-si ritorna a casa-

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Se non si fosse capito nel capitolo precedente, Ashley è un segugio ;). Ho sempre avuto una particolare debolezza per ciò, quindi perchè non aggiungerla alla storia?
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Le vacanze ormai erano cominciate da un paio di giorni e mancavano esattamente quattro giorni a Natale. Non me lo sarei mai aspettata di passare il Natale da vampiro, non era mai stato nei mie piani.

Ma c'era ancora una cosa che dovevamo fare, o meglio, che dovevo. Charlie era ancora convinto che io fossi alla riserva con i ragazzi di La Push, a casa di Sam, mentre invece ero a casa dei Cullen. A causa delle piccole avventure poco fortunate di Bella ed Edward, Charlie cominciò a provare un po' di odio verso la famiglia in generale. Dato che loro difendevano la coppia.

"Non sono sicuro che sia una buona idea" Commentò Edward per la centesima volta in quella conversazione. Eravamo tutti nel loro soggiorno, a discutere di come farmi avvicinare a Charlie senza pericolo, ma tutti avevamo opinioni e idee contrastanti.

Carlisle pensava che io dovessi salutarlo e poi stare in camera mia il più possibile; Alice e Rosalie pensavano che ce la potessi fare e che non dovevamo preoccuparti; Jasper e Damon pensavano di venire con me, per vedere come reagivo; Edward pensava che io mi ci dovessi avvicinare, dato che c'era anche Bella a casa; e poi c'era Emmett che era più che propenso a farmi rimanere in camera sua.

Mi mancava Charlie, era mio padre, e volevo a tutti i costi vederlo. Anche con la scorta di Jasper e Damon. "Charlie si sta preoccupando, non possiamo aspettare molto" Disse Esme sedendosi vicino a me sul divano. Era bello, non avevo mai avuto una vera figura materna.

Mia madre era più come una migliore amica, non si comportava come una madre e non mi dava regole. Pensai che avrei dovuto chiamarla appena possibile, ma non volevo che venisse qua di fretta.

"Con Bella a casa no"

"Cos'è? Hai paura che Ash uccida la tua cara fidanzatina?" Scherzò Damon, facendo sorridere Rosalie accanto a lei. Quelle due ancora non si sopportavano, almeno Rosalie, Bella cercava di avvicinarsi alla ragazza bionda, ma niente sembrava andare bene.

"L'hai vista, no? L'altro giorno. Era a poco così di attaccarla" Disse Edward avvicinandosi minacciosamente alla coppia. Sentivo la rabbia aumentare, per quanto fossi arrabbiata con mia sorella, non l'avrei mai voluta uccidere e sapere che lui non si fidava di me mi feriva. "Pensi davvero che la ucciderei? E' stata lei a venirmi incontro e ad istigarmi" Mi alzai per avvicinarmi.

"Sai com'è fatta.."

"Non mi interessa Edward! Lei sa che io non volevo questo ed è un'egoista del cazzo a dirmi che dovrei esserne grata!"

"Ti prego capiscila, tu hai qualcosa che lei ha sempre voluto, ma che le è stato negato!" Stavamo entrambi iniziando ad alzare i toni e vidi con la coda dell'occhio tutta la famiglia mettersi sull'attenti.

"Non me ne frega un cazzo che lei vuole diventare un vampiro di sua spontanea volontà, anzi, dovrebbe essere rinchiusa in un ospedale psichiatrico per ciò. Tu non puoi difenderla sempre, è una persona orribile che pensa solo al suo bene!" Mi avvicinai a lui, puntandogli un dito contro.

"Solo perchè vuole stare con noi per sempre? E' consapevole dei rischi e li vuole affrontare!"

"Solo perchè il suo ragazzo l'ha lasciata è caduta in depressione per mesi, non te lo ricordi?! Non è normale, è attaccata a te e al resto della famiglia in una maniera morbosa e contorta! Non riesce a vivere senza di voi"

Edward rimase silenzioso questa volta, sapendo che avevo ragione. Uscii di casa di fretta e corsi verso il confine, dove sapevo avrei incontrato il branco, infatti quando arrivai vidi Sam dall'altra sponda. Gli corsi incontro facendo scontrare i nostri corpi e nascondendo il viso nell'incavo del collo. "Odio mia sorella"

"Lo so" Mi baciò la testa e mi tenne nelle sue braccia, al caldo, per qualche minuto, finchè non mi sentii in dovere di allontanarmi. "So quello che stai per dire, e sappi che anche tu puzzi"

Scoppiammo entrambi a ridere e in men che non si dica tornai dai Cullen; non potevo permettermi di andarmene per troppo, specialmente col branco dato che le visioni di Alice non funzionavano quando c'erano loro attorno. Avevo bisogno del conforto del mio migliore amico, era lui quello che mi conosceva meglio e nonostante Emmett fosse il mio fidanzato, non era lo stesso.

Lo amavo, era vero, ma non potevo parlare di tutto con lui. A lui piaceva essere ciò che era, un vampiro, lo aveva accettato anni fa, ma io ancora non ero pronta.

"Giretto all'aria aperta?" Una voce femminile parlò alle mie spalle, ma mi rilassai quando capii che si trattava di Rosalie. Le diedi un leggero sorriso e continuai a camminare. "Sai, la stai prendendo meglio di quanto pensassi"

"E' un complimento, Rose?" Ridacchiai calciando un sasso, con troppa forza dato che partì e colpì un albero.

"Si, da come parlavi di noi pensavo impazzissi" Mi guardò di lato, con sincerità negli occhi. "Invece eccoti qua, non l'hai accettato, ma non stai nemmeno impazzendo"

Feci un sorriso amaro, non riuscivo ad accettare la mia condizione. Mi sembrava che tutto passasse più lentamente dato che non potevo dormire e che tutto fosse troppo lento. Vedevo un'animale e mi veniva da pensare che avrebbe potuto correre più veloce, ma in realtà ero io quella che si muoveva più velocemente.

"Torniamo a casa, Alice si è preoccupata non vedendoti più" Disse prendendomi a braccetto.

Quando arrivammo davanti la porta d'ingresso, vidi tutta la famiglia aspettarmi. "Preparati, andiamo da Charlie" Disse Jasper lasciando la mano della sua ragazza, la quale corse verso di me dicendomi che mi avrebbe dovuta preparare.

Quando arrivammo nella sua camera condivisa con Jasper, prese una sedia e mi fece sedere davanti allo specchio. "Prima cosa, lenti a contatto, non puoi presentarti da Charlie con questi occhi rossi"

Non avevo mai indossato delle lenti a contatto, colorate, e quando me le midi feci difficoltà a chiudere gli occhi per un po'. Lo spessore era quasi nullo, ma sentivo lo stesso qualcosa di troppo sull'occhio. Era una sensazione abbastanza nuova e fastidiosa, ma dopo qualche minuto le mie palpebre si adattarono alla presenza della piccola lente e la ignorarono. "Okey, ora ti faccio i capelli"

"Deve incontrare suo padre, mica uno stilista di moda" Parlò Emmett appoggiandosi allo stipite della porta, a braccia incrociate. La maglietta si tese al suo movimento e non potei non far girovagare i miei occhi sui bicipiti e grande petto. "Vuoi un'autografo o una foto? Sai, quella dura più allungo" Scherzò sorridendo maliziosamente.

"Vorrei qualcos'altro" Risposi, ma la sberla che mi diede Alice dietro la testa mi fermò senza lasciarmi proseguire la frase. "Non in camera mia!" Disse stizzita, ma con un sorriso che cercava di nascondere.

"Ma stavo per dire un bacio, Alice!"

"Esatto, perchè hai dovuto pensare male?" Continuò Emmett con finto fare innocente. Lei si fermo, guardò prima me e poi lui, alzando un sopracciglio. "Prechè siete voi due ed è un miracolo se ancora non vi siete saltati addosso"

"Touché" Dissi rigirandomi verso le specchio.



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