VIII

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Alice trascinò Ashley per il corridoio che portava alle camere e notò come la sua amica non avesse notato i molteplici tocco appesi alla parete.

Era molto grande come casa, gli interni erano spaziosi e principalmente bianchi facendola sembrare ancora più spaziosa; le pareti erano decorate con diversi quadri molto particolari, sembravano avere i loro anni.

"Di qua" Alice aprì una porta e ci spinse dentro Ashley, la quale rimase a bocca aperta nell vedere l'enorme camera da letto. Accomodava facilmente un letto matrimoniale, le lenzuola perfette, come se non fossero mai state spostate, una scrivania spinta verso le enormi vetrate alla sua sinistra e una porta che portava ad una cabina armadio.

Si avvicinò alla cabina armadio e rimase veramente colpita nel vedere quanto fosse grande. Poteva tranquillamente essere un'altra stanza.

"Si, ho molti vestiti diciamo" rispose alla domanda che Ashley non le fece, ma guardando la sua espressione era facile capire cosa stesse pensando "Ti piace?"

Ashley si girò a guardarla "E' davvero stupenda, enorme"

Alice squittì e sparì all'interno della cabina armadio lasciando Ashley da sola; si osservò un po' attorno, notando come ci fosse un tocco maschile all'interno della sua camera a primo impatto così femminile.

Sotto la tv c'era una console da gioco e accanto diversi videogiochi, sulle pareti c'erano delle mensole con oggetti riguardanti il baseball e, ovviamente, in un angolo c'erano tre mazze. Il profumo era divino, le ricordava il gelsomino.

"Vieni, devo capire come cucirlo" tornò con una macchina da cucire che appoggiò sulla scrivania, per poi fare una piccola orsetta per prendere le stoffe che aveva in una borsa.

Il panorama che c'era fuori dalle vetrate era mozzafiato. Si riusciva a vedere un pezzo del giardino e la piscina, che Ashley prima non aveva visto avendo esplorato solo la parte destra del giardino, e gli alberi creano un muro col resto del mondo.

Effettivamente tornò a pensare a quando la sera si sentiva in soggezione a guardare la foresta oscura fuori dalla sua piccola finestra e pensò come potesse essere quella sensazione che quelle enorme vetrate. Si sentiva allo scoperto.

Alice cominciò a lavorare attorno al suo corpo, posizionando stoffa sopra stoffa per delineare i punti che necessitavano di essere cuciti assieme.

Passarono gran parte del pomeriggio chiuse in camera, con ogni tanto un intervento di Esme per chiedere se le servisse qualcosa.

"Tua madre è adorabile"

"Esme, si, si è davvero una donna stupenda"

Ashley notò come la sua espressione si ammorbidì parlando della sua madre adottiva e pensò che forse tutte le idee, le sensazioni su di loro, fossero davvero infondate. Vedendoli così nella loro casa erano normali, come una semplice famiglia, un po' fuori dal comune certo.

Alice spense la macchina da cucire e la mora le lanciò uno sguardo confuso "Su, andiamo giù. Credo che per oggi basti"

Non l'aspettò e uscì dalla camera, Ashley si sbrigò a seguirla non volendo rimanere da sola in una camera che non fosse la sua; quando raggiunse la ragazza vide Emmett e Jasper nel mezzo di una partita a scacchi e inconsciamente andò a cercare con gli occhi la scacchiera che aveva visto prima, ovviamente il posto era vuoto.

"Buonasera ragazze, già finito?" chiese Jasper senza distogliere lo sguardo dalla scacchiera, non che ne avesse bisogno dato che era in netto vantaggio.

Una cosa che le fece sorgere alcuni dubbi fù il modo in cui i Cullen parlassero, non tanto gli accenti o cose simili, ma proprio il tipo di linguaggio che sceglievano di usare. Non era formale, ma molto più sofisticato di quello che veniva usato il giorno d'oggi tra ragazzi.

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