedì 24 Marzo (il giorno dopo)
"Devi dirlo ai ragazzi, Em, non puoi semplicemente lasciare la squadra a dieci giorni dalla finale." Disse Giulia, spingendomi verso la palestra dove tutti gli altri si stavano allenando per le finali di cheerleading che si sarebbero svolte a Manchester, il 4 aprile. "Ti è andata bene che la tua assenza può essere coperta da Tracy o ti avrei ucciso con le mie mani."
"Sono rimasta incinta, mica l'ho fatto apposta." Mi lamentai.
"Beh, potevi aspettare a rimanere incinta dopo la vittoria, no?" Sbuffai una risata e Giulia non aspettò che mi potessi preparare cosa dire al gruppo, semplicemente aprì le porte e annunciò il nostro arrivo. "Il capitano ha un annuncio!"
"Ehi, ragazze!" Ci salutò Alexander, facendo scendere Mary dalle sue spalle.
"Beh, che succede?" Domandò Duncan, salutandomi con un baio sulla guancia.
"Riunione di squadra." Mormorai.
"Wow, sembra una cosa seria." Commentò Axel, mentre io passavo in rassegna i volti dei ragazzi ora seduti sui tappetini di fronte a me: Luke, Rick, Dominik, Thomas, Scott, stavano in attesa mentre Duncan, Axel e Alexander si sedevano confusi.
"Lo è." Replicò Caroline, sedendosi sulla gradinata insieme alle altre ragazze, aspettando che io prendessi parola.
"Ok, io..non posso più continuare gli allenamenti." Buttai lì tutto d'un fiato. "Quindi, Tracy mi sostituirà nella finale."
"Cosa?"
"Che significa questo, scusa?"
"Che diavolo dici!"
"Ragazzi." Li fermai, in ansia.
"Emily, perché questo?" Domandò comunque Alexander. "Hai avuto problemi con qualcuno della squadra?" Scossi la testa.
"Problemi con la scuola?" Domandò Scott e io scossi di nuovo la testa.
"Problemi di salute, allora?" Domandò Rick.
"Quasi." Ribattei.
"Insomma, mancano dieci giorni: vuoi dirmi che non ti rimetterai in tempo per la finale?" Provò Duncan.
"La mia non è una cosa che si risolve in qualche giorno." Lo contraddissi. "E' un medico che mi ha detto di fare meno sforzi possibili."
"Ma dai, neanche fossi incinta!" Rise Axel, facendo calare il silenzio nella palestra. "No, un attimo." Spalancò la bocca in stato di shock. "Sei incinta?!"
"Di quasi tre mesi." Sussurrai, sentendo lo sguardo della squadra bruciarmi addosso.
"Oh dio." Esalò soltanto Rick.
"Sei seria?" Mi chiese Duncan.
"Lo sono." Risposi, vedendolo sconvolto.
"E' di Zayn?" Mi domandò e io annuì. "Si è preso le sue responsabilità?" La sua espressione più scura a causa degli occhi socchiusi.
"Sì, vogliamo tenerlo." Risposi, facendo di nuovo cadere nel silenzio la palestra.
"E..sei felice?" Alexander si fece più vicino, giusto a un palmo da me.
"Molto, davvero." Confessai abbassando lo sguardo. "E' così strano, ma allo stesso tempo così nuovo, bello." Poi sentii solo le braccia del ragazzo circondarmi sussurrandomi che fosse fiero di me e che se ero felice io lo era anche lui. "Grazie."
"Anche io voglio abbracciarla, fatti da parte Alex." E avanti così tra le braccia di tutti i ragazzi, fino a rimanere ferma a guardare Duncan negli occhi.
"Sei davvero felice?"
"Si."
"Zayn ti ha mai sì costretto in qualcosa? O ti ha fatto pressione in qualche modo per la questione del bambino?"
"No."
"Lo terrete perché vi amate o perché non avete il coraggio di abortire?"
"Perché ci amiamo. Lo vogliamo entrambi." La sua faccia però non sembrava convinta, quindi continuai a parlare. "Sono seria, Dun, entrambi vogliamo vedere dove questo bambino ci porterà." Gli spiegai, avvicinandomi a lui. "Non sono più la ragazza che si è fatta prendere in giro da Christian, finalmente ho trovato quello giusto per me e voglio cogliere l'attimo, non avere rimpianti."
"Voglio solo che tu ne sia sicura. E che non soffra di nuovo."
"Non succederà, Zayn è quello giusto." Mi guardò e si mordicchiò l'interno guancia.
"Nel caso..lui facesse qualcosa di sbagliato, dimmelo e lo riempirò di botte, ok?" Risi sollevata dal sentirlo reagire così, questo voleva dire che capiva e, nonostante tutto, mi sosteneva, cosa per me molto importante. Lui mi abbracciò e io sospirai, staccandomi poi solo quando il chiacchiericcio ricominciò nella palestra.
"Vi chiedo solo di non dire nulla a nessuno." Chiesi. "Non sono ancora pronta a farlo sapere ai miei genitori, né all'intera scuola." Guardai Axel come per ammonirlo, visto che lui stava con Dana - cosa ormai risaputa - e rischiando di dirlo a lei, l'avrebbero saputo anche Lucia e mio fratello. "Axel, nemmeno a Dana, ok?" Lui annuì e io sorrisi, sospirando profondamente per essermi tolta quel peso da dosso. "E ora tutti ad allenarsi, le finali aspettano solo noi!" Li spronai e loro tornarono a scaldarsi per poi provare l'esibizione, dopo essersi brevemente congratulati con me.

-Lunedì 4 Aprile (10 giorni dopo - finale di cheerleading)
"Vuoi da bere?" Domandò Louis, allungandomi una bottiglia d'acqua. Io scossi la testa e tornai a prestare attenzione alla squadra che si stava scaldando nella palestra sotto gli spalti dove eravamo seduti, mentre la speaker dell'evento presentava le due finaliste: la nostra e, appunto, quella di Manchester.
"Da mangiare?" Riprese Niall, scuotendo davanti al mio naso un panino. Scossi di nuovo la testa, sorridendo felice nel vedere Tracy compiere tutti i miei passi nel migliore dei modi.
"Un cuscino allora?" Mi trattenni dallo sbuffare quando mi arrivò l'ennesima domanda, da Harry questa volta.
"Secondo me vuole solo essere lasciata in pace." Fece presente Liam, seduto vicino a me, facendomi sospirare sollevata.
"Grazie Liam, non so più in che lingua dirlo che sto bene." Sospirai, voltandomi verso gli altri tre che erano seduti vicino a me e aspettavano l'inizio della gara. "Zayn è andato a prendermi degli M&M's, non voglio altro, davvero." Conclusi. "Grazie ragazzi."
"Se vuoi da bere dimmelo però."
"Già, idem per il panino."
"E per il cuscino."
"E voi ditemi se volete una testata ciascuno." Esordì Zayn, sedendosi di fianco a me e porgendomi il pacchettino di cioccolatini che era andato a comprarmi.
"Grazie." Gli dissi, prendendo il cioccolato e lasciandogli un bacio.
"Ragazzi, voi volete una testata?" Chiese Harry, ricevendo dissensi da Louis e Niall - seduti tutti e tre vicini, sulle tre sedie davanti a me - più un'alzata di occhi al cielo di Liam. "No, pare che ne faremo volentieri a meno." Zayn scrollò le spalle, circondando poi il mio fianco con un braccio e tirandomi a sé.
"Fatemi sapere se cambiate idea." Continuò quel teatrino, facendomi ridere.
"Senz'altro." Concluse Louis, mentre io cercavo di aprire i cioccolatini senza buttarli in giro.
"Tutto bene?" Mi domandò comunque il mio ragazzo, baciandomi una tempia. Io annuii e mi lasciai scappare uno squittio contento quando finalmente riuscì a prendere il primo M&M's e mangiarlo, facendo ridacchiare Zayn. "Nausea?"
"Solo voglia di cioccolato." Risposi, gustando con un mezzo gemito il gusto di cioccolato espandersi nella mia bocca. "Dio, che buono."
"Per fortuna non ti sono venute voglie strane." Commentò Liam.
"Già, Zayn sei stato fortunato fin'ora." Louis si voltò per guardare il suo amico.
"Ci pensi se al posto degli M&M's, le fosse venuta voglia di gelato alle vongole?" Continuò Niall, tra un morso e un altro del suo panino. "Saresti andato in giro a cercarlo per ore."
"Ma almeno esiste?" Chiese Harry con un sopracciglio alzato.
"Non lo so, forse?"
"Sono piuttosto sicura che non esista." Commentai, mandando giù un cioccolatino dietro l'altro.
"Io lo assaggerei." Disse comunque, facendo spallucce e prestando poi attenzione alla voce della donna che aveva annunciato l'inizio della competizione.
"Jess Donovan qui con voi per darvi il benvenuto alla finale della tredicesima edizione di Cheerleading di strada, gara che vedrà la crew di Manchester, i Players, contro la crew di Londra, gli Offbeat 410." Mi alzai in piedi per fare tifo quando pronunciò il nome della mia squadra, tanto che i tre seduti davanti a me si voltarono a guardarmi divertiti, mentre Zayn mi tirava di nuovo seduta.
"Niente tifo da sballottamento di pancia, intesi?" Disse stringendomi a sé.
"Oh, ma dai." Sbuffai.
"Il papà apprensivo è tra noi, gente." Commentò a bassa voce Harry, facendo ridere me e sbuffare Zayn. Io comunque lanciai un'occhiataccia al mio ragazzo per la sua eccessiva attenzione e mi alzai di nuovo, aspettando con ansia di vedere la squadra nell'esibizione che avevamo preparato con cura.
"Darai mai retta a ciò che dico?" Mi domandò alzando gli occhi al cielo.
"L'ho mai fatto?" Risposi con un sorrisone, ingurgitando una manciata di cioccolatini tutti insieme.
"Non commento, che è meglio." Concluse con uno sbadiglio.
"Bravo, orsacchiotto."
"La prima a cominciare sarà la squadra di casa, i Players, sulle note di Holiday dei fantastici Green Day." Quando la musica partì, io mi risedetti, indispettita per il fatto che gli Offbeat 410non fossero i primi.
"Hai deciso di sederti alla fine?" Domandò ironicamente il moro al mo fianco.
"Solo perché si stanno esibendo i nemici e noi non vogliamo tifare i nemici. No no." Spiegai, ondeggiando un indice davanti al suo naso.
"Mi farai uscire pazzo." Sbadigliò.
"Ma mi ami lo stesso." Lo guardai e lui annuì dopo pochi secondi, baciandomi sulle labbra.
"Non iniziate o giuro che me ne vado." Ci interruppe Harry.
"Sdolcinati da far schifo." Si aggiunse Louis.
"Le carie mi vengono per colpa loro." Niall si indicò la bocca, finendo poi il panino con un morso.
"Perché abbiamo amici così?" Mi domandò quindi Zayn.
"Ah, non guardare me, sono amici tuoi, non miei." Liam fece labbruccio nella mia direzione e io aggiunsi: "Solo Liam è mio amico."
"Ma non è giusto."
"Già, concordo con Harold."
"Beh, sarò sempre lo zio Niall per la vostra prole."

Your Love Is My Drug (Di Giulia_Choppers)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora