sguardi taglienti

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tornammo quella sera da gli altri che ormai già riposavano nei loro sacchi a pelo, non parlammo, per tutto il tragitto, lo seguii a passo lento, tentando di restargli quanto più distante e ogni tanto i suoi occhi si voltavano a cercarmi sperando di non avermi lasciato indietro. presi sonno difficilmente , sperai che fosse più facile, un giorno, mi ripromisi, respirai e strinsi il sacco a pelo tre le mie mani , stritolandolo, come se volessi che tessuto si strappasse sotto le mie mani , come era successo a ogni parte di me , ma non fu così, lo stropicciai solamente e sentii le mie guance bagnarsi timidamente nel vano intento.

la giornata trascorse lentamente , più del dovuto, il prof ci portò lungo i sentieri del bosco, munito di una cartina orientativa, tanta pazienza e una bussola, e fui sorpresa di scoprire che in realtà il lago non fosse tanto distante della nostra posizione, e che stavamo andando proprio lì, fu come se qualcosa mi strinse il cuore, lo afferrò in mano e gli diede una morsa calorosa e piena di energia, ricordando il mio corpo e quello di Daniel avvolti in quel turbine di oscurità, solo noi, i nostri respiri così uniti e le nostre mani che si sfioravano, poi trasalii non appena notai il suo sguardo su di me , come se fossimo connessi, per un attimo credetti che anche lui avesse immaginato la sera precedente , ma non appena notai la sua mano e quella di Amelie intrecciate capii che probabilmente mi sbagliavo, e quella presa sul cuore lo rilasciò di colpo facendolo precipitare.

-No davvero ragazzi non è il caso

Dissi timidamente a disagio, non appena Noah e Alex mi proposero entrambi di riservargli un ballo, finendo così per litigare tra di loro.

sorrisi al loro buffo modo di giocare, quella sera probabilmente avevo deciso di non pensare, un paio di tacchi , trucco e un vestito dalle stremite dimensioni, ma non importava, Chloe, perlomeno era fiera di me e dei suoi consigli che ormai erano diventati miei.

 non volevo più provare quella sensazione addosso, volevo scrollarla via, allontanarla da me, divertirmi, essere spensierata , essere me stessa, non era passato un giorno in cui non avessi mostrato un sorriso forzato o di circostanza, mi sentivo stanca, stanca anche di provare il vuoto e di sentirmi persa, era arrivato il momento di tornare a splendere  e illuminare, a sentirmi libera, come non lo fossi mai stata.

mi scatenai a ritmo di musica, lasciando che i miei fianchi oscillassero da una parte all'altra sentendo solo il rumore alto della musica, bevvi forse più del dovuto, ma cosa importava, infondo era quello lo scopo di quel party no? ubriacarsi fino a dimenticare le preoccupazioni, le delusioni, i tradimenti...  il professore aveva concesso noi di radunarci in riva al lago per organizzare quella che lui credeva fosse una braciolata, che in realtà si era trasformata in una vera  e propria festa di confraternita, tra busti di birra e cartine lunghe che girate su se stesse odoravano l'aria di erba e tabacco.

Brian mi sbarrò la visuale fissandomi corrucciato, lo osservai spensierata e confusa, ridendo per le sue parole.

- non so cosa ti è preso sta sera, e sono contento di questa tua strana allegria, ma credo che se continuerai di questo passò dovrò mettere le mani addosso a qualcuno, ti salterebbero tutti addosso Gine, se solo potessero.

- sei geloso Brian ?

risi poggiandomi su di lui, sorreggendomi e lui mi sorrise compiaciuto dal mio nuovo atteggiamento spensierato e puro.

- si Gine

lo guardai di sbieco non capendo la sua affermazione.

- non fraintendere, sei come una sorellina per me , devo proteggerti da questi luridi ormonati che non vedono l'ora di infilarti le mani ovunque.

si giustificò e io lo fissai con sguardo provocante avvicinandomi a lui.

- quindi non trovi attraente la tua SORELLINA?

- oh molto credimi , ma ho ben altri motivi per starmene al mio posto

sapevo dove voleva arrivare a parare, così sorridendo alzai un calice al cielo in segno di brindisi verso il mio amico e sorrisi falsamente, allontanandomi per ballare, da sola, poco mi importava, la gente intorno a me rideva, fumava, beveva, passava in rassegna ogni ragazzo, o altri preferivano restare in disparte, ma io ... stavo bene, lì sotto gli occhi di tutti, ballavo, senza pensare , a niente, per la prima volta, i loro occhi mi spogliavano lo sentivo, mi mangiavano a ogni mio movimento, sapevo che Brian avesse ragione, ma a me andava ben così, mi sentivo venerata, lodata e ammirata, e anche se nel più crudo dei modi , mi andava bene , perché non importava. 

una voce , forse nella mia testa, forse una ragazza che era passata vicino a me , mi ispirò e mi convinse a seguire la sua idea.

faticando mi arrampicai sulla staccionata del lago e alzando le mani al cielo ballai, urlai a squarciagola la mia canzone preferita.

- scendi di lì

pronunciò tremendamente calma una voce profonda, sicura e rude la ignorai , continuando ad oscillare i miei fianchi, a smovere i mei capelli e oscillare il  mio sedere da una parte  all'altra, richiamando l'attenzione di molti ragazzi.

- Ginevra ti ho detto di scendere da lì, immediatamente 

- non voglio, voglio vivere

come un déjà-vu, Daniel tentò di afferrarmi , ma sta volta non ci riuscì, divincolandomi persi l'equilibrio e caddi all'indietro precipitando nell'acqua fredda del lago, trattenni il respiro per un secondo, mentre affondai , chiusi gli occhi, lasciando che l'acqua aderisse ai miei indumenti, lascai che il mio corpo fluttuasse leggero nell'acqua , silenzio era ciò che sentivo intorno a me , ovattato, come una bolla. Aveva detto di essere uscito dalla mia vita, allora perché tormentava ancora i miei pensieri, ogni momento senza ossigeno , senza vedere né udire niente, ogni cellula del mio corpo , gridò, Daniel, Daniel, continuava a ripetere, un bisogno disperato, poi di nuovo la pace.

Sta Sera Non AndareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora