CAPITOLO 22

182 19 28
                                    




Sto suonando, con insistenza, il campanello fuori casa di Cass. Non sono nelle mie migliori condizioni, perciò mi auguro che non stia due ore ad aprirmi la porta. Un vicino, nel frattempo si affaccia alla finestra con fare incuriosito. Mi osserva per un pò e prima di rientrare, mi guarda con faccia schifata. Scusi tanto eh, non posso sempre essere al meglio delle mie condizioni, pernso tra me e me. Per fortuna, non ci mette molto ad aprirmi, ma quando lo fa una risata si espande sulle sue labbra carnose.

«Ma come sei vestita?»

«Ciao Cass, si io sto bene, tu? Puoi anche farmi entrare sai, magari ti racconto quello che è successo...», dico in tono annoiato.

«Si-si, scusa», continua a sghignazzare, «il punto è, che non ti aspettavo vestita così».

«Invece eccomi qui, vestita come una "pezzente". Se gentilmente mi imprestassi un costume e dei vestiti, te nei sarei grata».

«Certo», la seguo mentre andiamo in camera sua. La vedo cercare tra i vari armadi qualcosa da darmi. Poco dopo mi lancia un bikini blu, dicendomi che il resto me lo avrebbe dato dopo, prima di rientrare a casa.

«Vado a cambiarmi», l'avviso.

«Va bene, ti aspetto qui».

Entro dentro il suo bagno personale, che è molto diverso dal mio. Lei a differenza mia, è un attimo più organizzata. Ho imparato a mie spese, che è meglio non toccare niente di quello che c'è qui dentro. Sapete il perchè? Semplice, perché se poi non la rimettete nel posto esatto ,conoscerete la furia di Cass. Anche se non si direbbe che esista, in un corpo cosí minuto, fidatevi che c'è. Indosso il bikini, è davvero molto bello. Le spalline, sono come quelle di un reggiseno, solo con dei fronzoli azzurri che ne fanno da contorno. Il pezzo di sotto è a brasiliana, perciò si intravede un pò il sedere, ma tanto non c'è nessuno in casa, perciò non è un problema. Esco dal bagno e trovo Cass, pronta, ai piedi del letto.

«Pronta a raccontarmi tutto?»

«Pronta».

Scendiamo le scale e passiamo attraverso la porta-finestra, che da direttamente sul giardino. Diciamo che di giardino ha ben poco, in quanto di verde non ne è rimasto molto, dopo la creazione della piscina. La piscina è abbastanza grande, riesce a contenere all'incirca dieci persone. Ha un trampolino e qualche materassino di diverse forme. Fuori, ci sono vari sdraio in tela, color bianco. Sopra ognuno di essi è appoggiato un asciugamano di un colore diverso, così da dare un attimo di colore in più. Infine il pavimento è di pietra, per non scivolare. Ci accomodiamo sui primi due sdrai e ci stendiamo sopra.

«Allora raccontami, voglio sapere il perché ti sei presentata così sta mattina».

«Ti ricordi che ti avevo accennato, che dovevamo andare a cena con una certa famiglia?»

«Si, mi ricordo».

«Ottimo, beh la cena è stata ieri. È stata un vero disastro...per non dire peggio!»

«Perchè che è successo?»

«Beh dopo aver illustrato il loro "magnifico" piano, ne hanno tirato fuori uno in serbo solo per me...».

«Cosa???»

«E' la stessa cosa che ho detto anche io. Vuoi sapere in cosa consiste?», annuisce.

«Devo fingermi la fidanzata di loro figlio, così gli agenti non si insospettiranno».

«Ma sono fuori?»

«Me ne sono tirata fuori immediatamente. Non starò con uno stronzo, che non me la racconta neanche giusta».

Real love?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora