Il tempo scorreva velocemente, così dicevano, la mia prima settimana nella nuova scuola era quasi terminata, giovedì si prospettava come noioso e pesante. Quella mattina mi ero svegliata prima del suono della sveglia, mio padre era fuori per lavoro e a casa si respirava un clima più calmo. La mamma mi aveva concesso perfino di andare a studiare da Chloe, fortunatamente una volta li non avevo incontrato ne Daniel ne i suoi amici. Sta mattina avrei dovuto prendere l'autobus, non avevo mai preso un autobus in vita mia , ma facendo ricerche su internet ho immaginato che non dovesse essere così difficile dopo tutto. Mi preparo velocemente indossando una gonna a scacchi e un top bianco, afferro lo zaino e mi precipito in fermata.
Riguardo più volte l'orologio chiedendomi perché tardasse tanto ad arrivare, era da 20 minuti ormai che ero lì e non una traccia di un mezzo in circolazione, mi preoccupai a causa del ritardo che avrei dovuto giustificare.
Scrissi un messaggio a Chloe avvertendola del mio ritardo e come sempre cercò di trovare una soluzione, il telefono iniziò a squillare ininterrottamente, così decisi di risponderle.- so che non ti piacerà come idea, infatti non ho chiesto il tuo consenso, ma a momenti mio fratello sarà lì da te
Rimasi di sasso alle sue parole, non avrei mai e poi mai accettato un passaggio da Daniel, chiamatelo orgoglio, ma odiavo il suo comportamento arrogante.
Un motorino a tutta velocità sfrecciò tra il traffico affiancandosi al marciapiede, non prestai attenzione, solo quando si tolse il casco e mi rivolse un sorriso provocatorio, incontrai i suoi occhi marroni e i suoi capelli ricadere sul suo volto. Non se ne parla non avrei di certo accettato un passaggio in moto, non ero mai salita su una moto prima d'ora e non avrei di certo colto l'occasione in questo momento.
Attaccai la chiamata riponendo il telefono in tasca seccata, puntando il mio sguardo nel panorama.- fai la sostenuta? Dai non ho tutto il giorno salta su
- hai sprecato solo tempo, puoi tornartene tranquillamente da dove sei venuto
Non gli rivolsi uno sguardo, afferrai la mia borsa e inziai ad incamminarmi senza meta precisa e senza sapere se la direzione fosse giusta.
- devo pregarti o cosa? Mia sorella mi ucciderà se non ti porto a scuola e ti lascio qui
Seguiva il mio passo a bordo del suo motorino nero, bleffandosi della mia testardaggine.
- non se ne parla, preferirei andare a piedi piuttosto che salire su quell orribile moto
- non insultare la mia moto, sei più testarda di quanto immaginarsi, immagino che non ti smuoverai dalla tua posizione
- esatto, vedo che anche se impieghi più tempo, però arrivi al centro del discorso. Puoi andartene tranquillamente proseguirò a piedi
Mi sbarrò la strada con una rumorosa sgommata, che sollevò gran parte della polvere depositata sull asfalto. Tossisco a causa della polvere che mi è finita in gola, guardandolo arrabbiata.
- sei consapevole di star andando dal lato opposto? La scuola è di là
Mi voltai verso il punto da lui indicando sollevando le spalle e voltandomi, percorrendo il nuovo percorso.
- d'accordo visto che non hai intenzione di cambiare idea, andremo entrambi a piedi
Ferma la moto, tirando giù il cavalletto e riponendo sopra il casco, raggiungendomi, indossava un giacchetto nero di pelle e i suoi capelli scompigliati gli donavano un tocco ribelle e sbarazzino. Infila le mani in tasca e segue il mio passo rapido e deciso.
- dovrò dare delle spiegazioni a Amelie a causa del mio ritardo, se saprà che la causa sei tu, si arrabbierà moltissimo
Disse come se fosse la cosa più comica del mondo.
- non ti sto obbligando puoi tranquillamente andartene, non vorrei che poi alla tua ragazza spuntassero i capelli bianchi
- non parlare di lei così
- mi chiedo come tu faccia a stare con una come lei, si diverte a denigrare la gente per il gusto di sentirsi superiore, però so anche la risposta... sei come lei
- ti sbagli, non mi conosci... Ora sali su quella cazzo di moto o ti ci porterò con la forza, non ho intenzione di sentire un altra stupida scusa, metti da parte il tuo orgoglio e fatti accompagnare, non ti chiederò un favore o dei soldi in cambio, ma poneremo fine a questo tormento non trovi?
Mi fermai di colpo valutando le sue parole, così senza neanche rispondergli ci diressimo alla moto, lui montò in sella porgendomi un casco.
- tu non lo indossi?
- ne ho uno e lo indosserà tu, non farne una tragedia
Gli lasciai un occhiataccia osservando il casco nero tra le mie mani. Solo allora ripensai alle sue parole.
- Io invece credo di conoscerti e anche molto bene..."Daniel "
- sentiamo, tu mi conosceresti?
Fa ridendo
- sei al terzo anno di liceo uno dei più popolari della scuola hai avuto una storia con Rose e nel tempo libero ti scopi Amelie, infanzia complicata, problemi con i poliziotti, problemi di condotta a causa della tua sfacciataggine e testardaggine, non vai bene in matematica e odi il latino, la tua realtà è confusa, sei un arrogante spocchioso del cazzo e nascondi la tua storia dietro la tua stronzaggine, odi il gelato al cioccolato e bevi per il gusto di bere credo di conoscerti abbastanza al contrario di quanto tu conosca me... non hai idea di chi io sia e quale storia, io nasconda alle mie spalle, quindi non credo di aver bisogno di qualcuno che infastidisca i miei demoni, ognuno hai suoi non trovi?
Indosso il casco, e salgo sulla moto ormai accesa, sotto il suo sguardo attento e sorpreso.
- come saresti arrivata a queste conclusioni?
- semplicemente sono un ottima osservatrice e purtroppo mio caro essendo popolare, come vi definite voi, sei sulla bocca di tutti... Ora ci conviene partire prima che la tua psicopatica fidanzata mi faccia il terzo grado per aver accettato un passaggio da te.
Ancora turbato dalle mie supposizioni, a quanto pare veritiere, girò la chiave mettendo in modo il veicolo, sfrecciando tra le macchine ferme a causa del semaforo. Chiusi gli occhi a causa della velocità a cui stavamo andando, tenendo ben salde le mani sulla parte posteriore della carrozzeria. Frenò di colpo facendo ricadere il mio corpo contro il suo.
Afferrò le mie mani facendo in modo che si stringessero intorno al suo petto. Al suo tocco sulla mia pelle provai una sensazione di calore piacevole, non mi ritrassi e quella posizione mi sembrò anche più comoda e sicura.- reggiti a me
Annuisco facendo come mi dice.
- scusa per prima, credo di aver esagerato...
Dissi sperando che mi sentisse tra il rumore assordante della strada e del vento che si infrangeva contro di noi.
- è tutto ok, dopo tutto hai ragione, girano molte voci sul mio conto, però questo non significa che siano vere
- dovresti allora dimostrare il contrario.
- non mi importa ciò che crede la gente, per questo Amelie è al mio fianco, voi la giudicate ma è sempre stata l'unica a guardare di più al di là di ciò che dicevano le persone
Rallentò notando il semaforo diventare rosso voltandosi lievemente verso di me.
- senza offesa ma credo che capire una persona e accettarla sia cosa ben differente di cio che fa Amelie
- tu che ne sai, non sai niente ne di lei ne di me
- hai ragione non ti conosco tanto da poterti giudicare, ma non trovi che se lei avesse accettato il tuo mondo avrebbe accettato anche le tue scelte?
Non rispose, allusi alla conversazione che avevo puramente ascoltato qualche giorno prima, rimasi incatenata al suo sguardo agghiacciante puntato nei miei occhi senza mai rompere il contatto, le sue mani erano sulle mie gambe per reggermi per paura che qualche mio gesto irrequieto o Inaspettato ci facesse perdere l'equilibrio, e il mio corpo forse troppo vicino al suo.
Del claxon iniziarono a suonare indicandoci che il semaforo era diventato verde, ripartimmo senza proferire parola, per tutta l'intera durata del viaggio ...
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Sta Sera Non Andare
RomanceVoleva essere una normale ragazzina di diciassette anni, ma non conosceva neanche il significato della parola normalità e di certo non faceva parte della sua routine... Quelle macchioline violacee sulla pelle ormai erano parte di lei, ne era affezio...