ᴄᴏʟᴏʀᴇ ᴠɪᴏʟᴀ

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Ho sempre pensato che in realtà la nostra idea di amore, di amicizia, di libertà è solo una nostra stupida visione di come crediamo che debba essere quell'emozione, mi spiego meglio, ci fasciano la testa con film, storie d'amore, racconti, romanzi...noi ce ne appassioniamo e speriamo che un giorno possa entrare dalla finestra il nostro Edward Callen, così iniziamo a fantasticare, c'è chi perfino lascia la finestra aperta sperando arrivi qualche bel vampiro sexy.
La realtà dei fatti è che sono solo un idealizzazione , ci illudono che un giorno prima o poi la nostra vita possa prendere una svolta e vivere una storia d'amore come quelle che proiettano al cinema.
La cosa triste è che nella vita reale non accade niente di tutto ciò, e noi partiamo con i nostri fantastici film mentali e alla prima possibilità di amare qualcuno, restiamo delusi dalle aspettative, l'amore per me è solo una parola, rispetto... E non esistono film o serie che possano spiegare come amare una persona o come funziona l'amore in generale, l'amore va vissuto...

Che sbadata mi presento, io sono Ginevra, Ginevra Miller, non starò qui a chiedervi pietà per la mia sfortunatissima vita, quindi non vi preoccupate per me, ci ho fatto l'abitudine.
Sono una normalissima ragazzina di sedici anni, si direbbe, sono cresciuta qui a Roma in una bella casa in periferia con i miei genitori , giardino e piscina inclusi, mi ritengo fortunata ad avere tutto ciò, non me ne lamento, il vero problema è quando inizio a raccontare della mia vita...
Sono cresciuta qui a Roma come vi ho già detto, ma, non credo di averla mai vista, fin da piccola ho studiato sempre con insegnanti privati, dottori privati, tutto il possibile pur di non farmi uscire da qui... E non importava del costo.
Si, direte solita storia, genitori possessivi e protettivi, infanzia infelice e difficile.
Mi dispiace deludervi ma questa non è la mia storia... Sono cresciuta rinchiusa tra le mura di questa casa, senza sapere realmente cosa ci sarebbe stato al di fuori di quella recinzione, internet in questi casi aiutava, cercavo di capirne di più, e sapevo tutto, ogni cosa, il tempo non mancava e la mia fame di informazioni era insaziabile, però non ero mai riuscita a provare quelle sensazioni dal vivo, i miei beh... Si come vi ho già detto erano molto protettivi, soprattutto mio padre, se non svolgevo tutti i compiti che mi chiedeva o se qualche sera tornava ubriaco o nervoso dal lavoro, sfogava la sua rabbia su di me, mi picchiava e se mia madre provava a difendermi le dava anche a lei, ma l'amore è cieco, lo amava talmente tanto da perdonargli tutto, si, dovrebbe essere una cosa bella, ma non lo era, si era trasformato in una specie di amore masochista e malato , era un uomo molto violento, era risaputo, non era cattivo... O almeno così credo, diceva che funzionavano così le cose, mi avrebbe aiutato a crescere, sarei diventata più forte, e diceva che l'unico modo per farmi capire fosse quello... Gli volevo bene però infondo, era un bravo papà, quando ero piccola mi raccontava delle storie frutto della sua fantasia per farmi addormentare, poi con gli anni le cose sono cambiate...
Ora ho questi piccoli tatuaggi violacei sulla pelle, ogni sera prima di dormire li accarezzo, come se fossero una cicatrice che si sta per cicatrizzare, avevo letto da qualche parte che tutte le ferite si richiudo prima o poi, sarebbe stato così anche per me.

Era da un periodo a quella parte che i vicini incuriositi cercavano di sbirciare all'interno della casa, sapevano che i miei avevano una figlia ma non mi vedevano mai, in realtà nessuno mi vedeva mai, non conoscevo nessuno, avevo fatto amicizia con un ragazzo su Instagram, solo che poi mi chiese di uscire e fui costretta a rinunciare anche a l'unica cosa di più simile a un amico, credo, non so in realtà come si debba comportare un amico, vedevo molte serie tv, ma come ho già detto, ci illudono, con questi rapporti personali tra i personaggi lasciandoci drogare di aspettative, sognare scenari inutili.
Spesso quando mi sentivo un po' giù scavalcavo il davanzale della mia finestra e mi sedevo sul tetto, un paio di cuffiette, musica, e già mi sentivo meglio, soprattutto la sera, mi piaceva guardare le stelle da lì, era il mio angolo di felicità, come anche la musica, grazie a lei riuscivo a scappare da tutta quella situazione, mi trasportava in un altro mondo, un po' tutto mio.
Si sa i vicini non riescono mai a farsi i fatti loro, erano andati a spifferare tutto in giro, dicevano che i miei mi tenevano dentro una bolla di vetro e che per la mia salute mentale avrebbero dovuto mandarmi a scuola con tutti gli altri ragazzi della mia età... Quei giorni l'umore di mio padre era a pezzi era stressato e agitato, e si sapeva come finiva in quelle situazioni, aveva dato la colpa a me, e sta volta mi ritrovavo un occhio nero...ma era normale, infondo ci ero abituata... Più o meno... Il dolore però a mano a mano andava via e così le mie preoccupazioni.

La decisione era stata presa... Avrei seguito le lezioni come tutti i ragazzi della mia età, dopo vari tentativi la mamma era riuscita a smuovere dalla sua posizione papà, infondo se non mi avesse mandato, la gente avrebbe iniziato a insospettirsi e a creare problemi... Domani primo giorno di scuola, emozionata? Non so neanche io descrivere questa sensazione, ma non l' avevo mai provata prima...

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Diciamo che è stato un inizio un po' particolare e il capitolo abbastanza corto, ma vi prometto che scoprirete più nel dettaglio la storia di Ginevra, una povera ragazzina, in un mondo che le sta stretto, ignara del problema che la sua famiglia le stava infliggendo, convinta che l'amore, fosse imporre e assestare i colpi.

Sta Sera Non AndareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora