Stiamo scherzando? Perchè lui è qui quando gli avevo detto esplicitatamene di non prendere in mano il caso di mio fratello?
«Ashley, il detective Mcking è incaricato di indagare sul caso di tuo fratello», mi spiega mio padre per poi continuare, «Neanche noi siamo contenti che lui sia qui, ma il protocollo vuole questo...».
Non rispondo, so solo che un immensa rabbia si sta annidando dentro di me e che potrebbe esplodere da un momento all'altro.
«Io devo andare un attimo al bagno», e cosi dicendo inizio ad arretrare lentamente.
«Ashley», mi dice per poi correggersi subito, «Signorina Smith volevo dire, mi serve la sua testimonianza o non potrò procedere con il caso».
«Non sono in vena adesso, torni domani», gli giro le spalle lasciandolo li con la mia famiglia, mentre inizio a cercare senza sosta una via d'uscita. Cerco di ricordarmi la posizione del bagno, dove l'infermiera poche ore prima mi aveva accompagnata e finalmente dopo un paio di minuti lo trovo. Mi ci tuffo dentro con tutte le forze rimaste in corpo e mi appoggio sul bancone in marmo, che risulta freddo sotto le mie mani. Non oso guardarmi allo specchio, perciò abbasso la testa e incomincio a fare respiri profondi. Inizio a pensare perché Kilian sia qui, sul perchè non mi abbia ascoltato e su altre mille cose. In questo momento non dovrei preoccuparmi dei miei casini, dovrei essere in sala d'attesa ad aspettare che qualche infermiera mi dica che posso vedere J. Invece sono un ipocrita. Sono in un bagno a piangermi addosso tutti i miei stupidi problemi, quando invece c'è chi ne ha di ben peggiori in questo momento. Mi odio, in questo momento mi sto odiando con tutto il cuore. Forse sarebbe stato meglio se quel proiettile avesse preso me, alla fine io arreco soltanto danni e forse senza di me tutti avrebbero una vita migliore. Smettila Ashley, non mi sembra il momento di fare certi pensieri.Dopo questa mia misera autocommiserazione, decido di uscire dal bagno.
Appena metto piede fuori, noto una figura appoggiata al muro di fronte e quando metto meglio a fuoco noto che è Kilian.«Cosa ci fai qui?», gli chiedo in modo arrogante.
«Dobbiamo parlare».
«Io non ho niente da dirti».
«Ashley», ringhia.
«Ashley cosa Kilian? Ti avevo detto di non prendere in mano il caso di mio fratello e tu cosa fai?», scuoto la testa ridendo dal nervoso, «Accetti il caso! Buffo no?»«Ashley devi ascoltarmi», si avvicina a me prendendomi il volto fra le mani.
«Non mi toccare!», alzo un pò la voce, «Dimmi, ti serviva questo caso per scoprire che cosa eh? Dimmelo cazzo!»«Non mi serve per scoprire nulla su di voi, quante cazzo di volte devo dirtelo?», mi guarda dritto negli occhi e poi continua, «Ho lasciato, ho abbandonato il caso della tua famiglia perchè ci sono troppo dentro».
«Non capisco».
«Sono troppo preso da te Ashley, questo lo capisci?», annuisco non staccando lo sguardo dal suo.
«Ho mollato il caso e preso quello di tuo fratello perchè ti amo e voglio prendere chi vi ha fatto soffrire così», spalanco gli occhi, mi ha appena detto che mi ama? «Cosa?», sussurro.
«Si ti amo Ashley e so che non mi crederai, ma farò di tutto pur di riavere la tua fiducia», no, non adesso. Perché dirmi che mi ama proprio ora? Ho la testa che mi scoppia, voglio andarmene.
«Lasciami andare».
«Che cosa?»
«Ho detto lasciami andare, domani parlerò con uno dei tuoi agenti, così avrai altri dettagli», mi stacco dalla sua presa.«Sei seria? Dopo tutto quello che ti ho appena detto?»
«Devo assimilare, ti prego».
«Sai una cosa? Fottiti, sono stanco dei tuoi giochini», non gli rispondo e come al solito come una codarda scappo da lui.**
«Finalmente pensavamo ti fossi persa», mi dice Xavier appena faccio ritorno da loro.
«Non trovavo il bagno», rispondo brevemente sedendomi affianco a lui e appoggiando la testa sul muro.
Chiudo gli occhi, tutta questa situazione è fuori controllo e l'emicrania non mi da pace. Vorrei davvero che tutto questo fosse un incubo, un brutto incubo ma purtroppo non è cosi. Il tempo dentro questo ospedale sembra non passare mai e io vorrei che tutto finisse al più presto.«Noi andiamo», queste sono le parole che mi fanno riaprire gli occhi che stavo facendo riposare.
«Va bene figliolo, portati a casa anche i tuo fratelli», gli dice papà.
«Io resto».
«Non esiste tu vai a casa a riposarti e domani verrai a trovare tuo fratello».«Scordatelo io rimango qua».
«Ashley!», tuona autoritario.
«Ho detto...», non concludo la frase che Xavier lo anticipa,«Sto qua io con lei se voi non la volete, non potete pretendere che non voglia vedere Joshua».
«Ok, fate come volete come sempre», ci rimprovera papà e io sorrido a Xavier per ringraziarlo.
«Bene allora noi andiamo, se ci sono novità chiamate», se ne esce Grayson prima di scomparire con gli altri due nel immenso corridoio.**
Qualcuno mi sta scuotendo la spalla per la seconda volta in una giornata. Cosa ho fatto di male oggi? Apro gli occhi e appena riesco a vederci bene noto che è un infermiera, perciò mi allarmo subito.
«E' successo qualcosa?»
«No stia tranquilla, volevo chiederle se aveva voglia di vedere suo fratello. So quanto ha sofferto oggi e adesso Joshua è stabile e può riceve visite, anche se è ancora in coma», annuisco perchè altro non riesco a fare dopo questa bellissima notizia. Mi alzo cercando di non far rumore, non voglio svegliare Xavier. So che dovrei avvisarlo, ma il mio corpo si muove in automatico dietro l'infermiera.«Questa è la sua stanza, puoi starci tutto il tempo che vuoi».
«Grazie mille», le sorrido per poi aprire la porta della stanza ed entrarci. Come chiudo la porta alle mie spalle, il mio sguardo cade su J e inconsciamente inizio a piangere. Non ero del tutto pronta a vederlo così, sembra così piccolo in questo letto d'ospedale. Vari tubi gli incorniciano il volto, il più imponente è quello che ha nel naso che gli permette di respirare. Mi avvicino al suo corpo e gli prendo la mano che è bucata da un ago che non so a cosa serva. E' fredda a differenza del solito che è calda, J è la mia fonte di calore in inverno anche se qui non fa mai troppo freddo. Noto che sotto il camicie c'è una fasciatura, sicuramente dovuta all'operazione. Mi guardo intorno, la stanza è molto grande e nell'angolo opposto alla mia figura si trova una poltroncina. Così anche se di mala voglia stacco la mia mano dalla sua per andare a recuperare la poltrona e sedermi al suo fianco. Una volta riuscita, mi ci siedo sopra e riprendo tra le mie mani la sua e finalmente do libero sfogo alle mie lacrime.
«Ho avuto così paura J, paura che non ce la facessi. Vederti lì a terra in una pozza di sangue e non poter far niente per aiutarti mi ha ucciso», singhiozzo, «Sei la parte migliore di me anche se tu pensi il contrario», appoggio la fronte sul lettino, «Ti voglio bene J ricordatelo, sappi che quando ti sveglierai, perchè tu ti sveglierai io sarò qui al tuo fianco», queste sono le mie ultime parole prima di addormentarmi inconsciamente in una valle di lacrime.N:A: eccoci qua con un altro capitolo, cosa ne pensate del gesto di Kilian? Vi ha sorprese? 🤔
Fatemi sapere cosa ne pensate e alla prossima, un bacio ❤️
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Real love?
RomanceHai mai amato la tua famiglia, ma allo stesso tempo non sentirti parte di essa? SI Sono mai riusciti a farti innamorare per arrivare a loro? SI Il tradimento, ha fatto male? SI Hai mai perdonato questo gesto? Questo spetta a voi scoprirlo. 🏅 5^ in...