Cap.2-Well, what to say, excellent choice Emily.

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“Allora sono davveero carini i ragazzi di qui!” Fischiai io, disfando una delle valigie.
“Ricordati che tuo padre ci ha pagato questa scuola per studiare seriamente, non abbiamo tempo da perdere dietro a dei ragazzi.” Disse lei. Ci fu un momento di silenzio e poi cominciammo a ridere. Mio padre, proprietario di molte aziende televisive e non, ci aveva aiutato a scappare da Los Angeles. I miei genitori, Agnese e Tony, abitano separati a causa del lavoro di mio padre. Io abitavo con mia madre a Los Angeles mentre mio padre viveva a New York, nella città sede delle sue aziende.
“Diciamo che ho scelto questa scuola perché è lontana da casa nostra, è molto prestigiosa, chi la frequenta ha molte possibilità di realizzare qualsiasi sogno e per i ragazzi fighi.”
“Anche se tu non ne hai bisogno, no? Tuo padre può farti diventare famosa e importante, ma tu preferisci studiare! Non ti capisco.” Rise lei.
“Non voglio farmi strada grazie a mio padre! Voglio guadagnarmi tutto da sola.” Feci il broncio come una bambina.
“Beh, se gli altri ragazzi sono belli almeno la metà di Niall e Liam, io qui ci metto radici.” Alleggerì l’atmosfera Giulia.
“Anche io!” C’era riuscita, facendomi ridere. Disfammo tutte le valigie e presi una borsa, ci infilai dentro le sigarette, senza farmi vedere da Giulia che pensava avessi smesso, la chiave magnetica, le chiavi della mia Kawasaki verde e presi in mano il telefono. Mi segnai il numero di Liam e lo passai a Giulia.
Ehi brunetto! Sono Emily e ti volevo ringraziare per il piacevolissimo giretto di oggi! Grazie ;)
Gli inviai un messaggio e subito mi rispose:
Non c’è di ché! Preparatevi che vi passo a prendere davanti alla porta tra meno di mezz’ora. C’è mensa! Baci L.
“Dobbiamo andare a mensa, Giu! Prepariamoci”
“Va bene bionda!” Perché bionda? Perché cazzo mi chiamava bionda?!
“Io sono mora! Daltonica del cazzo!” Risi io e mi pettinai con vigore i miei lisci capelli castano chiaro. “Sei tu la bionda qui!” Lei uscì dal bagno con i capelli legati in una coda alta. “Sembri una cheerleader!” Lei afferrò due cuscini e dopo aver fatto un’elegante ruota cominciò ad urlare:
“Di-ou-es-uai-ou-es! Domyooooos!” Stava interpretando a modo suo la pubblicità della Domyos, quando vendeva vestiti talmente traspiranti che la Geox gli faceva una pippa! Buttammo qua e là qualche vestito per poi metterci qualcosa di solito. (Emily: http://www.polyvore.com/cgi/set?id=49478132#stream_box, Giulia: http://www.polyvore.com/school/set?id=50104093#stream_box)
“Wow! Trasgressiva la ragazza!” Risi io e sentimmo bussare alla porta con insistenza.
“E’ Liam, di sicuro.” Aprì la porta e mi si parò davanti il biondino che mi prese in braccio per salutarmi.
“Ciao Niall, erano buone le focaccine?” Domandai ridendo.
“Ve ne ho portate due.” Estrasse dallo zaino che aveva in spalla un sacchettino bianco e ce lo porse.
“Ehi grazie! Stavo morendo di fame!” Urlò Giulia prendendo il sacchetto e mangiandone una con due bocconi. Io presi la mia e la divisi a metà.
“Tieni biondino.” Gli porsi una metà e lui mi fece un sorriso radioso. Che dolce! Sembrava proprio molto tenero. Finimmo la pizzetta e uscimmo dalla stanza. “Ma Liam?”
“E’ già sotto.” Ci accompagnò fino alla mensa e poi disse: “Allora io vado al mio tavolo, Mary vi ha tenuto i posti al suo tavolo. Lì ci sono i vassoi e il buffet. A dopo ragazze.” Ci diede un bacio sulla guancia e se ne andò. Noi riempimmo il vassoio di cibo, era lecito chiamare cibo questa roba? e ci avviammo verso il tavolo.
“Hei! Ragazze! Da questa parte!” Urlò Mary. Andammo verso di lei e ci sedemmo con le sue amiche. “Non abbiamo avuto ancora modo di presentarci.” Disse lei e dopo essersi presentata presentò anche le sue amiche.
In tutto eravamo otto e, oltre a me  e Giulia, c’erano:
Mary Scott: migliore amica di Liam e ragazza intelligente appassionata di storia e arte;
Jenna Walker: ragazza molto divertente, con i capelli rossicci e originaria del New Jersey;
Francy Hill: una specie di simpatica hippie con i capelli biondi e alta di statura, la più alta tra noi;
Meredith Johanson: amante della musica classica e dei concerti all’aperto, originaria delle Rhode Island;
Caroline Clarke: appassionata di pianoforte e, come me, il padre possiede un gran numero di aziende a New York;
Trecy Clarke: sorella minore di Caroline, più piccola di un anno, uguale ma allo stesso tempo molto diversa dalla sorella in quanto gusti musicali. Preferisce cantare e recitare.
“Piacere di conoscervi ragazze. Io sono Giulia Jackson e lei è Emily Allen. Ci siamo trasferita da poco qui da Los Angeles.” Tutte ci guardarono sbalordite.
“Los Angeles?” Bisbigliarono in coro.
“Chi ve l’ha fatto fare di venire qui?! Los Angeles è un sogno!” Urlò Trecy.
“Beh, mi ero stufata dell’aria che tirava a casa mia.” Confessai.
“Ti bastava aprire le finestre.” Disse Caroline, facendoci ridere della sua squallida battuta.
“Scusate, mi è uscita così.” Rise lei imbarazzata.
“Beh…stavi dicendo?” Gli raccontai a grandi linee della mia vita, della mia casa, del lavoro di medico di mia madre e del lavoro di amministratore aziendale di mio padre, di mio fratello più grande Michael, dei motivi che mi hanno portata a Londra, omettendo la parte riguardante Christian, e la scelta della scuola. Era meglio se per ora non dicevo nulla di Christian, non volevo spargere la voce.
“Beh, se siete venute qui per i ragazzi fighi, avete scelto bene. Qui c’è una sola regola. Evitare, categoricamente, una parte delle persone sedute a quel tavolo.” E Francy mi indicò il tavolo di Liam e Niall. Seduti con loro c’erano anche un brunetto con gli occhi azzurri, un ricciolino con gli occhi verdi e un…grandissimo gnocco con l’aria da figo. Si alzò in piedi per scompigliare i capelli al ricciolino e io lo guardai meglio. Era alto, magro, ma muscoloso, slanciato e vestito con un paio di jeans blu, strappati leggermente su un ginocchio, una maglietta bianca molto aderente ai muscoli ed un giubbotto da liceale blu e bianco con una sigla sulla manica destra. I capelli castani e spettinati, gli occhi di un color ambra a dir poco spettacolare e le labbra…le labbra carnose e invitanti. Mi trovai a chiedermi distrattamente che sapore potessero avere. Scossi la testa preoccupata dalla direzione presa dai miei pensieri.
“Perché?” Domandai.
“Oh beh, a parte Liam Payne e Niall Horan, che conoscete già, in quel tavolo ci sono Louis Tomlinson…” Cominciò Mary.
“Nato il 24 dicembre 1991 a Doncaster.” Recitò Meredith guardando il suo telefono. Il bruno dagli occhi azzurri.
“…poi Harry Styles…” Il ricciolino.
“Harry puttaniere Styles, nato il 1° febbraio 1994 a Evesham, Worcestershire, ma cresciuto nel villaggio di Holmes Chapel, Cheshire.” Continuò Meredith.
“Ma hai un fascicolo top secret su di loro sul tuo telefono?” Chiese Giulia non riuscendo a togliere gli occhi da Harry.
“In effetti sì.” Ci mostrò il telefono con il sito del giornalino della scuola. C’era un articolo dedicato alla nuova band della scuola. Quindi erano anche musicisti.
“..e poi Zayn Jawaad Malik.” Concluse Caroline. Ecco come si chiamava il figo.
“Chiamato anche puttaniere numero uno o dio del sesso.” Aggiunse Jenna.
“Nato il 12 gennaio 1993 a Bradford, West Yorkshire, ma con origini Pakistane.” Lessi io. “Perché puttanieri?” Chiesi.
“Beh, sono due grandissimi gnocconi.” Mi rispose Francy come se fosse ovvio.
“Ma anche Louis, Niall e Liam sono molto, molto belli.” Ribatté Giulia.
“Si, ma Harry e Zayn ci sanno proprio fare.” Spalancò gli occhi Mary.
“Diciamo che tutte le ragazze della scuola sono finite a letto con loro almeno una volta. Per ora Zayn è in vantaggio.” Sbuffò Caroline.
“Zayn è degno del soprannome di dio del sesso.” Commentò Trecy.
“Sei andata…” Sussurrai sbalordita senza finire la frase.
“Si è trattato di un momento di debolezza.” Sussurrò di rimando imbarazzata.
“E’ stato così per tutte.” Disse Meredith. Io spalancai ancora di più la bocca.
“Tutte e sei?” Domandò Giulia.
“Chi con Zayn, chi con Harry. Gli altri tre sono seri, si portano a letto solo chi frequentano seriamente.” Spiegò Mary.
“Ehi, non per questo non siamo serie. Dimmi che non ti è mai successo di finire a letto con uno che si rivela un gran puttaniere.” Continuò Jenna.
“Ahi, tasto dolente.” Considerò Giulia.
“Maledettissimo Christian. Puttaniere del cazzo.” Sbottai, tanto valeva dire tutto. “E’ anche a causa di quel pezzo di merda che sono venuta qui.”
“Scusa, io non volevo…” Si scusò Jenna.
“Tranquilla, nessun problema. Questione passata.” Sorrisi cercando di sembrare convincente. Ci stavo malissimo, mi ero innamorata di quello stronzo. Quindi tra le regole che mi ero imposta cambiando continente c’era quella di non innamorarsi. Quel ragazzo che prima mi sembrava tanto figo ora mi stava sulle palle. Era come Christian, usava le ragazze, se le portava a letto e poi passava a quella dopo.
“E’ per questo che vi avvisiamo di stare lontane da loro. Ci sanno fare e voi potreste cedere e poi pentirvene, come è successo a noi” Abbassò lo sguardo Mary.
“In più voi due siete nuove e quale migliore occasione per aggiungere una tacca al loro letto?” Domandò sarcastica Tracy.
“Non perdonerò mai a Zayn il fatto che si è portato a letto mia sorella. Lui e nostro fratello maggiore, Shane, hanno fatto a botte. Zayn era ridotto proprio male.” Ricordò Caroline.
“Difficile resiste, soprattutto al puttaniere uno. Se tira fuori tutto il suo arsenale sei fottuta.” Commentò Mary.
“Sorriso che ti fa’ tremare le ginocchia…” Elencò Jenna. “..occhi penetranti, muscoli scolpiti, profumo inebriante e soprattutto lo sguardo-brucia-vestiti. Quando sfodera quello è come se la partita fosse game over per te.”
“Io ho smesso di andare a letto con gli stronzi. Non cederei per nulla al mondo.” Dissi. “Anche a costo di frustarmi o camminare a piedi nudi sui carboni ardenti.” Basta con le storie senza senso com’era stato con Christian.
“Beh, se devo essere sincera, su Harry ci farei un pensierino.” Scoppiammo a ridere.
“Belli sono belli, ma se proprio vuoi avere a che fare con loro o ti metti in testa che non vogliono nulla di serio oppure diventi la loro little bitches.” Aggiunse Tracy.
“Come Blondie e Sam. Le due zoccole.” Mary lo disse alzando gli occhi al cielo e tornò a mangiare il suo panino.
“Parli del diavolo…” Disse seccata Francy.
“…e spuntano le tette rifatte e il trucco alla Barbie.” Caroline concluse la sua frase ridendo sotto i baffi. Entrarono in mensa una bionda, tinta, con le tette rifatte e la sua amichetta col caschetto biondo e più trucco sul viso che in un negozio di cosmetici.  Entrambe con la divisa da cheerleader, che pena.
“Dio, che schifo.” Commentò Francy. La tettona si sedette vicino a Zayn e cominciò a spupazzarselo per bene. L’altra si sedette vicino a Liam con fare da oca. Lui alzò lo sguardo e quando mi vide girata mi mimò help me con le labbra.
“Che fai?” Mi chiese Giulia vedendomi alzare dal tavolo.
“Vado ad aiutare un amico.” Dissi sistemandomi i capelli con fare vanitoso e guardai le mie amiche ridere. Mi avviai verso Liam e tutti gli sguardi si posarono su di me. “Scusate il disturbo.” Lo sguardo di Zayn saettò nel mio e mi fece rabbrividire, non dal freddo, non dalla paura. Perché stavo reagendo così?
“Nessun disturbo Emily. Vuoi sederti con noi?” Mi chiese Niall sorridendo.
“No, tranquillo. Volevo solo chiedere a Liam se poteva venire un secondo ho bisogno di parlargli.” E ricambiai il suo con uno dei miei migliori sorrisi.
“Ehi che succede?” Mi chiese alzandosi e tenendomi il gioco.
“Si tratta di Mary…” Cominciai e parlando di cose a caso ci allontanammo. Poi ridemmo silenziosamente. Lo portai al tavolo con noi e lo feci sedere tra me e Mary.
“Cazzo Emily, grazie per avermi salvato da Sam sono-truccata-non-so-se-si-vede Qeen.” Mi ringraziò con un bacio sulla guancia.
“Di niente. Si vedeva che eri a disagio.” Povero brunetto.
“Beh, diciamo che non sono l’unico ad essere a disagio con le due tipe che si scopano Zayn e Harry. Anche se Sam mi rimane appiccicata è sempre la tromba-amica di Harry.” Disse disgustato.
“Ma gli altri non sembrano a disagio.” Giudicò Giulia.
“Niall non lo da’ a vedere e continua a mangiare mentre Louis di solito parla con me. Poveretti, li ho abbandonati lì.” Sembrava dispiaciuto.
“Fai venire anche loro, no?” Suggerii. Mi girai verso di loro e incontrai lo sguardo di Niall. Feci dei gesti per fargli capire di venire qui con Louis e mi ritenni soddisfatta quando loro vennero verso di noi. Prima di rigirarmi io e il moro, Zayn, ci guardammo negli occhi per un istante. Feci un’espressione della serie che cazzo hai da squadrarmi, coglione e poi venni soffocata da un abbraccio di Niall.
“Mi hai salvato!” Poi guardò nel mio piatto. “Le finisci quelle?” Mi chiese riferendosi alle patatine fritte.
“No, mangiale pure.” Gli feci spazio e lo lasciai sedere con Louis.
“Allooora…lui è Louis  Tomlinson, l’amante delle carote.” Sorrise Liam presentandomi l’altro brunetto.
“Piacere, bella.” Mi strinse la mano con decisione.
“Io sono Emily. Piacere mio.” Risposi.
“Beh, grazie per tutto Emily. Le gemelle del sesso cominciavano a rompere i coglioni.” Mi ringraziò Louis.
“Sempre fine, eh?” Rise Mary.
“Scusatemi, ma Blondie Evans e Sam Qeen non riesco proprio a digerirle.” Scosse la testa.
“E come darti torto, con quelle tette nemmeno un dinosauro riuscirebbe ad ingoiarle.” Sussurrò Jenna ridacchiando.
“In effetti.” Rise di rimando Tracy. E tutta la nostra tavolata scoppiò in una fragorosa risata. Suonò la campanella che segnò la fine della pausa.
“Si ricomincia. Che palle!” Dissero in coro Francy e Meredith.
“Allora ci vediamo domani a lezione. Speriamo di avere qualche lezione in comune.” Dissi a loro.
“Vedrai che sarà così.” Mi sorrise Liam e se ne andò dopo avermi dato un bacio sulla guancia. Niall mi prese in braccio e mi baciò l’altra guancia andandosene con l’amico. Le ragazze mi salutarono con un grande abbraccio, Louis compreso e se ne andarono a lezione. Li guardai girare l’angolo e poi sentì qualcosa, o meglio qualcuno, sfiorarmi una mano. Mi guardai intorno e vidi passare Zayn e Harry con le due troie. Zayn mi guardò negli occhi, mi scoccò un sorriso e mi sfiorò la guancia con il dorso della mano.
“Ciao, Emily.” Mi sentì bruciare la guancia nel punto in cui mi aveva toccato.  Wow, anche la voce non era niente male! Era bella, calda e sensuale. Il modo in cui la sua lingua accarezzava il mio nome era molto…sexy ed eccitante. Mi ritrovai a sperare che lo pronunciasse di nuovo perché detto da lui sembrava la parola più bella del mondo. “Ehi! Emily, svegliati! Come cazzo puoi pensare una cosa del genere, eh?” La mia vocina interiore era categorica e ripeteva una sola cosa, la regola numero uno: NIENTE DISTRAZIONI O SVAGHI CON STRONZI PUTTANIERI.
Lo fulminai con lo sguardo e lui se ne andò dopo avermi fatto l’occhiolino.
“Sei finita nel radar di Malik.” Rise Giulia al mio fianco.
“Oh vaffanculo.” Sbuffai e mi fiondai nella mischia di ragazzi e ragazzi che tornavano a lezione con Giulia attaccata alla mia maglia per non perdersi.

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Ed ecco un altro capitolo ❤
Spero che questa storia vi piaccia e che continuate a seguirla ^^

Che ne dite di lasciare anche qualche comento e qualche voto? :3

-Elfo ❤

Your Love Is My Drug (Di Giulia_Choppers)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora