CAPITOLO 31

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Ho appena finito di vestirmi. Non indosso nulla di troppo complicato, infatti ho messo su un classico pantaloncino in jeans a vita alta e un top nero con le spalline sottili. Ai piedi come al mio solito, calzo le mie amate Alexander McQueen. A distrarmi dai miei inutili pensieri, è il suono di un messaggio. Non lo leggo neanche sapendo perfettamente che è Kilian, così prendo su la mia borsa e mi avvio verso l'uscita di casa. Come al solito mi sta aspettando in fondo la via. Quando apro la portiera, lo vedo con il capo chino sul telefono intento a scrivere a qualcuno, ma smette di usarlo quando appoggio le chiappe sul sedile.

«Ciao bellissima».

«Ciao bellissimo», mi sporgo verso di lui e gli lascio un bacio a stampo, prima di allacciarmi le cinture «Come stai?»

«Tutto bene, sono riuscito ad avere un giorno libero domani perciò», mi dice indicando lo zaino che è appoggiato sui sedili posteriori, «io e te faremo un bel viaggetto, se così si può chiamare».

«Che cosa??? E non potevi avvisarmi, magari mi sarei portata un cambio o che ne so io», ma è pazzo? Poi dove vuole andare?

«Tranquilla ho pensato a tutto. Per dormire indosserai una mia t-shirt come sempre, e per domani puoi tranquillamente indossare i vestiti di oggi. Non mi scandalizzo sai», mi fa l'occhiolino per poi appoggiare come di sua abitudine la mano sul mio ginocchio.

«Certo non è un problema, ma se volevo farmi carina per te ora come ora non posso farlo. Inoltre la domanda più importate è: dove stiamo andando?»

«Andiamo a Los Angeles bimba, dove potremmo essere una coppia normale. Per concludere, prima di partire, non mi interessa cosa indossi per me sei sempre stupenda», gli sorrido, prima di appoggiare la mia mano sopra la sua.

Il viaggio da Santa Barbara a Los Angeles non è molto lungo. Prendendo l'autostrada ci vuole solo un'ora e mezza, escludendo il traffico californiano è ovvio. Per fortuna, la macchina di Kilian è spaziosa è ha molti comfort: come la possibilità di collegare il telefono all'autoradio, cosa che faccio all'incirca dopo dieci minuti di viaggio.

«Cosa stai combinando?»

«Mhm chi io? Nulla di che, sto solo cercando di collegare il mio cellulare alla tua radio. Per mettere su qualche canzone decente», gli spiego.

«Prendi il mio telefono è già collegato, così non perdi tempo», faccio come mi dice e prendo il suo telefono in mano. Potrei fare qualsiasi cosa, come controllare i messaggi e altre cose ma non lo faccio. Gli chiedo soltanto il codice e apro Spotify e metto su la prima canzone decente che trovo.

«Già meglio», gli dico.

«Se lo dici tu», ride «Senti, sei mai stata a Los Angeles?»

«Che domanda, ovvio che si. È una tappa obbligatoria da fare in gita con almeno tutte le scuole che frequenti...perchè me lo chiedi? Tu non ci sei mai stato prima?»

«No è la mia prima volta. In realtà prima di trasferirmi a Santa Barbara non avevo mai messo piede sul suolo californiano», mi confessa.

«Non ci sono problemi, anzi meglio per te avrai la migliore guida turistica di tutti i tempi», gli sorrido spiritosa.

«Ah non ho dubbi, l'unico mio problema è che potresti far ingelosire la mia ragazza».

«Nah non credo, la tua ragazza sarà più che contenta di lasciarti a me».

«Se lo dici tu, ti credo», mi dice per poi portarsi la mia mano vicino alla sua bocca e lasciargli un bacio sopra.

Per nostra fortuna il viaggio non dura molto. Perchè il traffico californiano ha deciso che oggi non voleva intralciarci il tragitto. Come entriamo a Los Angeles, Kilian inizia a toccare lo scherzo touch dell'autoradio, fino a mettere il navigatore e schiacciare sopra un indirizzo.

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