Quella sera Ashley la passò insonne e Charlie non era da meno, seduto sul divano col telefono in mano nella speranza che Isabella lo chiamasse per qualsiasi motivo.
Un silenzio pesante era caduto in casa Swan, le parole di Isabella avevano ferito nel profondo entrambi, mandandoli in una sottospecie di come; non parlavano, sembrava come se l'unica cosa che mostrasse fossero vivi era il loro petto che si alzava e abbassava ad ogni respiro.
Ashley era raggomitolata nel suo letto, sotto le coperte mentre cercava di trattenere la lacrime che le bruciavano gli occhi e le bagnavano le guance. Si sentiva di nuovo una bambina che cercava di giocare con sua sorella maggiore, per essere poi semplicemente ignorata.
Perchè Isabella non la accettava? Perchè la odiava così tanto?
Si sentiva in colpa per qualcosa che non poteva controllare, come se il fatto che i suoi genitori abbiano avuto lei accidentalmente, perchè lei era stata un incidente, fosse stata scelta sua.
Si rigirò nel letto più volte quella notte, incapace di trovare una posizione che le conciliasse il sonno si alzò per prendere il cellulare e scrivere ad Angela per chiederle se il giorno dopo sarebbe potuta venire da lei per iniziare a lavorare sulle pellicole.
Aveva bisogno di una distrazione e quello le avrebbe portato via un gran pezzo della giornata. Nonostante la tarda ora Angela rispose quasi subito, accettando in maniera entusiasta l'invito.
Rimettendosi a letto osservo il soffitto, contemplando ciò che fosse successo quella sera. La tristezza che sentiva era ormai sparita, sostituita dalla rabbia e odio nei suoi confronti per non solo aver ferito lei ma anche Charlie, il quale cercava sempre di fare il suo meglio.
Edward era la causa? Era colpa sua se Isabella fosse scappata così? L'aveva ferita?
Le immagini del suo incubo dell'altro giorno le tornarono in mente, le parole dell'ultimo libro che aveva letto continuavano a ripetersi nella sua testa.
Sbuffò, era stupida come cosa. I vampiri non esistevano, i mostri non esistevano e tutte quelle cazzate erano state create per spiegare qualcosa che un tempo era inspiegabile. Non era una bambina che credeva alla prima cosa che le veniva detto.
Non credeva che i Cullen fossero bambini, si sentì stupida anche solo a pensarlo.
La mattina dopo Ashley si svegliò con un forte mal di testa e la pelle secca, quando andò in bagno notò come i suoi occhi fossero gonfi e rossi. Forse aveva pianto durante il sonno, di rabbia o meno non lo sapeva.
Non sapeva cosa provava in quel momento, ne riguardante la situazione in generale ne riguardante Isabella.
SI diede una sciacquata veloce prima di cambiarsi e indossare dei vestiti comodi per stare a casa e scese in soggiorno; il suo cuore pianse nel vedere Charlie addormentato sul divano, seduto e con il telefono in mano. Era una scena triste.
"Papà? Forse è il caso che vai in camera..." sussurrò Ashley scuotendolo leggermente e l'uomo si tirò in piedi di fredda, guardandosi attorno. Il suo guardo si fermò sulla sua figlia minore e il suo sguardo si ammorbidì.
Si passò una mano sul volto, l'atteggiamento chiaramente stanco e irritato. La prese fra le sue braccia, godendosi l'affetto di cui non sapeva di aver bisogno ed Ashley glielo diede felicemente, contenta di renderlo felice.
"Promettimi che se hai qualche problema me ne parlerai, per favore" la sua voce non era più di un sussurro contro i suoi capelli mentre la stringeva a se.
"Promesso"
Ashley si diresse in cucina a preparare un po' di colazione per entrambi, cercando di evitare di menzionare il fatto che poteva anche lasciare giù il telefono. Isabella non avrebbe chiamato.
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I WIN.
FanfictionUn nuovo capitolo stava per cominciare nella vita di Ashley, poco sapeva che sarebbe stato il capitolo più importante della sua esistenza. E molto probabilmente anche l'ultimo. ﹙𝘰𝘤 𝘹 𝘦𝘮𝘮𝘦𝘵𝘵 𝘤𝘶𝘭𝘭𝘦𝘯﹚