Adoravo guardare il cielo e contare quante stelle ne facessero parte, ma quella sera mi fu impossibile, sembrò come se la luce della luna avesse spento tutte le altre stelle, o forse perché era talmente brillante, talmente sicura di sé da oscurarle. Brillava così tanto illuminando ogni cosa, brillava nel buio come una scintilla di luce che non si spegne mai. Un fruscio di foglie e poi il rumore cristallino d'acqua mi suggerì che mi trovavo vicino una sorgente, ma poi non appena spostai con la mano un ciuffo di rami di fronte il mio viso, la Visuale si fece più limpida mostrando un grande specchio d' acqua, la luna ci si specchiava dentro, egocentrica e bellissima, I rami scuri degli alberi le davano un tocco più misterioso, tenebroso, ed era ciò che la rendeva così splendente il contorno che le donavano, osservai l'acqua scura del lago, muoversi, goccioline come lacrime cadevano sulla sua superficie donando una bellissima illusione ottica.
Forse era così, quel lago era fatto di lacrime, una ad una, le lacrime della luna, così splendenti e delicate, che finivano per unirsi alle molteplici che aveva versato, non capendo che in realtà l'avevano portata a ingrandire solo la sua forza e le donarono un animo giovane e sicuro, forse funzionava così con le delusioni...Un rumore di passi, interruppe i miei pensieri, tornai sull attenti, intimorita dalla presenza che ormai si era fatta vicina a me, mi ripetei di restare calma, ma era imprevedibile cosa si nascondesse nel buio, come una tenebra che danza a nell anima della notte, una possente figura avanzò verso di me, il suo sguardo si illuminava nascosto nell ombra, indietreggiai mentre i suoi passi avanzarono, si sollevò un vento impetuoso, ribelle, che scompigliò i miei capelli e fece oscillare gli alberi, sfocando la strana creatura della notte, la luce si affievolì coperta da quelle enormi nubi grigie, era come se al suo arrivo tutta quella luce raggelasse e se ne andò lasciando spazio al nulla, al buio... Una forte agitazione si fece largo in me, senza mai fermarmi continuai a camminare imperterrita, raggiungendo ormai la riva del lago, senza mai voltare le spalle alla figura che mi osservava avanzando verso di me, forse incuriosita, provò a dirmi qualcosa, come un ruggito, ma il vento portò via anche quello.
Il cuore era ormai in preda a una tachicardia, volevo solo non essere mai venuta in quel posto... Mi sentii in Gabbia, senza una via di fuga... Da sola, nel completo panico non notai un grande e massiccio cumolo di pietre sull erba brizzolata e il terriccio del lago, così inciampai, ma proprio nell esatto momento in cui il mio corpo stava per cadere nelle fredde braccia di quel lago di lacrime, qualcosa mi afferrò, quella creatura si lanciò prontamente su di me e mi sorresse stringendomi tra le sue possenti braccia, come un volo d'angelo, mi raggiunse in pochi istanti, non ebbi il coraggio di sollevare lo sguardo verso il suo volto, mi limitai a restare immobile, a sentire il suo respiro e il mio accelerare fino ad unirsi, eppure ...non mi sentivo in pericolo, non ebbi più paura , mi lasciai stringere, guardai l'acqua del lago oscillare e riflettere le nostre figure , donandomi uno scenario mozzafiato, la luce della luna si rischiarò spingendo via le nuvole pallide, attraversandole, permettendomi di specchiarmi ...quelle pozze marroni ma allo stesso tempo scure come La notte bruciarono la mia pelle, un respiro mozzato mi si fermò in gola, i suoi capelli neri scompigliati e i suoi tratti decisi e lineati, una perfezione così fastidiosamente perfetta, facevano male gli occhi solo ad osservarlo troppo a lungo, ma per me era impossibile, erano come aria pulita , l'unica che avrei voluto respirare, il suo profumo si impresse nella mia mente, come un promemoria del quale avevo necessità di ricordare.il suo corpo si staccò bruscamente da me, assicurandosi che fossi stabile e non in precinto di bagnare i miei vestiti cadendo, si scompigliò con un gesto frenetico i capelli e fece qualche passo più in là, allontanandosi, come se la nostra vicinanza lo turbasse o spaventasse in qualche modo.
- mi hai spaventato ...
pronunciai dopo svariati minuti di silenzio, dove l'unico suono che calmava i nostri animi era il fruscio del vento che lentamente tornava a calmarsi, come un respiro.
- cos avevi intenzione di fare eh ?
pronunciò tutto d'un fiato, accusandomi, sollevai il volto nella sua direzione e notai la sua tensione, faceva respiri profondi e seccati, ma rilassati allo stesso tempo, come se provasse sollievo.
- andartene da chissà quale parte da sola, in un bosco, del quale non conosci neanche il sentiero e diciamocela tutta ginevra, hai oltretutto un pessimo senso dell'orientamento.
non lessi nel suo tono neanche una nota di ironia, sputò quelle parole in modo freddo e discostante.
- non trattarmi come una bambina Daniel, so badare a me stessa
- tu?
scoppiò in una fragorosa risata isterica e io improvvisamente mi sentii presa in giro, giudicata dalle sue insinuazioni.
- pretendi di saper badare a te , ti reputi responsabile? andare in un bosco di notte , ubriaca?
indicò la bottiglia che avevo tra le mani che ormai era diventata solo un contenitore, dopo che avevo finito il suo contenuto.
- non sono ubriaca
obbiettai, incrociando le braccia al petto, lui restò in silenzio, il suo petto si muoveva su e giù a causa delle parole con foga che aveva urlato contro di me, gli voltai le spalle, sentendo il bisogno di nascondermi dal suo sguardo , di rifugiarmi , mi rannicchiai le ginocchia al petto sedendomi su una grande pietra, lui rimase immobile, non si mosse.
- ora che ti prende ?
chiese dubbioso, ma non ricevendo una risposta da me, posai il mio viso sul dorso delle mani posato sulle ginocchia e mi limitai ad osservare la luna, come se baciasse la mia pelle, come se la colorasse e se quel gesto rinforzasse le mie ossa, come se fosse la mia ricarica, una forza che mi donava serenità e pace.
diede un calcio a qualche sassolino sul terreno e sbuffando mi raggiunse sedendosi poco più in là .
- perché sei qui Daniel?
non rispose.
- perché?...sono rimasta...con te, ogni singolo giorno, ho avuto paura di non rivederti e mi sono sentita morire, era come se fino a quanto i tuoi occhi non hanno rivisto la luce io avessi smesso di vivere, eppure hai scelto lei...perché
non una parola, niente, solo il rumore della suola delle scarpe che si muoveva lentamente sul brecciolato come una tortura, lenti movimenti e piccoli e silenziosi rumori, soffocati dal rumore del bosco .
- Mi dispiace.... Per ciò che ti ho detto
Pronunciai, forse troppo sottile, un sussurro, un respiro silenzioso, nel tentativo che non udisse ciò che più mi pesava ammettere.
- di cosa parli?
- sai bene di cosa parlo Daniel non è colpa tua per quello che è successo a mio padre... avevo paura di ammettere che se pur doloroso era giusto così, perché a volte il dolore va accettato, bisogna imparare a conviverci, non possiamo fuggire, altrimenti come un tarlo risuonerà ogni volta alla nostra porta.
- ...volevi che me ne andassi dalla tua vita e io cel ho messa tutta per farlo ed ora ... è troppo tardi Ginevra
anche una mia lacrima cadde in quelle acque incantate , un lago di lacrime , che senza la luce splendente della sua amata non avrebbe potuto più essere lo stesso, lui esaltava lei e lei valorizzava lui, un incastro perfetto, luce e buio, cielo e terra, con le sue lacrime gli donava vita e lui la sentiva più vicina ogni volta che le donava un pezzo di se, ogni lacrima aveva una storia da raccontargli e lui le ascoltava, con attenzione, interesse e ammirazione, sperando che quello specchio magnifico che la immortalava come una fotografia, gli permettesse di toccarla, un giorno, e che non fosse più solo un illusione.
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Sta Sera Non Andare
RomantizmVoleva essere una normale ragazzina di diciassette anni, ma non conosceva neanche il significato della parola normalità e di certo non faceva parte della sua routine... Quelle macchioline violacee sulla pelle ormai erano parte di lei, ne era affezio...