CAPITOLO 34

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«E' tutta colpa tua, eri l'unico a sapere di tutto questo!»

«Non è come pensi Ashley, io non centro niente».

«Sei come tutti gli altri, mi hai usato e io ci sono cascata come al mio solito...».

POCHE ORE PRIMA

Oggi è venerdì, il grande giorno come dice mio padre. Siamo tutti in salotto, ma non so di cosa stiano parlando, in quanto la mia attenzione non è focalizzata lì. Penso a quello che accadrà oggi e alla totale assenza di ansia dentro di me. Mi rispondo che probabilmente l'assenza di ansia sia dovuta dalla semplicità dell'azione. Alla fine dei conti, sarà una semplice perlustrazione, niente di troppo complicato, anche se sarà molto importante per il resto del colpo. Kilian sa già quello che accadrà oggi, perciò attuerà il piano ideato a Los Angeles e li pedinerà. La cosa un pò mi rassicura, e forse anche per questo che la mia ansia e quasi inesistente. Sposto la mia attenzione su di loro quando mio padre parla ad alta voce.

«Bene ragazzi, siete pronti?»

«Pronti, tutto quello che ci serve è nel furgoncino».

«Ottimo, allora se siete pronti potete andare. Noi saremo sempre con voi. Hunter controllerà ogni vostro passo tramite satellite e vi avviserà in caso di pericolo».

«Certo papà, stai tranquillo non è niente di nuovo», lo conforta Grayson.

«Lo so ragazzi, infatti mi fido di voi. Adesso andate», e cosi dicendo, i due interessati si alzano dal divano, pronti ad entrare in azione.

POV Xavier:

«Pronto fratellone?», chiedo mentre gli tiro una pacca sulla spalla.

«Smettila di fare il deficiente e sali in macchina Xavier».

«Quanto sei pesante», alzo gli occhi al cielo. E' sempre così quando si fa qualcosa con Grayson, non si può ne scherzare ne fare battute, tutto deve essere perfetto. Questo perchè vuole sempre avere l'approvazione di nostro padre, ma secondo me è del tutto inutile, tanto rimarrà sempre il figlio preferito. Dovrebbe fare come me, ovvero fregarsene e scopare un pò di più, alla fine cosa c'è di meglio di una bella scopata?

«Ti ricordi tutto?»

«Si Gray stai tranquillo, lo abbiamo ripassato due minuti fa. Non soffro di Alzheimer ancora».

«Volevo esserne sicuro. Tra una quindicina di minuti dovremmo esserci, i documenti sono tutti nel vano porta oggetti?», controllo per dargli un pò di sicurezza in più, prima di annuire e rimettermi comodo sul sedile. Non è la prima volta che andiamo a perlustrare una zona o un edificio, ma questa volta è diverso. Entrare in una base americana non è semplice, ma al contrario di quello che pensavamo, non ci abbiamo messo molto per riuscire ad entrarci legalmente. Tutto questo grazie ad Hunter ovviamente. Lui è un genio del computer, non so da chi abbia preso, ma è un fenomeno, uno dei migliori hacker in circolazione. Grazie a lui, adesso io e Grayson siamo ufficialmente degli addetti dell'azienda Hackerman, azienda che fornisce servizi di riparazione. Mentre penso all'immenso lavoro fatto da Hunter, solo per la prima parte del piano, siamo già a metà strada. Ci troviamo fermi al semaforo che costeggia l'American mini Market, amo questo posto. Mi ci fermo sempre quando dopo aver bevuto o fumato qualcosa, ho una fame pazzesca. In oltre che siano le due o le quattro del mattino non cambia niente, perché è sempre aperto.

«Dopo, quando torniamo a casa, possiamo fermarci un attimo qui? Ho proprio voglia di qualche schifezza».

«Certo, nessun problema», quelle sono le ultime parole che dice Gray prima di sentire attorno a noi un suono troppo familiare.

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