XVIII

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Era il diciottesimo compleanno di Isabella e Ashley era nel suo letto, a fissare il soffitto, contemplando se andare a farle gli auguri o ignorarla come aveva fatto negli ultimi mesi.

Odiava sentirsi così, odiava dover ignorare sua sorella e nascondere i sentimenti che provava per il ragazzo. Vampiro.

Chiuse gli occhi stringendosi i lati della testa nel tentativo di toglierselo dalla testa; aveva smesso di disegnare, ogni volta che appoggiava la matita sul foglio inconsciamente iniziava a dipingere il volto di Emmett.

C'era qualcosa in lui, qualcosa che la attirava così tanto, ma la paura era più forte di tutto il resto.

Si faceva schifo. Non riusciva a guardarsi allo specchio dopo aver scoperto la loro natura, si sentiva in colpa per anche aver solo passato del tempo nella loro casa; non le importava di ciò che Isabella provava a dirle, del fatto che non fossero dei mostri, ma come poteva difenderli?

Aveva rischiato di morire a causa loro nemmeno qualche mese prima e continuava a difenderli come se fossero stati loro a salvarle la vita, invece che rovinargliela.

Ma Ashley non sapeva che per una volta, quella svampita di sorella, aveva ragione. Ma era troppo testarda, troppo spaventata, per aprire gli occhi.

Nella sua testa sperava di non vederli mai più, di finire la scuola ed andarsene da quella città in cui aveva incontrato il suo peggior incubo. Si chiedeva spesso cosa aveva fatto per meritarsi tutto ciò, di essere catapultata in quel casino.

Si preparò per andare a scuola, uscendo dalla sua camera giusto in tempo per vedere Charlie in camera di sua sorella, lei seduta sul letto mentre spachettava un regalo incartato. Rimase ferma ad osservarla per un secondo di troppo e incontrò il suo sguardo, la sua espressione felice diminuì.

Ashley non perse tempo e se ne andò senza dar il tempo ad Isabella di rivolgerle la parola.

Uscì di casa, grata del fatto che Sam fosse già fuori casa sua ad aspettarla in moto.

"Ciao, peste. Dormito bene?" le passò il casco e Ashley annuì.

Salì in moto e avvolse le braccia attorno al torso del suo migliore amico, appoggiando la testa sulla sua schiena e chiudendo gli occhi. Si sentiva così stanca, così morta, e tutte le persone a cui stava a cuore cominciarono a preoccuparsi.

Non era più Ashley Swan, ma una ombra di ciò che una volta era.

Quando arrivarono a scuola il parcheggio era ancora mezzo vuoto, l'aria fredda della mattina la fece rabbrividire quando scese dalla moto. Si guardò attorno cercando di individuare i suoi amici, con scarsi risultati, ma al loro posto individuò la jeep rossa che aveva tanto amato.

Incontrò lo sguardo di Emmett e le si bloccò il fiato in gola nel rivederlo; avrebbe voluto corrergli incontro a abbracciarlo, baciarlo, sentire il suo tocco freddo sulla sua pelle perchè per quanto voleva odiarlo non riusciva a smettere di amarlo. Ma non poteva, doveva portare rispetto.

"Puoi rimanere?" chiese velocemente a Sam quando fece ripartire la moto e il ragazzo, confuso, seguì il suo sguardo. Ashley notò come l'aria divenne più tesa quando il gruppo di vampiri vide Sam, specialmente come Emmett di irrigidì, ma poteva interessarle poco che niente.

"Certo, questa mattina non ho nulla di importante da fare" disse togliendosi il casco e mettendosi accanto a lei sul muretto "Ti uccideranno"

Ashley sorrise al commento vedendo come Sam adocchiò il pacchetto di sigarette quando ne tirò fuori una "Se non l'hanno fatto loro dubito"

"Pfh, touchè" ridacchiò Sam mettendo un braccio intorno alle spalle della ragazza, stringendola a sè.

Ashley chiuse gli occhi, inalando il fumo e gioendo nel sentire il bruciore nella sua gola espandersi nei suoi polmoni e il calore che il corpo di Sam emanava, dandole quel conforto di cui aveva bisogno.

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