12. Saranghae

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Già, cosa succede, Taehyung?

Avrebbe voluto risponderle, confessare tutto e poi baciarla piano, senza fretta, come se avessero tutta la notte, tutta la vita davanti, ma la paura di rovinare ogni cosa gli attanagliava la gola, gli rubava le parole. Riuscì solo, lentamente, a stringerla forte a sé, a premere tutto il suo corpo contro di lei, mentre inconsciamente affondava il viso tra i suoi capelli, nell'incavo del suo collo; profumava di shampoo e di pelle, un profumo delicato ma sincero, l'odore di una donna che ha lavorato, corso, dato ordini e infine cenato. Lo faceva eccitare, lo faceva impazzire. Avrebbe voluto prenderla a morsi, divorarsela e dopo ricominciare piano, farla implorare, farla piangere, e consolarla. Bee ricambiò appena l'abbraccio, imbarazzata, e lui sentì il bisogno di insistere, stringerla più forte, farle capire che poteva ricambiare, perché con lui doveva sentirsi al sicuro, a casa, come la prima sera in cui avevano cenato insieme. Sentiva il suo respiro farsi più veloce, il cuore di lei battere violento nel silenzio di Hannam mentre i ragazzi dormivano, e avrebbe voluto farglielo esplodere il cuore, perché voleva che lei desiderasse Taehyung più di quanto rispettasse V. Impercettibilmente, l'indice destro di Bee toccò la sua schiena e lui si disse che stava cedendo, che avrebbe potuto corromperla e prendersela, e l'idea lo fece eccitare più di quanto già non fosse, e sperò che lei lo avvertisse, e che si sentisse lusingata e perchè no, lievemente molestata, ma che non gli tirasse uno schiaffo. Lentamente, infilò una mano sotto la sua felpa per incontrare la pelle della sua schiena. Era morbida, doveva profumare di quel bagnoschiuma che lui aveva annusato, una volta, nel suo appartamento, un bagnoschiuma da supermercato che la rendeva così normale nella sua eccezionalità, così pura.

«Taehyung...» chiamò Bee, confusa, pronunciando il suo nome come fosse una domanda, e Taehyung si chiese se non fosse il caso di fermarsi, scusarsi mille volte e andarsi a fare una sega, ma prima che potesse rispondersi si scoprì a baciarle la guancia, vicino all'attaccatura dell'orecchio, dove lei amava indossare quel cerchietto d'oro così sobrio che lo faceva impazzire, perché Bee aveva stile, era elegante, e tante volte ormai l'aveva immaginata nuda con solo il suo cardigan e gli orecchini addosso. Prima che potesse realizzare ciò che stava facendo infilò la lingua nell'orecchino, accarezzandole il lobo, e lei trasalì, emettendo un gridolino.

«Shhh» l'ammonì lui, «stanno dormendo. Li sveglierai» e temette davvero che lei si sarebbe indignata, l'avrebbe allontanato e sarebbe scomparsa nella notte, così leccò più forte, fino al collo, fino a sentire il retrogusto alcolico del profumo di boutique da trecento dollari che lei amava comprare, ma Bee non si staccò. E senza smettere di assaggiarla, Taehyung infilò l'altra mano sotto alla felpa, per toccarle un seno nascosto in una coppa che immaginò essere sportiva, niente di pretenzioso, perché Bee non era vanitosa, era semplicemente lineare e nobile nei gusti, e non si sarebbe stupito se al posto delle mutandine indossasse dei boxer di cotone. Lui toccò ancora e lei gemette piano, come in segno di resa, un sospiro di abbandono; sciolse l'abbraccio e gli afferrò la nuca, infilandogli le mani tra i capelli, e Taehyung sorrise, le morse la mascella sottile, premette il naso dentro la sua pelle, senza smettere di sorridere, perché la stava vincendo lentamente, l'avrebbe finalmente avuta quella notte e per le notti a seguire avrebbe pregato, avrebbe implorato come un cane se necessario, e in un attimo lei si fece cedevole sotto al peso di lui, lasciando che raggiungessero il muro con un tonfo sordo, ma tanto il fottuto appartamento era insonorizzato, e se anche li avessero visti lui l'avrebbe mangiata più forte. Mise l'altra mano sul seno libero e con la lingua percorse il suo collo fino ad arrivare al mento; aveva la bocca schiusa dai gemiti, e Taehyung vide la spaccatura che ogni volta si procurava tormentandosi il labbro inferiore, e a quel punto i loro occhi si incontrarono. Bee aveva lo sguardo più vivo e luminoso che avesse mai visto, e in quel momento lo era anche di più; le iridi grandi e scure galleggiavano in una patina di eccitazione e incredulità, e il pensiero che si sentisse spiazzata e confusa continuava a farlo sentire eccitato come mai si era sentito nella sua vita. Con un gesto rapido, Taehyung le leccò il labbro, insistendo sul lembo di pelle strappata, per poi succhiare piano: era morbida e scivolosa come una caramella, dava di vino e di kimbap e lui avrebbe voluto sentirle in bocca un altro sapore, qualcosa di suo, e giurò in quel momento che ce l'avrebbe fatta, e la baciò con foga, infilandole tutta la lingua in bocca, mentre il bisogno di slacciarsi i pantaloni si faceva sempre più urgente.

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