Passarono giorni e ogni mattina io e Noah ci vedevamo puntualmente qualche ora prima delle lezioni, il nostro rapporto era mutato, ci piaceva sorseggiare una tazza calda di tè, ogni mattina, lungo il vialetto della scuola, costernato da cespugli e tulipani Rosa, parlavamo, senza mai smettere di sorridere o di ascoltarci, Era come se quella strana complicità tra di noi non smettesse mai di finire, aspettavamo il suono della Campanella che ci indicasse che ormai era tempo di concludere le chiacchierate e di rifugiarci tra quelle aule rumorose della scuola, difficile descrivere il nostro rapporto, c'è chi credeva che ci stessimo frequentando, ma io non sapevo bene cosa significasse, non credo che quello che provassi fosse amore, Anche se non potevo neanche escludere questa opzione, non mi era mai capitato prima di allora. Tra l'altro Amelie aveva anche smesso di tormentarmi, finalmente potevo passare le giornate in tranquillità senza che una delle sue perfidie rovinassero il mio umore, credo che questo Dipendesse anche dal fatto che io avessi smesso di rivolgere la parola a Daniel, era da giorni ormai che non parlavamo, avevo come l'impressione che lui desse fastidio quello strano rapporto che avevo instaurato con Noah, ma non me ne preoccupavo, d'altronde Forse aveva ragione... Era meglio restare distanti.
-Buongiorno principessa
Una voce calda mi scosse dai miei pensieri, e un dolce bacio si posò sulla mia guancia, rinchiusi il taccuino dove stavo scrivendo e afferrai la tazza di caffè fumante che Noah mi porgeva allegramente.
- buongiorno, a cosa devo questo buon umore?
Mi sorrise scrollando le spalle, prendendo posto di fianco a me.
-niente di che, tran po' inizieranno i campionati e non vedo l'ora di partecipare
Sollevai gli occhi al cielo, calcio? Non era di certo una cosa che mi avvinceva, anzi mi venivano le vertigini solo a pensarci.
- eddai non mi guardare così, sono molto importanti, disputeremo la finale a Londra e ci saranno scuole di tutto il mondo, non è affascinante?
- molto, ma ti avverto, non verrò fino a Londra per vedere una stupidissima partita di football
Lo avvertii, ricevendo un occhiataccia da parte sua, per poco non sputò l' intera tazza di caffè.
- stupida partita di football, povere orecchie , cosa hanno dovuto udire fuori uscire dalla tua bocca, rimangiatelo.
Mi minacciò, scossi la testa, in segno di negazione, e poco dopo mi ritrovai a ridere a causa delle sue mani sui miei fianchi che mi facevano il solletico nei punti più sensibili.
- okok mi arrendo
Annunciai sollevando le braccia al cielo.
- che fate?
Credo che a causa della mia rumorosa risata non avessi sentito l'arrivo di Chloe, era di una strana luce quella mattina, il suo sorriso smagliante richiamava il bianco del suo maglione e le sue mani tormentavano la zip del gilet nero che indossava.
- qualcosa mi dice che qualcun altro qui è di buon umore
- di chi parli?
Fece finta di niente Chloe, afferrando dalle mie mani la bevanda calda e portandola alle sue labbra.
- ei quello era il mio.... Niente lascia stare puoi tenerlo.
Deglutii e mi sorrise scusandosi, per poi avvolgere il suo braccio intorno a me.
- qualcosa mi dice che anche Noah qui sa cosa ti passa per questa testolina e vorrei sapere perché io ancora non ne sono al corrente
Dissi scuotendo le spalle infastidita, entrambi scoppiarono a ridere, potevo anche arrivarci, diciamo che ogni pensiero di Chloe portava a nick, quindi? Uno più uno due, era successo qualcosa fra di loro sicuramente.
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Sta Sera Non Andare
RomansaVoleva essere una normale ragazzina di diciassette anni, ma non conosceva neanche il significato della parola normalità e di certo non faceva parte della sua routine... Quelle macchioline violacee sulla pelle ormai erano parte di lei, ne era affezio...