la vibrazione del mio telefono richiamò la mia attenzione, attesi qualche istante prima di sollevarmi e raggiungere il telefono sulla scrivania, sbuffai trascinando con me il cuscino che prima era riposto sul mio viso, nel tentativo disperato di soffocare i demoni della mia testa e la confusione che mi avvolgeva.
Lessi senza interesse il display domandandomi se fosse stata una buona idea ricomprare una nuova SIM in sostituzione della precedente.
Messaggio di Chloe :
Come è andato il primo giorno?Io:
... Non parliamone è stata una pessima idea... Scusa se ti ho trattato in quel modoErano sincere le mie scuse, mi dispiaceva essere stata brusca e scontrosa nei suoi riguardi.
Chloe:
Non importa... stai bene?Io:
Si...Chloe:
Non ti credo lo sai, racconta... Avevi detto niente più segretiFeci un bel respiro, le avrei detto tutto, ma scrivendolo era come se lo stessi ammettendo più a me stessa che a lei.
Io:
Forse hai ragione... Ho dato la colpa a Daniel...ho sbagliato, ma avrebbe dovuto parlarne con me...prima di fare qualsiasi cosa a riguardo, questo non glielo perdonerò mai
Chloe :
Ci vorrà tempo, ma non pensi che debba saperlo?
Io:
Non credo che a lui importi qualcosaChloe:
Ti sbagli, parlagli magari ti spiegherà anche come siano andate le cose.Aspettai vari minuti prima di rispondere al suo messaggio, forse parlare con Daniel sarebbe potuto essere il trampolino di slancio per iniziare ad affrontare questa questione e mettere un punto a tutto ciò.
Non risposi... Indossai rapidamente i miei stivali e afferrai la giacca precipitandomi alla fermata Dell autobus, probabilmente un atteggiamento folle ma sapevo come fossi fatta, se ci avessi pensato ancora un altro secondo, avrei finito per rinunciare.
Daniel il pomeriggio era solito andare ai suoi allenamenti di calcio, poche erano le probabilità che fosse ancora lì, ma non vane.
Indossai il mio paio di cuffiette e lasciai che il pullman mi cullasse, cercando di placare la mia evidente agitazione.Un frastuono e una frenata improvvisa, mi fecero sobbalzare, e le urla dei passeggeri mi incuriosirono spaventandomi, tutti si radunarono alla vetrata del finestrino principale, osservavando qualcosa, agitati, curiosi..., mi avvicinai con una sensazione che premeva forte contro il mio petto, un richiamo, come se vedere cosa fosse successo per me fosse di vitale importanza, osservai la macchina schiantata contro il muso Dell autobus, il fumo fuori uscire da essa e molteplici pezzi sparpagliati sull asfalto , il guidatore della nostra vettura continuava a giustificarsi dicendo di non aver visto il semaforo e di essere stanco quella mattina, ma io non udii le sue lamentele, ero concentrata nell osservare chi fossero i due passeggeri Dell auto...
Scesi dall autobus avvicinandomi all ambulanza, i miei occhi ispezionavano le persone che si rifugiavano all interno, un ragazzo molto giovane, che presumo fosse alla guida continuava a dire che non era solo in auto, riconobbi il suo volto, era Philip, un giovane calciatore della nostra squadra calcistica della scuola, solo in quel momento nella mia testa scatto un campanello d' allarme...
Mi voltai in preda al panico, sperando che l'altro ragazzo di cui parlasse, non fosse Daniel, lo speravo con tutto il cuore, le mani iniziarono a sudare, il battito del mio cuore accelerò, e il mio viso diventò di un pallido color latte...
Era lì steso su una barella, veniva sollevato su un autoambulanza, che non appena fu sopra iniziò a spiegare le sirene a tutto volume, persi un battito o due, smisi di respirare, rimasi immobile senza fare nulla, era sotto i miei occhi e lo avevano portato via, con urgenza, una corsa a rincorrere la vita.... La sua... Avevo paura... E molta... Lasciai che le lacrime scorressero veloci sul mio viso, un forte dolore chiuse la mia gola e le mie gambe cedettero, crollai sull asfalto, ignara di cosa fare, afferrai il cellulare e digitai il numero di Chloe, non consapevole se avessi premuto i tasti giusti.
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Sta Sera Non Andare
RomanceVoleva essere una normale ragazzina di diciassette anni, ma non conosceva neanche il significato della parola normalità e di certo non faceva parte della sua routine... Quelle macchioline violacee sulla pelle ormai erano parte di lei, ne era affezio...