-caccia-

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Emmett e Carlisle mi portarono nel bosco, allontanandoci il più possibile per evitare di imbatterci in qualche escursionista. Poco dopo ci raggiunse Edward, il quale si scusò per il comportamento di Bella.

Tra tutti lui sembrava quello che mi capiva di più. Non il più vicino a me però, amava mia sorella, sarebbe stata sempre dalla sua parte.

Il cielo già coperto dalle nuvole, era a sua volta coperto dalle cime degli alberi, donando un'aria macabra al bosco. Sentivo e vedevo tutto; più ci addentravamo nel bosco, più i miei sensi si iniziavano ad affilare. Ad ogni passo sentivo una traccia nuova, ma i Cullen sembravano non essere interessati in esse, ma bensì stavano cercando altro. Oppure non le avevano sentite.

Il capo famiglia si fermò e si girò verso di me, indicandomi di avvicinarmi lentamente e silenziosamente. Con la punta delle dita indicò un'animale in mezzo ad un cespuglio. "Lo vedi?" Annuii "Bene, ora devi avvicinarti senza cercare di farti sentire. Poi lo prendi come ti ha fatto vedere prima Edward. Okey?"

Non lo stavo più ascoltando, avevo sentito qualcosa di più interessante. Durante il nostro cammino per arrivare li trovammo una sciarpa, molto probabilmente dimenticata da un'escursionista, ma nessuno di loro riuscì a fiutare una traccia, quindi pensarono che fosse passato molto tempo.

Ma in quel preciso istante, captai lo stesso odore che avevo sentito sulla sciarpa. Era lontano, ma nemmeno troppo. "Ashley, tutto bene?" Chiese Carlisle preoccupato dalla mia improvvisa distrazione.

"Vai, ma non fargli del male" Mi voltai a fulminare con lo sguardo il ragazzo dietro di me, odiavo quando mi leggeva nella mente. "Noi saremo subito dietro di te"

Contemplai per un momento i pro e i contro, ma partii subito a tutta velocità verso la traccia che avevo sentito. "Abbiamo un segugio in famiglia a quanto pare" La voce di Edward mi arrivò lontana, ma poi sentii i loro passi avvicinarsi sempre di più, finchè non si stabilizzarono ad una determinata distanza.

Quando raggiunsi il luogo in cui mi avevano portato le tracce, mi abbassai dietro una roccia, solo per osservare cosa stesse succedendo. Davanti a me c'era una tenda aperta e poco più avanti, vicino al fiume, un'uomo di mezza età era seduto su un tronco.

"Torniamo in dietro" Sussurrò Carlisle per non attirare l'attenzione dell'uomo e silenziosamente, controvoglia, mi diressi con loro verso il territorio di caccia.

Cacciamo per un po' e tutti si nutrirono, tranne me; quando mi ritrovai faccia a faccia con il cervo terrorizzato, non c'è la feci e un conato di vomito mi fece gelare sul posto. Il solo pensiero di dover affondare i denti in una bestia e berne il sangue mi faceva stare male. Non avrei potuto farcela, non ancora almeno.

Il dottore mi propose una sacca di sangue, anche se umano, non appena saremmo arrivati a casa. Odiavo l'idea di doverlo bere per forza, ma sapere che nessuno era morto per esso me lo faceva mandare giù.

"Com'è?" Mi chiese Alice osservandomi attentamente; tutti i ragazzi partirono per una sessione intensa di caccia, per sfogarsi tutti quanti assieme. Io, Rosalie, Alice ed Esme decidemmo di rimanere a casa, mentre io bevevo il sangue servito in un bicchiere stile fast food con la cannuccia.

Poteva essere esilarante, ma allo stesso tempo macabro. Bevetti un sorso per poi tastarlo bene. "Non è male, il bruciore alla gola se ne è andato del tutto"

"Hai molto autocontrollo, devi esserne fiera" Disse Esme alzandosi dal divano per andare a finire un paio di lavori che aveva lasciato in sospeso al mio arrivo.

Continuai a bere dal bicchiere finchè il sangue non fini, lasciai sfuggire dalle mie labbra un piccolo verso di infelicità, il quale fu seguito dalla risata cristallina di Rosalie. Alice si alzò e mi prese il bicchiere dalla mano, correndo a buttarlo. "Vai a caccia e ne avrai quanto en vuoi di sangue, ma non dovresti abituarti con quello umano"

"Lo so" Sospirai "Ma non riesco, non voglio, pensare di dover affondare i denti in un'animale. Mi viene da vomitare al solo pensiero"

"Non puoi" Mi corresse Alice prendendo la scacchiera. "Sai giocare?"

Così passammo tutta la giornata, a giocare a scacchi. Eravamo entrambe molto brave, ma lei aveva il vantaggio della previsione del futuro e anche se sembrava giocare pulito, non mi fidavo completamente. Rosalie ci abbandonò dopo la quarta partita e non la potei biasimare. Erano un continuo di movimenti frenetici, di mosse e contro mosse per vincere, ma nessuna delle due sembrava arrivare a buon punto per minuti.

I ragazzi rimasero fuori tutto il pomeriggio e quando tornarono ognuno si ritirò a fare le proprie faccende. Io ed Emmett ci rifuggiamo nella sua stanza, lui a giocare ai videogiochi ed io che lo usavo come cuscino per la mia testa. Le sue grandi cosce creavano un confortabile cuscino.

"Com'è andata oggi, uh?" Mi domandò togliendo gli occhi dallo schermo, spense la play, si risedette sul divano e mi spostò per farmi sedere su di lui. Io gli sorrisi timidamente, non sentendomi completamente a mio agio nel corpo nuovo. Non era cambiato niente, ma era tutto più duro.

"Sarebbe stato migliore se ci fossi stato tu"

"Lo so, anche tu mi sei mancata tesoro, ma ora sono qua e non ho nessuna intenzione di andarmene" Mi baciò la fronte, il naso, la guancia e poi scese sempre di più fino al contorno della bocca, la mascella e il collo. Iniziò a lasciare baci umidi sulla pelle esposta dai miei capelli, mentre io strinsi tra le mie mani i suoi capelli, facendogli emettere un ringhio.

"Non giocare con fuoco" Ringhiò stringendo le mani sul mio culo, spostandomi verso di lui.

"A me piace giocare"

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