Ritorno Alla Normalità, Quasi

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- sei sicura?

Cercai di corrompere Chloe tentando di farle cambiare idea sulla sua assurda idea del mio ritorno a scuola, ma fu irremovibile, credeva che avessi dovuto riprendere in mano la mia vita e dimostrarmi forte, e aveva ragione come sempre, dopo un mese dall arresto di mio padre avevo trascurato tutto ciò che mi faceva stare bene, dimenticandomi di cosa avessi realmente bisogno, e anche se un po' mi spaventava tornare alla "normalità" se così la potevo definire, con affianco Chloe sicuramente sarebbe stato più facile .
Avevamo deciso alcune piccole regole dopo quello sfogo della sera precedente, non avremmo parlato di  Daniel per qualsiasi motivo al mondo, anche se lei più volte aveva provato a tirare l'argomento in ballo, ma io l'avevo ogni volta ammutolita con qualche occhiataccia.
E la seconda regola beh era facile... Niente più segreti e lei mi promise che sarebbe restata al mio fianco, sempre.

Mi afferrò la mano e rivolgendomi uno sguardo rassicurante la strinse, poi con decisione mi trascinò al interno del ingresso principale della nostra piccola scuola.
Le pareti sembravano essere rimpicciolite e più scure, il brusio al quale non ero più abituata risultava assordante, scossi la testa confusa.
A ogni mio passo, più ci addentravamo all interno della scuola, più sentivo lo sguardo tagliente degli studenti su di me, Probabilmente la voce era circolata così in fretta, come quando nel tuo piccolo paese viene a fare visita una celebrità, ma in questo caso forse più mi sentivo un animale da circo, un attrazione.

Cercai di trattenere il fiato e sollevai sul mio capo il cappuccio della mia felpa per nascondere almeno apparentemente il mio volto.

- vedi sta andando bene

Disse sollevando le spalle, come faceva a non notare il modo in cui mi guardavano gli altri, afferrò la mia spalla e mi scosse dai miei pensieri.

- non pensarci troppo piuttosto prendi i libri di filosofia, faremo tardi a lezione.

Sbuffai e inserendo il codice del mio armadietto lo aprii, notando che tutto era rimasto nel suio ordine perfetto, non una cosa fuori posso e ciò mi consolo, respirai l'aroma di vaniglia con il quale adoravo cospargere i miei libri, permetteva a me di concentrarmi meglio e di rilassare i miei sensi.

- Noah sta sera da una festa e ha chiesto se avevi intenzione di venire anche tu, dice che non sei raggiungibile e la segreteria sembra solo un disco rotto che si ripete all infinito

- oh si, ho spezzato la SIM, direi più e più volte, non ricordo in quanti pezzi

Cercai di essere sarcastica e Chloe inclinò il capo in attesa di una mia risposta.

- non verrò, mi dispiace, ringrazialo da parte mia.

- perché Ginevra, questa potrebbe essere l'occasione per riprendere tutto ciò che hai accantonato, per riavere un attimo di serenità, niente pensieri, solo divertimento e inoltre manchi anche ai ragazzi, mi chiedono spesso di te

Feci per parlare, ma la bocca mi si impastò, anche a me loro mancavano ed era piacevole la sensazione di sapere che anche a loro mancassi, ma non ero pronta a tornare alla normalità così tanto in fretta.

- Chloe ti prego non insistere, ho preso la mia decisione... Sai benissimo che ho bisogno di tempo e Daniel sicuramente sarebbe lì e io...

- so che mi hai proibito di farlo, ma è importante che io lo faccia...

Sapevo dove voleva arrivare, così mi affrettai a richiudere l' armadietto alle mie spalle e ruotare i tacchi per fuggire il più lontano possibile da li.
Ma per mia sfortuna mi si parò davanti.

- Chloe potresti spostarti? Dovrei passare, la lezione ricordi

- adesso mi starai a sentire ok? Ho mantenuto la bocca chiusa per troppo tempo, e prima o poi dovrai affrontare questo discorso, inutile rimandare

Disse tutto d'un fiato, mi posai alla parete e la osservai con sguardo torvo, scocciata, non sapevo in effetti di cosa voleva parlarmi, anche se lo intuivo.

- sai benissimo che non è colpa sua, sarò cruda, ma non mi importa, lo ha fatto perché tiene a te, lo tormentava sapere che ti facessero del male, è una cosa orribile quello che ti ha causato tuo padre, tutto quel dolore, ma non puoi farne a Daniel una colpa, ha avuto il coraggio di fare quello che probabilmente tu avevi timore di denunciare

Il labbro iniziò a tremare e mi allontanai qualche passo lontano da lei, faceva ancora male sentire parlare di tutto ciò...

- Daniel non ha colpa, forse solo quella di volerti bene, era ferito dalle tue parole, e distrutto nel vederti ridotta in quello stato.

Qualche lacrima solcò il mio viso e la cancellai all istante.

- avrebbe dovuto tacere, non spettava a lui risolvere la situazione

- capisco che faccia male, ma non puoi addossare tutta la colpa a lui gine

Sospirai passando una mano tra i capelli e guardando un punto indefinito sulla parete, qualche vecchio disegno o trofeo impolverato, senza badarci troppo.

- ti vuole bene... lo ha fatto solo per il tuo bene 

Disse per poi andare via e lasciarmi li, il giusto tempo per elaborare le sue parole.

In preda al panico, mi voltai cercando una via di fuga, sembrava come se l'aria intorno si fosse fatta più pesante e i miei polmoni faticavano a respirare, come se la gola si fosse serrata, afferrai il colletto della felpa tirandolo leggermente permettendo di fare spazio al mio petto che si solleva a freneticamente su e giù. A passo svelto, cercai di farmi largo tra la folla, raggiungendo il bagno, spinsi con le poche forze che mi rimanevano la porta scorrevole e la richiusi alle mie spalle.
Mi posai sullo stupide del lavandino nel tentativo di regolarizzare il mio respiro.
Tirai velocemente le maniche della felpa fino alle estremità delle dita e mi strinsi, cercai di nascondere il volto nella felpa, e solo allora sentii il retrogusto del suo profumo, tabacco e menta... Sollevai scossa il mio riflesso nello specchio... La sua felpa... Era la felpa di Daniel... Ricordai... Ero fuggita via da casa sua con quella indosso... Non avevo fatto caso fino a quel momento di cosa avessi deciso di indossare, con gesti frenetici e nervosi  l'afferrai, cercando di toglierla e la gettai disperata sul pavimento, scoppiando in un pianto disperato.
Mi lasciai scivolare contro la porta avvolgendo il mio viso con le mani.
Rimasi li, fino al suono della campanella, che segnava l'inizio della prossima lezione, cercai di fare lunghi respiri e immersi più volte il mio viso in risciacqui di acqua fredda, tentando di mascherare i miei occhi arrossati.
Guardai la felpa accartocciata sul pavimento e spalancai la porta, ma mi scontrai con qualcosa di duro e massiccio.

Sollevai lo sguardo... Entrambi deglutimmo, I nostri sguardi erano come incatenati, una nuova sensazione di vuoto si fece spazio nel mio stomaco, la gola bruciava e le mani formicolavano.
I suoi occhi profondi scrutavano il mio viso, come in astinenza e io dedicai quegli attimi ad assaporare nuovamente la sua presenza, ma lasciai che la testa sovrapponesse le richieste del mio cuore e con un rapido movimento schivo lo sorpassai.

Sta Sera Non AndareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora