CAPITOLO 27

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Sono fuori casa di Cass, è venerdì sera e tra un paio di ore ci verrà a prendere Isabella per la nostra uscita tra ragazze. Non vedo l'ora...
Non ci vuole molto, prima che Cass venga ad aprirmi alla porta e mi faccia entrare. I suoi si sono fermati ancora per un paio di giorni a Vallejo, mentre Cass ha deciso di ritornare per darmi man forte in questa serata. Mi fermerò a dormire da lei, tanto in casa non c'è nessuno e anche se non fosse stato così non ci sarebbe stato alcun problema. La prima cosa che faccio, appena entro in casa è togliermi le scarpe. Perché anche se la signora Brown non c'è, avverto la sua presenza, e lei odia chi entra con le scarpe addosso.

«Ciao bellezza», mi saluta.

«Ciao a te, come stai? Mi sei mancata in questi giorni», le dico mentre saliamo le scale per dirigerci al piano di sopra, nella sua stanza.

«Davvero? Io non so se potrei dire lo stesso».

«Come no!», faccio la finta offesa. La mia arrabbiatura dura poco, perchè appena entro in camera noto l'enorme cartone di pizza appoggiato sul letto.

«Sai cosa ti dico? Ti perdono per non esserti mancata».

«Non avevo dubbi, con la pizza chiunque potrebbe comprarti».

«Non è colpa mia».

«Assolutamente no. Comunque era scontato che la comprassi, se no chi lo regge l'alcol dopo», annuisco mentre le porgo il cinque che lei ricambia.

«Senti, come procederà la serata? Hai già qualcosa in mente che io debba sapere?»

«Certamente, adesso ti spiego tutto. Innanzitutto, dovrà essere una semplice uscita tra ragazze. Quando saremo al bar berremo qualcosa e ci comporteremo come semplici amiche. L'unica cosa importante è che tu dovrai sederti d'avanti in macchina».

«Perchè?», mi chiede, mentre io mi avvicino alla mia borsetta per tirare fuori il localizzatore.

«Dovrò piazzare questo sotto il suo sedile, senza che lei se ne accorga. Farò cadere la borsetta e con la scusa di dover raccogliere le mie cose, attaccherò il mio piccolo amico».

«Te lo hanno detto i tuoi?»

«No, loro non sanno niente di tutto ciò. Semplicemente non mi fido di lei e della sua famiglia, perciò voglio sapere se per caso ci spiano».

«Sei un genio, a questa cosa non ci avevo pensato».

«Visto? Ogni tanto ho dei lampi di genio pure io», ridiamo alla mia battuta mentre ci sediamo sul letto e iniziamo a mangiare la pizza.

«Allora, raccontami come è andata dai tuoi parenti».

«Bah niente di che in realtà».

«Non ci credo, mi hai appena detto che non ti sono mancata. Questo deve significare qualcosa».

«Da quando sei diventata così egocentrica?», mi chiede ridendo.

«E' l'influenza di Joshua».

«In effetti...comunque potrei aver conosciuto qualcuno», balzo sul letto e la guardo dritta in faccia.

«Sul serio??? Come si chiama, quanti anni ha e poi è bello???»

«Quante domande Ash. Si chiama Alexander, ha 22 anni e si è molto bello», urlo dalla felicità, sono così contenta per lei se lo merita.

«Oddio sono così contenta per te, lo rivedrai presto?»

«Adesso si trova a Los Angeles, forse prima di tornare a casa passa a trovarmi».

«Uhh, bene. Ancora non ci credo, sono troppo contenta. Te lo meriti».

«Grazie Ashley, ti voglio bene».

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