Mi sveglio di soprassalto, per via dell'avviso di un messaggio che arriva sul mio cellulare. Cerco di aprire al meglio gli occhi e di abituarmi alla sottile luce, che entra dalla finestra. Noto iniziando a guardarmi intorno di non essere più sul divano, ma ben si nella camera da letto di Kilian. Non mi ricordo con esattezza come io ci sia arrivata, ma di sicuro non con le mie gambe. Afferro il cellulare e guardo chi ha disturbato il mio sonno, ma quando lo faccio, mi accorgo che sono le dieci e quasi mi prende un colpo. Quanto cazzo ho dormito? Perché Kilian non mi ha svegliato? Leggo in velocità il messaggio di Xavier, dato che non ho tempo da perdere, ma farlo è anche peggio, in quanto mi mette ancora più fretta addosso. Ancora seduta sul letto cerco con lo sguardo i miei indumenti, che per fortuna Kilian ha gentilmente appoggiato sulla poltrona che ha in camera e mi avvicino ad essi. Li indosso con gran velocità per poi avviarmi in cucina, dove so con certezza di trovarlo.
«Buongiorno», mi sorride appena mi vede entrare dalla porta, è troppo carino di prima mattina.
«Buongiorno. Come mai non mi hai svegliato? Non posso permettermi di dormire tutte queste ore».
«Dormivi troppo bene e comunque i segni sotto i tuoi occhi dicono che ne hai bisogno. Sappi che anche J lo vorrebbe, lo sai bene», mi dice mentre appoggia un piatto di pancake sull'isola della cucina, «Adesso siediti e fai colazione, ok? Poi ti porterò in ospedale. Non penso che in un'ora J possa svegliarsi».
«Va bene grande capo», mi siedo, «tra un ora no, ma in giornata molto probabilmente si. Xavier mi ha scritto che i medici hanno deciso che è ora che si risvegli, perciò incrociamo le dita», incrocio le dita portandomele al lato del mio viso accompagnate da uno dei miei migliori finti sorrisi, in quanto provo davvero tanta ansia.
«Vedrai che si sveglierà e tu sarai al suo fianco», si avvicina a me per poi lasciarmi un bacio sulla fronte, «Adesso però mangia».
Non discuto e inizio a mangiare.
«Mhm sono davvero ottimi, tu non mangi?»
«Ho bevuto un caffè, non sono un amante della colazione».
«Dai mangiane un pò», afferro un pezzetto con la forchetta e mi avvicino a lui per farglielo mangiare, «Apri la bocca o devo farti l'areoplanino come con i bambini?, lo prendo in giro.
«Se lo faccio, cosa avrò come ricompensa?», dice incrociando le braccia al petto e alzando un sopracciglio.
«E chi ha detto che c'è una ricompensa scusa?»
«L'ho deciso io adesso, allora?», mi sprona.
«Ok», alzo gli occhi al cielo, «Ma non te lo diro finché non lo avrai mangiato», non finisco neanche la frase che addetta il pezzo di pancake e se lo mangia.
«Contenta ora?», annuisco sorridendo, «La mia ricompensa?»
«Arriva detective impaziente», e cosi attacco le mie labbra alle sue regalandogli un dolce bacio del buongiorno.
«Ti va bene?», gli chiedo appena ci stacchiamo.«Più che bene, per me possiamo anche ripeterlo».
«Te lo scordi», dico staccandomi da lui anche se di malavoglia, «Per quanto mi piacerebbe, devo finire di fare colazione. Poi tu devi tornare a lavorare sul caso e io andare in ospedale», sbuffa ma poi mi da ragione.
«Ancora nessuna pista?», chiedo mentre addetto l'ultimo pezzo di pancake.
«No nulla al momento, mi spiace. L'unica cosa che sappiamo e da dove è partita la soffiata, ma niente di più»
«Da dove è partita?», chiedo incuriosita.
«Da un vecchia cabina telefonica situata a sud di Santa Barbara. Oggi ci faccio un salto, magari qualcuno ha visto o sentito qualcosa».
«Fammi sapere se ci sono novità», dico mentre salto giù dalle sedia.
«Certo piccola, vado a cambiarmi e poi ti porto in ospedale».
«Va ben, ti aspetto di qua», gli dico mentre tiro fuori il cellulare e rispondo a XavierA: Xavier
Si sto bene tranquillo, tra meno di venti minuti sono li.
P.s: non serve che mi vieni a prendere mi porta lui.**
Kilian ferma la macchina a un paio di metri dall'ospedale, per evitare che qualcuno ci veda assieme e faccia strane supposizioni.
«Ecco a lei principessa, la sua carrozza l'ha portata a destinazione».
«Sei proprio cretino quando fai cosi, lo sai?», rido e contemporaneamente alzo gli occhi al cielo.
«Un cretino che ami però».
«Già un cretino che amo», gli dico per poi lasciargli un bacio a fior di labbra, «adesso vado o si chiederanno tutti dove io sia sparita».
«Va bene, fammi sapere qualcosa su J. Anche perchè quando starà meglio dovrò fargli delle domande».
«Che domande?»
«Se ha nemici in giro o faide con qualcuno».
«Ah...si giusto», mi fa strano pensare che mio fratello possa avere dei problemi in giro e che non mi abbia mai parlato di nulla.
«Adesso non preoccuparti va bene?», mi accarezza il viso, «ci sentiamo più tardi e sappi che la mia porta di casa è sempre aperta».
«Va bene a dopo», gli lascio un ultimo bacio prima di scendere dalla macchina e avviarmi verso l'entrata dell'ospedale.
Come ogni giorno mentre percorro i vari corridoi per arrivare da J, mi imbatto nelle solite infermiere che mi salutano sempre calorosamente. Probabilmente quando Joshua verrà dimesso mi mancheranno, a casa quasi nessuno mi saluta di prima mattina.
«Eccola, dove eri finita?», è cosi che vengo accolta da mio padre appena metto piede in reparto.
«Ieri sono andata a dormire da Cassie e anche se le avevo detto di svegliarmi alle nove non l'ha fatto...», mi invento la prima bugia che mi passa per la testa, «Ma adesso sono qui, ed è questo l'importante no?»
«Si certo, la prossima volta almeno avvisa», non si sono mai preoccupati per me, perchè farlo proprio adesso?
«Ha avvisato me», interviene in mio soccorso Xavier, «non vi ho detto nulla, perchè solitamente non vi interessa molto quello che fa».
«Da un paio di giorni si però Xavier, in quante c'è qualcuno che va in giro a sparare ai componenti della mia famiglia», gli ringhia contro papà.
«Adesso calmatevi, tutti e due», dice mamma con tono autoritario, «oggi dobbiamo pensare solo a J e al suo risveglio».
«Esatto, perciò se volete scusarmi vado da lui», e così dicendo giro i tacchi e mi incammino verso la sua stanza.
«Buongiorno», dico appena entro, notando l'infermiera che sta controllando i parametri vitali di mio fratello.
«Buongiorno cara, oggi è il grande giorno! Sei contenta? Tra un paio di ore sarà sveglio».
«Non vedo l'ora, anche se sono un pò agitata», le confesso, mentre mi siedo sulla sedia affianco al suo letto per poi afferrargli la mano.
«Non esserlo, il suo corpo sta rispondendo bene. Conto che si sveglierà in meno di due ore», mi sorride dolcemente.
«Ci conto allora», ricambio il suo sorriso e poi ci lascia soli, «non vedo l'ora che tu ti sveglia, mi manca il mio gemello preferito».
Non so quante ore siano passate forse due massimo tre, per un pò c'è stato un via vai tra i miei familiari e gli infermieri ma adesso sono l'unica in stanza. Il sedere inizia a farmi male anche se per un pò ho camminato su e giù per la stanza per farmela passare, ma di sicuro una volta uscita di qui avrò il sedere rotondo e dolorante. Torno a concentrarmi sulla sua mano, che ha perso un pò della sua solita abbronzatura, fino a quando...
«Ash-ley?», ed è in quell'esatto momento che il mio cuore riprende a battere.N/A: Eccomi qua con un nuovo capitolo, sono riuscita ad aggiornare prima del solito, la prossima settimana vado in ferie e nei giorni dove non ho nulla da fare (perché le mie vacanze sono saltate) cercherò di scrivere gli altri capitoli. Spero che vi sia piaciuto se è così fatemelo sapere con un commento o con una ⭐️
Un bacio ❤️
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Real love?
RomanceHai mai amato la tua famiglia, ma allo stesso tempo non sentirti parte di essa? SI Sono mai riusciti a farti innamorare per arrivare a loro? SI Il tradimento, ha fatto male? SI Hai mai perdonato questo gesto? Questo spetta a voi scoprirlo. 🏅 5^ in...