CAPITOLO 32

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E' la luce che trapassa dalla tenda a farmi aprire gli occhi e a svegliarmi. La notte scorsa è stata fantastica, non mi aspettavo certamente che andassimo a letto assieme, ma invece è successo. Non so come descriverla... ma di certo è stata una delle migliori (non che io ne abbia avute molte), ma la ricorderò per sempre, anche se fra di noi magari non funzionerà. In questo momento sono intrappolata sotto il suo braccio, non che io mi stia lamentando eh...ma mi scappa troppa pipì. Così con un innata delicatezza cerco di liberarmi, ma con scarsi risultati.

«Dove vai?», mi chiede con la voce ancora impastata dal sonno.

«Torna a dormire, devo solo andare in bagno», mi risponde a monosillabi mentre io mi avvicino al bagno.

Una volta uscita, noto che il mio bel spazio del letto è stato interamente invaso, perciò decido di andarmi a sedere sulla poltrona che si trova vicino alla finestra. Prima però prendo su il cellulare e quando sono più che comoda, illumino la schermata home. Ho varie notifiche, ma quella che attira di più la mia attenzione è quella da parte di Xavier, così la apro:

DA: XAVIER
Ehi tutto bene? Non ti ho vista rientrare a casa e mi sono preoccupato...

A: XAVIER
Ehi, si tutto bene. Sono rimasta a dormire a casa di una mia amica dell'università ma avevo avvisato J, non vi ha detto nulla?

Deve essere sveglio, perchè mi risponde quasi subito.

DA: XAVIER
No, non mi ha detto nulla. Si sarà dimenticato...

A: XAVIER
Probabile, rientro entro sta sera comunque. Ciaooo

«Devo essere geloso?», mi spavento al suono della sua voce tantochè il telefono mi sfugge dalle mani.

«Ma sei matto??? Vuoi farmi venire un colpo?».

«No, ma ripeto, devo essere geloso?», mi alzo dalla poltrona e mi avvio verso il centro del letto che adesso è libero.

«Mhm, non so», mi avvicino con le labbra alle sue «forse», concludo unendo le nostre labbra in un bacio.

«Dormito bene?», mi chiede appena ci separiamo.

«Da dio, tu?»

«Anche, ma non avevo dubbi», mi sorride con il suo solito sorriso da sfrontato.

«Idiota».

«Idiota a chi?», non mi lascia formulare neanche la risposta che mi ribalta sotto di lui e inizia a farmi il solletico.

«No Kilian!», urlo ridendo.

«Te la sei cercata signorina».

«Basta, non respiro più».

«Va bene la smetto, solo perchè ci tengo a te».

«Si, vedo come ci tieni...».

«Come dici?», si riavvicina a me.

«Nulla, nulla».

«Ah ecco», mi sorride «vieni a fare la doccia con me?», alzo il sopracciglio facendo contemporaneamente una faccia dubbiosa.

«Faccio il bravo promesso», ride mentre mi allunga la mano che affermo.

«Se lo dici tu», lo prendo in giro seguendolo in bagno. La doccia dura un pò più del voluto per colpa delle mani di Kilian che non volevano restare al proprio posto. Adesso siamo entrambi vestiti e pronti ad andare a fare colazione, finalmente perchè ho una fame pazzesca. Prendiamo su i nostri "bagagli", così da poterli lasciarli in macchinain in quanto la nostra permenenza in questo piccolo hotel è finita, sfortunatamente.

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