XI

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"Devi colpire con più forza, è come se ti trattenessi" la voce di Andrew rimbombava nella testa di Ashley mentre continuava a colpire il sacco davanti a lei, si muoveva a mala pena e tutto il corpo le doleva.

In sottofondo poteva sentire le voci di Marcus e Michelle, litigavano come il loro solito, da fratelli, ma la sua attenzione rimase ferma sul sacco che sembrava diventare più duro ad ogni colpo. Com'era possibile?

"Concentrati" Andrew le girava attorno, controllava come fosse la sua forma fisica e di tanto in tanto interveniva per aggiustarle la postura per aiutarla, ma sembrava che in quel momento fosse tutto inutile; vedeva come fosse esausta e forse il costante allenamento stava solo peggiorando il tutto "Per oggi abbiamo finito, non c'è la fai più-"

"Non sono stanca, sono solo un po'"

"-Stanca" finì la frase per lei Alex, il quale era tornato con le pizze. Era una bella domenica, nonostante il cielo fosse coperto da spesse nubi, l'aria non era estremamente fredda; ormai l'aria di marzo iniziava a farsi sentire, le temperature si sarebbero alzate a breve.

"L'ho notato anch'io, dormi qualcosa? Hai due occhiaie che fanno paura"

"Grazie Ellie" cercò di non dar troppo peso alle parole di Michelle, sapeva che era una ragazzina senza peli sulla lingua, ma il fatto che sentisse il bisogno di puntare il dito verso qualcosa di evidente le dava piuttosto fastidio.

"Seriamente" Andrew la fermò con una mano sul braccio, lo sguardo preoccupato "Rischi solo di farti male se continui così"

Ashley lo osservò per un attimo, sembrava un cane bastonato per come la stava guardando. Si girò per vedere il resto dei suoi amici osservarla con la stessa espressione preoccupata; si sentiva in colpa, non voleva farli preoccupare così tanto per un suo problema personale.

Gli incubi erano tornati, si svegliava la notte chiedendosi se ciò che aveva appena visto era reale o meno; si sentiva presa in giro dalla sua stessa mente. Non sapeva perchè fossero tornati di punto in bianco, per qualche settimana era riuscita a sentirsi di nuovo al sicuro in casa sua, quando era da sola, ma ora sembrava che fosse tutto precipitato.

"Uh" chiuse gli occhi per un breve momento per pensare a cosa dire, che scusa inventarsi, non poteva guardarli in faccia e dire che una donna perseguitava i suoi sogni e non solo "Ho, c'è sto, tornando ad avere problemi di insonnia"

"E' genetico, mia madre c'è l'ha" era una bugia, ma a loro non interessava saperlo. I loro sguardi si ammorbidirono e Ashley si sentì rassicurata dal fatto che si fossero bevuti quella gran cazzata. Le dispiaceva mentirgli, ma nessuno sapeva cosa stesse vivendo, solo Alice ne era un po' a conoscenza.

O almeno così credeva.

Ashley pensava di essere a conoscenza di tutto, sapere esattamente cosa la circondava e cosa stesse succedendo attorno a lei, eppure non si rese conto di come ogni notte, tra gli alberi del bosco che vedeva dalla sua finestra, Emmett Cullen perlustrava il perimetro di tutta la casa.

Si sentiva già male al pensiero di non poterle parlare, anche a scuola non lo degnava più di un sguardo, quindi l'unica cosa che poteva fare era assicurarsi che fosse al sicuro. Era tentato, anche se l'avrebbe negato, di andare a curiosare in camera sua; aveva visto come la sera passasse ore a scrivere o disegnare, non riusciva a capirlo da quella distanza, su un quadernino.

Moriva dalla voglia di sapere cosa ci scrivesse o disegnasse. Magari scriveva di lui.

Non passò molto tempo prima che Ashley tornasse a casa, decise di farsi una passeggiata essendo che non si trovava più di tanto lontana da casa sua ma una macchina attirò la sua attenzione; era la macchina di Angela.

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