Non so quanti chilometri avessi percorso, forse sbagliando più o più volte strada, non mi importava, sentivo il fresco della sera rimbalzare contro la mia minuscola corporatura, il buio della notte era calato e io mi sentivo sempre più vicina a casa, e ciò non mi tranquillizzava affatto, anzi, i miei respiri accelerarono senza alcun motivo, riconoscevo quel vialetto, il mio cuore non faceva che aumentare il suo battito, alla vista di lampeggianti dal colore blu, la sirena non emanava alcun suono, ma l'aria intorno era colorata da diversi colori e parlava senza pronunciare una sola parola, mi affrettai, sentendo le mani fremere, improvvisamente fu come un tornado, il vento freddo si avvolse su di me, la macchina di una volante della polizia era difronte il cancello di casa, degli uomini in divisa parlavano in un piccolo walkie talkie, a passo lento cercai di muovermi verso l'entrata, ma i piedi minacciavano di non sollevarsi dal pavimento, il volto sollevato degli agenti non appena mi videro mi rese solo più confusa, iniziarono a parlarmi, ma io ero concentrata su cosa stava accadendo dietro di loro...
Mio padre urlava, veniva trascinato via, con in mano una bottiglia di vodka e rum, e gli occhi calanti, mentre mia madre in lacrime cercava di fermarli e delusa posò il suo sguardo su di me, ci volle poco a capire cosa stava accadendo... Feci qualche passo in avanti sorpassando i due agenti che continuavano a parlarmi, ma io non stavo a sentire, neanche una parola.
Mio padre cercava di opporsi, di respingere con la forza gli agenti che cercavano di portarlo all interno Dell auto.
Il suo dito e il suo sguardo disgustato si posarono su di me, trattenni il respiro...- la nostra famiglia è rovinata è colpa tua Ginevra... Sei morta per me sei morta
Urlava, rimasi immobile, guardando la sua figura sparire all interno Dell automobile, deglutii a fatica, lasciando che salate lacrime rigassero il mio viso, ripresi dopo minuti conoscenza e mi voltai cercando uno sguardo o un volto familiare, ma i due agenti erano intorno a me tentando di pormi domande, ma era come se la loro voce fosse in un tremendo silenzio e io riuscivo solo a sentirne l' eco, ruotavo la testa più e più volte in cerca di una scorciatoia, confusa, turbata, stanca.
- signorina deve venire con noi adesso
Pronunciò uno di loro con voce pacata e docile.
- voglio... solo andare a casa
Dissi con fiato corto, e la bocca asciutta, le mani tremolanti e le gambe che cedevano.
- posso parlare con lei?
Una voce nel buio alle mie spalle mi avvolse, una voce così calda, familiare, ma così colpevole... Mi voltai permettendo che le sue braccia mi avvolgessero per qualche istante.
Piansi, sulla sua spalla, stringendo tra le mani la sua maglietta bianca, tentando di smorzare il dolore, inutilmente.- cosa sta succedendo...
Singhiozzai e lui mi strinse più forte a se, riuscivo a sentire il suo tono teso e il suo cuore accelerato.
- mi dispiace piccola... Non potevo non fare niente
Mi staccai appena da lui, sconvolta dalle sue parole, era stato lui.... Daniel aveva spifferato tutto... Sapevo che sapeva già tutto... Da tempo... Lo avevo capito dal suo sguardo quella notte a casa mia... con mano tremante la portai alle labbra non badando più alle lacrime che come un torrente in tempesta continuavano a riempire il mio viso.
- tu... Daniel... Tu... Hai denunciato mio padre!?
- dovevo gine.. È sbagliato ciò che ti fa, non potevo starmene in silenzio, mentre continuava ad abusare di te
- non ti ho chiesto di intromettersi, avevo detto di starne fuori...
Il mio respiro accelerò, e il dolore si tramutò in rabbia, iniziai a percorrere con pugni il suo petto mentre le sue braccia cercavano di stringermi a se, un pianto disperato ruppe i miei discorsi...
- ti odio Daniel... Ti odio
- mi dispiace gine...
I due agenti mi afferrarono per le braccia e dopo qualche tentativo di sottrarmi mi trascinarmi via.
- non te lo perdonerò mai Daniel, mi hai rovinato la vita...
Gli urlai contro, lessi nel suo sguardo dispiacere e sensi di colpa, l'avevo ferito, ma non mi importava ero distrutta, non appena la porta Dell auto blu si richiuse, fu come un tempo indeterminato nel quale ero lontana da tutto, piansi in silenzio, chiudendo gli occhi e sperando che fosse solo un brutto sogno... Non spettava lui questa decisione, non doveva intromettersi...
Dentro una centrale di polizia avevo passato la più brutta delle serate, sotto la luce pungente di lampade interrogative e persone che continuavano a porgermi domande, il mio sguardo assente e spento, il vuoto più totale attraversava i miei occhi, mi fecero lastre, visite, foto, fotografato o il mio corpo scoperto, facendomi sentire più violata, di quanto quei lividi mi facessero sentire.
Troppe domande, e avevo risposto a tutte nello stesso modo, piangevo, posai pressando violentemente le mani contro le mie orecchie sperando che quell interrogatorio snervante finisse, urlavo loro di smetterla, ma lasciavano me solo qualche minuto e una bottiglia d' acqua per riprendermi, andavano via, per poi tornare.
Dicevano che avrei dovuto affrontare la cosa, che ero grande e che anche se dura l'avrei superata... Ma cosa ne potevano sapere loro? Credevano che bastasse una coperta, un paio di scarpe e qualcosa di caldo a farmi sentire a mio agio, ma mi sentivo così fuori luogo, non doveva andare così, continuavo a ripetermi.- è stato lui a ridurti così??
Lui? Chi? Daniel? Si... Mi aveva distrutto, aveva distrutto la mia vita... La storia di Amelie... Il suo modo di respingermi e poi cercarmi, da farmi girare la testa, la sua insistenza, e il fatto che aveva rovinato la mia famiglia, distruggendo ogni cosa...
Osservai la poliziotta, forse il primo segno di conoscenza, dopo ore e ore.
- è stato tuo padre a causati questi lividi?
Annuii semplicemente, anche se il dolore che provavo era ben altro, odio, rabbia, rancore...
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Sta Sera Non Andare
RomanceVoleva essere una normale ragazzina di diciassette anni, ma non conosceva neanche il significato della parola normalità e di certo non faceva parte della sua routine... Quelle macchioline violacee sulla pelle ormai erano parte di lei, ne era affezio...