Confuso

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Quel pomeriggio Daniel mi chiese di andare da lui, Chloe era a una visita dal ginecologo con la madre e Daniel diceva di volere un po' di compagnia e io avevo di certo bisogno di uscire da quella casa.
Suonai il citofono e lui mi aprii all istante, invitandomi ad entrare.

- andiamo in camera mia

Annunciò e io lo seguii, quella camera dove ormai ero finita tante volte.
Mi accomodai sul letto e lui fece altrettanto.

- ti avverto c'è la partita quindi niente e nessuno potrà deconcentrarmi

Disse Sorridendomi, ricambiai il sorriso, notando con quanta convinzione avesse pronunciato quelle parole.

- perché mi hai chiesto di venire qui allora?

Domandai, guardandolo attentamente.

- perché la tua presenza mi tranquillizza

Ammise e ne fui contenta.
La partita ebbe inizio, tentai di seguire anche solo un quarto d'ora, ma non faceva per me, Daniel era come ipnotizzato dalla partita e io ero solo annoiata ed esclusa da quel suo momento, posai il telefono e mi rifugiai per qualche istante in bagno, i lividi stavano pulsando sulla pelle e mi infastidivano, rendendomi stanca e addolorata, Daniel segui i miei movimenti per poi tornare a guardare lo schermo, forse pessima idea essere venuta.

Sollevai poco la felpa sfiorando il livido violaceo sopra lo stomaco, ancora indolenzito e posai su di esso acqua fredda, feci un gran respiro e decisi di tornare nella stanza di Daniel. Odorava di lui, menta e tabacco, una fragranza dalla quale ormai ero diventata dipendente, mi rannicchiai sul letto e feci i conti con i miei pensieri.
La tv si spense all improvviso e le sue braccia mi avvolsero completamente, dei dolci baci si posarono sul mio collo e mi strinse portandomi a se, la mia testa sul suo petto e le sue carezze che mi tranquillizzavano. Mi lasciai cullare dalle sue braccia e dai suoi baci.

- la partita non era finita

- non mi importa

Sospirai, godendomi il momento.

- tutto ok?

Annuisco lasciando che le sue carezze riportino la tranquillità della quale avevo bisogno.

- sai mi era mancato averti tra le braccia, era strano dormire qui senza te.

Sollevai lo sguardo verso di lui e sorrisi, forse un azione azzardata, ma posai le mie labbra sulle sue, dolcemente, senza pressione o passione, lui posò la sua mano intorno al mio viso e approfondi il bacio, stringendo il mio fianco tra le sue mani.
Quel bacio durò poco, perché una voce che ben conoscevamo chiamò il suo nome. Amelie... Che ci faceva li Lei.

Mi staccai all istante da lui, guardandolo confusa.

-cosa ci fa lei qui?

-non ne ho idea

Disse visibilmente confuso quanto me, sistemò la sua maglietta e seguito da me si diresse all ingresso.

- Daniel finalmente.... Ginevra, che ci fai qui?

-cosa ci fai tu qui Amelie

Dissi in tono accusatorio, lei posòle sue unghie scarlatte sui fianchi, piegando lievemente il ginocchio innervosita. Facendo oscillare i cappelli da una parte all altra.

- devo parlare con Daniel, vattene

- non andrò proprio da nessuna parte

Annunciai, ma Daniel mi afferrò le mani e mi sussurrò.

- vai, ascolto cosa ha da dirmi e ti chiamo

Lo guardai delusa, afferrai le mie cose e senza neanche permettere né lui né a lei di poter dire altro me ne andai.

Chiamai Chloe e le raccontai tutto, avevo bisogno di sentire il parere di un amica e anche se sapevo che lei sospettasse tutto, capii il perché non gliene avessi parlato prima e le chiesi di vederci quel pomeriggio e lei senza esitare accettò. Indossai qualcosa di coprente, un vestito a manica lunga, dal lungo spessore , lisciai i capelli e applicai un filo di trucco.

Una merenda al parco sarebbe potuto essere un ottimo motivo per passare del tempo con la propria migliore amica e raccontare le ultime novità.

L'aria era pesante, il rumore di bambini urlanti che si litigavano l'altalena peggiorava e infastidiva ulteriormente il mio umore, il cinguettio degli uccelli sembrava essere l'unica cosa positiva di quella giornata, quando il forte profumo di pane caldo richiamo il mio olfatto, mi affrettai a raggiungere il chiosco e acquistare due panini da consumare con chloe come spuntino per il nostro lungo racconto.

Le raccontai tutto, senza maschere o veli.

- non capisco ancora come tu abbia fatto a non saltarle addosso, sempre in mezzo deve stare quell Amelie

-so solo che adesso vorrei essere lì a sapere cosa si stanno dicendo

-perché non andarci?

La guardai scuotendo la testa e addentando l'ultimo pezzo di panino con il kecup che mi era rimasto.

-non se ne parla, Daniel mi ha mandato via

- ti ricordo che quella è casa mia, ed ora sono curiosa di sapere se quella Vipera è ancora lì. Dai su forza andiamo gine, fallo per me

Mi fece gli occhioni dolci tentando di convincermi, non avrei mai potuto dire di no allo sguardo compassionevole della mia migliore amica, più che altro buffo. Le sorrisi e accettai ed emozionata accorse a chiamare un taxi.

-taxi!!

Disse sventolando la mano più volte, richiamando l'attenzione di una decina di taxisti, che dovettero inchiodare pur di non scontrarsi.

In pochi minuti eravamo già a casa di Chloe, in suo modo insistente di convincere il guidatore a velocizzare la sua guida è stato a dir poco estenuante. Credo che prima di uscire mi avesse anche ringraziato di averla portata via, era un buffo uomo, dall aria simpatica, ma credo che con il carattere logorroico di Chloe, avesse preferito dare spazio ai suoi di racconti.

Chloe mi trascinò fuori , raggiungendo la casa, sempre più vicina sentivo il cuore battermi all impazzata, il vialetto lo percorsi con tutta la calma del mondo, non avrei voluto fare il mio ingresso in quella casa, sapevo che forse avrei visto uno scenario del quale non sarei stata contenta.
Con timore Chloe aprì La porta, dandoci modo di entrare.

- sono a casa

Annunciò sulla soglia del pianerottolo, pronta a fuggire se la situazione si sarebbe rivelata quella che credevamo entrambe.

Entrammo lentamente come colpevoli, guardandoci intorno, come se qualcuno ci avrebbe potuto sorprendere in qualche azione losca, l'aria sembrava tranquilla, dei rumori di risate provenienti dal soggiorno, ci invitarono a raggiungerlo, il rumore di una vecchia canzone di giovanotti in sottofondo e lo strano rumore dei tasti dei joystick che venivano usati piu volte.

- scommetto che si tratta di mio fratello e quei soggetti dei suoi amici, a meno che Amelie non abbia cambiato voce e passatempo, anche se credo che per far pace con Daniel farebbe di tutto.

- che ci fate voi qui?

Chiese sorpreso Noah, voltandosi verso di noi, a quell affermazione, Daniel e gli altri fecero altrettanto interrompendo la partita di fifa sulla tv.

- credevo saresti rimasta a cena fuori, questa è una serata tra ragazzi

Disse in tono di rimprovero Daniel a Chloe, lei mise le mani sui fianchi e puntando il dito contro di loro, increspo alterata la fronte.

- senti chi parla, gli stessi che hanno rovinato la nostra serata al pub, anche noi avevamo medesimo scopo eppure...

Daniel sbuffò e torno a concentrarsi sulla partita, non ci voleva lì ed era chiaro, cosa gli aveva detto Amelie, perché adesso non la pensava più come sta mattina, la mia compagnia era diventata irrilevante tutto d un tratto?

Sta Sera Non AndareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora