XV

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Ashley passò tutta la notte a chiamare Isabella, cercando di mettersi in contatto con lei in qualsiasi modo. Ignorò l'idea di provare a chiamare Alice o Emmett, non riusciva nemmeno a pensare a loro senza iniziare ad iperventilare o avere conati di vomito.

Era schifata, spaventata. Non sapeva nemmeno lei descrivere come si sentisse, sapeva solo che non avrebbe mai più messo piede accanto ad uno di loro, li avrebbe evitati come la peste e si sarebbe assicurata che sua sorella facesse lo stesso.

Se era ancora viva.

L'idea di sua sorella morta, per mano di uno di loro le faceva ribollire il sangue. Isabella si fidava di Edward, si era fidato di lui e della sua famiglia troppo velocemente.

Avrebbe dovuta ascoltarla quando diceva che i Cullen avevano qualcosa che non andava, che il suo sesto senso non era comparso a caso.

Poi l'idea di Marco le fece venire la pelle d'oca. Sua madre era stata con uno di loro, per diversi anni? Ne era almeno a conoscenza? Perchè non le aveva uccise?

Notando che Isabella non sembrava prendere su il telefono decise di provare il numero di casa di sua madre, nella speranza che fosse rimasta in Texas per quei mesi invece che essersene andata in viaggio da qualche parte.

Partì la segreteria telefonica e Ashley imprecò "Rispondi mamma, dai!"

Provò a richiamare un'altra volta e qualcuno rispose subito.

"Pronto?" la voce di sua madre risultava distorta attraverso il telefono ma Ashley tirò un sospiro di sollievo "Tesoro? Sei tu?"

"Si mamma, sono io" rispose sedendosi a terra, la schiena contro il muro. Cercava di trattenere le lacrime, era tutto troppo intenso per lei.

"Oh, che bello sentire la tua voce! Come stai?"

"Bene, mamma. Tu?"

"Tutto bene tesoro" un silenzio cadde tra madre e figlia, solo il respiro accelerato di Ashley faceva sapere a sua madre che la chiamata non fosse finita "E' successo qualcosa?"

Ashley non sapeva come cominciare il discorso, non c'era un modo semplice per chiedere a tua madre se sapeva che il suo ex-compagno era un succhiasangue del cazzo. Decise di essere diretta, non aveva voglia di star dietro a stupidi giochini.

"Sapevi cosa fosse Marco?" avrebbe voluto sentirsi dire un no, ma quando sentì sua madre sospirare le si bloccò il fiato in gola "Mamma?!"

"Cosa sai?" chiese sussurrando.

Sapeva cosa fosse? Sapeva che era un vampiro e l'aveva portato in casa sua, con sua figlia all'interno? Ashley si sentiva tradita, ferita, dal sapere che per tutta la sua vita era stata a contatto con dei vampiri e nessuno le aveva mai detto niente.

L'avevano fatta sentire pazza con la storia della donna nel bosco, quella sera, e nelle ultime settimane sempre con la stessa donna. Era reale, era fottutamente reale, e nessuno le aveva detto niente.

I Cullen avrebbero potuto fare qualcosa per proteggerla se si consideravano così tanto amici suoi, ma se invece loro fossero con quella donna? E questo fosse tutto un loro piano?

"Tesoro?"

La voce di sua madre la distrasse dai suoi pensieri.

"E' un cazzo di succhiasangue, mamma!"

"Ashley, tesoro posso spiegarti-"

"Quindi lo sapevi? E ci sei stata assieme?"

"Se mi fai spiegare-"

"No! Sei fuori di testa, sei fortunata ad essere viva!"

In un momento di rabbia le chiuse il telefono in faccia, terminando la chiamata. Si portò le mani nei capelli, in preda ad una crisi di pianto.

Si sentiva sporca, tutte le volte che Marco l'aveva toccata, abbracciata. Tutte le volte che Alice le aveva preso il braccio, sfiorato la pelle nuda mentre prendeva le misure per il vestito. Tutte le volte che Emmett l'aveva presa in braccio.

Sentiva i loro tocchi sul suo corpo come ferri roventi, una sensazione che avrebbe voluto eliminare grattandosi fino a togliersi la pelle. Corse in doccia, lasciando il telefono in camera di sua sorella, per cercare di togliersi di dosso i loro tocchi.

Non prese la briga di togliersi l'intimo, entrando sotto l'acqua calda il prima possibile, prendendo la spugna e cominciando a grattarsi sulle braccia, i polsi, i fianchi. Si sentiva in fiamme e avrebbe voluto bruciare li, in quel momento.

Forse era il fatto che era troppo concentrata a cercar di togliersi la pelle o il fatto che aveva lasciato il telefono nell'altra stanza, ma non lo sentì squillare.

La segreteria telefonica scattò e un messaggio vocale venne fatto partire dopo il bip.

"Uh, Ashley non tornerò stasera" la voce di suo padre tremava "Bella è in ospedale, io, uh, saremo all'ospedale qua vicino. Ti voglio bene, tornerò domani"

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