Assaporai ancora una volta quell odore così familiare e piacevole, ricordandomi che da lì a poco avrei dovuto sicuramente prendere parte a un severo e duro interrogatorio.
Afferrai il cuscino sotto di me e lo portai sul mio viso, affogando tutti i miei pensieri.- dormito bene?
Solleticò il mio orecchio la voce leggiadra di Chloe che fece il suo ingresso nella stanza accompagnata dal tintinnio di tazzine e odore di caffè.
Scostai leggermente il cuscino notando il suo volto compassionevole che forzava un sorriso di circostanza.Posai nuovamente il cuscino sul volto ignorandola, ma lei dolcemente lo scostò, posando la sua mano sul mio braccio.
- sai vero che puoi parlarne con me
Forse la carta Dell ubriaca avrebbe potuto tornarmi utile.. Ma chi volevo prendere in giro, avevano visto e osservato bene i miei segni violacei.
Mi sollevai appena sugli avambracci, cercando di sistemare nervosamente i capelli scomposti.
- non ti costringerò a parlare, ma sai quanto possa essere persuasivo Daniel... Ti vuole bene.. E anche io, non possiamo fare finta di niente.
Afferrai la tazza fumante tra le mani, lasciando che il calore riscaldasse la superficie della mia pelle, un brivido piacevolmente familiare, che durò solo qualche istante, per poi tornare ad essere coperto da quel velo gelido.
Chloe posò dolcemente una mano sulla mia gamba, mi ritrassi, disgustata, lei la ritrasse spaventata dalla mia reazione e lasciai che a quel contatto le lacrime riempirono come un velo la mia Visuale, stropicciai gli occhi con il dorso della mano e mi sollevai, Afferrai la felpa di Daniel da sopra la scrivania di legno d acero, probabilmente gliel avrei riportata in un secondo momento o avrei fatto in modo di fargliela recapitare, allacciai frettolosamente la zip, senza badare allo sguardo interrogativo di Chloe.
Raccolsi tra le braccia le mie cose e mi diressi verso l'uscita, fuggire? Forse era l'unica cosa che mi restava da fare.
Sentendo i passi di Chloe raggiungermi accelerai il passo scendendo le scale...
Rimasi immobile per qualche secondo, era lì sul divano di pelle beige, che attendeva, come in attesa di un risultato, un attesa che lo rendeva nervoso e stressato, lo intuivo dalla vena sul collo che pulsava interrottamente sul collo, la sala era ancora intatta come la sera prima, bicchieri e carte della pizza incluse, l'unica cosa a mancare erano gli altri probabilmente cacciati via da Daniel quella mattina, in uno dei suoi bruschi modi, suoi occhi erano infuocati... così cupi, chissà cosa frullava al momento nella sua testa, quali risposte sbagliate o ipotesi stava fabbricando.
Lasciai che i nostri sguardi si incontrassero, I miei occhi stregati come sempre dal suo sguardo tagliente che stava trapassando ogni mio respiro, un pizzichio minaccio di ricacciare quelle lacrime tanto represse, feci un lungo ma forzato respiro e mi diressi decisa verso la porta, senza guardarmi indietro.Lui si sollevò raggiungendomi così agilmente e afferrò deciso il mio braccio, una scossa si incendiò nel mio corpo e strattonai via il braccio, non avrei mai voluto più provare niente di tutto ciò, non era giusto e avrei solo tirato Daniel in un circolo vizioso senza fine, in un turbine di problemi e instabilità, perché questa era la verità, ero un problema, chiunque era vicino a me automaticamente veniva risucchiato nei miei drammi e in cose più grandi di noi.
- lasciami stare!
Biascicai, portando le braccia al petto evitando in tutti i modi il suo sguardo, posò il suo indice sotto il mio mento e sollevò il mio volto tra le sue morbide mani.
- Ginevra non lascerò che adesso tu mi tiri fuori da questa storia
Sentii il cuore accelerare, volevo essere aiutata, ma forse avevo troppa paura di ammetterlo, forse credevo che gli altri lo facessero solo per compassione o realmente neanche io sapevo la gravità di tutto ciò era un abitudine per me, quei lividi ormai erano una parte di me, anche se dolorosa, avevo imparato a conviverci, come il dolore, e sicuramente facevano meno male del amore...
- lo farai Daniel... non ho bisogno del tuo aiuto.
Mi ritrassi e rinchiusi velocemente la porta alle mie spalle.
Sentii la sua voce chiamarmi, ma ero ormai lontana, correvo senza sosta verso una meta indefinita, rallentai nella speranza di essere abbastanza lontana, recuperando fiato, e solo allora mi accorsi di essere scalza, non sentivo dolore, i piedi non formicolavano, né erano doloranti, sentivo solo una fitta nel petto, una lama, cosa avevo combinato? Sapevo che Daniel avrebbe impiegato poco a scoprire la verità, era ciò che volevo? Che venisse a galla? Probabilmente ero più brava a nascondere le cose, me l'avevano insegnato fin da piccola, ma se credevo che rimanessero sotterrate per sempre mi sbagliavo... Ripresi la via di casa, sperando di non incontrare nessuno al mio ritorno, volevo solo pace e tranquillità per riordinare i miei pensieri... Ma se lo credevo possibile mi sbagliavo.
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Sta Sera Non Andare
RomanceVoleva essere una normale ragazzina di diciassette anni, ma non conosceva neanche il significato della parola normalità e di certo non faceva parte della sua routine... Quelle macchioline violacee sulla pelle ormai erano parte di lei, ne era affezio...