Full Moon

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Due mesi erano passati da quanto Ashley aveva lasciato Forks, la sua famiglia, il suo mate, indietro e nessuno sapeva che fine avesse fatto.

La situazione a casa Cullen era tesa dalla sua scomparsa, da quando Bella aveva annunciato che sua sorella fosse partita da un giorno all'altro da sua madre, ignara della bugia; ma i Cullen, Alice specialmente, erano a conoscenza della bugia e dopo qualche settimana anche la sorella maggiore ci arrivò.

La sua scomparsa portò discorforto a tutti, ma principalmente al diretto interessato; Esme era preoccupata per suo figlio, come Rosalie era preoccupata per il suo migliore amico. Emmett era diventato...non Emmett.

Passava le sue giornate chiuso in camera sua, segregato dalla sua famiglia, o fuori a caccia di qualche orso da rincorrere per sfogare la sua rabbia. Le cose che prima gli portavano gioia, come giocare ai videogiochi con suo fratello o passare le nottate con Rose in garage a migliorare la jeep ora lo annoiavano perchè, dopo tutto, i suoi pensieri erano fissati sulla ragazza che gli occupava il cuore.

Si sentiva ferito, abbandonato, ma soprattutto arrabbiato per aver permesso che Victoria fosse riuscita a metterle le mani addosso, tutto ciò solo perchè aveva lasciato la città con la sua famiglia. Provarono più volte a rassicurarlo che non fosse colpa sua, ma quando la rivide per la prima volta in casa sua, i suoi occhi pieni di dolore e vergogna, sentì una parte di se morire.

La situazione peggiorò quando la notizia di attacchi a Seattle attirarono l'attenzione dei media, i Cullen non ci misero molto a capire che gli atti erano provocati da dei vampiri, da dei neonati. La notizia scosse la famiglia, nella paura che gli attacchi si avvicinassero alla loro città, o peggio, fossero per loro.

Jasper fece per bussare sulla porta della camera di suo fratello quando la notò aperta e curiosando sentì forti emozioni provenire dal ragazzo, qualcosa di atroce, una sensazione che gli fece venir voglia di correre a stringere Alice nella paura che scomparisse nel nulla da un momento all'altro. Ma ciò che vide gli fece provare ancora più pena per Emmett.

Sul suo letto vi era posizionata una scacchiera e lui vi era chinato sopra intento a fare una partita con se stesso ed in quel momento il biondo si chiese che fine avesse fatto Ashley e in che condizioni fosse, se fosse a pezzi come suo fratello o meno.

E da un lato aveva ragione, Ashley non sorrideva più, non dall'attacco sulla scogliera quel pomeriggio, non da quando il suo mondo fu stravolto da una donna dai capelli rossi che la tormentò per mesi

Ma doveva ammettere che la compagnia di Garrett risultò piacevole, come una roccia in un mare di emozioni che non riuscivano a calmarsi; nonostante il loro tempo assieme, il quale consisteva di praticamente ventiquattro ore su ventiquattro, i due sapevano poco e niente della vita l'uno dell'altro.

Ashley aveva scoperto che Garrett aveva una tattica per uccidere, trovare solo persone che se lo meritavano e che era stato nell'esercito, il motivo per cui venne trasformato per sbaglio.

Ed è così che ritrovarono seduti su una panchina nel parco a parlare ed osservare le stesse dopo essersi saziati con un pervertito che ci provò con delle ragazze fuori da un pub, che Garrett le chiese come fosse avvenuta la sua trasformazione.

La gola le si chiuse e sentì tutte le emozioni di quell'episodio tornarle in mente, probabilmente si bloccò a fissare il vuoto perchè Garrett schiocchiò le dita davanti ai suoi occhi per attirare la sua attenzione "Tasto dolente? Troppo presto per parlarne?"

"Uh, no è- è complicato...ecco" rispose balbettando leggermente "é una storia lunga"

"Abbiamo tempo" rispose sdraiandosi sulla panchina e appoggiando la testa sulle sue gambe, una piccola abitudine che crearono col passare delle notti; Garrett si appoggiava su di lei e lei giocava coi suoi capelli come un modo per rilassarsi, trovare un po' di tranquillità.

Più di una volta aveva sperato e immaginato che quello appoggiato su di lei fosse lui, ma era una cosa che non poteva capitare, non ora. Non ancora.

"Ne abbiamo anche troppo" sussurrò osservando il cielo "Può sembrare strano ma è partito tutta quando ero piccola, ero con un gruppo di amici e qualcosa attirò la mia attenzione nel bosco, mi avvicinai e ovviamente era una trappola ma non potevo saperlo. Questa donna dai capelli rossi spuntò fuori e cercò di afferrarmi, ma-" si fermò di scatto, ricordandosi un punto fondamentale della storia.

"Ma?" Ashley gli tirò una ciocca di capelli "Ow!" esclamò tenendosi la testa.

"Non essere impaziente" rispose con un tono "Stavo dicendo, qualcosa la fermò però. Non so se fosse il fatto che i miei amici mi raggiunsero o meno, non ne ho idea...però mi lasciò con una cicatrice e quando cercai di raccontarlo a qualcuno mi dissero fosse tutto finto, una creazione della mia immaginazione e di una febbre che ero sicura di non avere"

"Per anni nessuno mi credette finchè non la trovai di nuovo, o lei trovò me, non lo so. Resta il fatto che mi tormentò per mesi, faci incubi su incubi su di lei, dove mi torturava, uccideva o peggio...finché un giorno non andai nel bosco con mia sorella perchè non lo so, lei voleva fare una cosa stupida e insensata...mi lasciò sola ed è li che la rossa mi trovò, che mi prese."

Garrett la guardò attraverso le ciocche di capelli che gli coprivano il viso con un'espressione dispiaciuta per ciò che la sua nuova amica dovette passare. Si schiarì la gola, sistemandosi sulle sue gambe per osservarla meglio "E hai lasciato tutti indietro? La tua famiglia, i tuoi amici...tutti?"

"Si. Tutti" Ashley non sapeva come gestire certe emozioni, si sentiva quasi sopraffatta da esse. Il tempo passava così lentamente da farle sentire ogni secondo come una lama tagliente sulla pelle. "non- non so se ho fatto la cosa giusta in realt. Lasciare tutti con una bugia solo perchè mi faccio schifo"

"Pff" il moro si alzò, riposizionandosi sulla panchina per essere seduto accanto a lei. Con un gesto inaspettato Garrett le prese il volto con le mani coperte da dei guanti di lana senza dita, accarezzandole le guance con affetto. "Ashley, sei la creatura più bella che abbia mai visto. Non farti affliggere da problemi che non esistono, quello che tu sei ora non infierisce su ciò che tu sei veramente" con una mano indicò il suo cuore.

Ashley sentì il suo muro crollare a pezzi, stringendo il ragazzo davanti a lei in un abbracciò che in qualche modo la aiutò a sentirsi meglio.

"Ho lasciato il mio mate, là" disse in un sussurrò e in quel momento potè sentire Garrett stringerla ancora più forte a se, quasi portandola sulle sue gambe.

"Avevi paura di fargli del male, è comprensibile. Non sentirti male per quello, l'hai-"

"No" lo interruppe "E' come noi. Uno di noi, come la sua famiglia. Ma non riesco a far passare l'odio che provo nei loro confronti per avermi portata in questo mondo"

Forse Ashley era troppo persa nei suoi pensieri per sentire il ragazzo irrigidirsi, cambiando del tutto atteggiamento; la sua mente non riuscì a non correre ad una sola conclusione, qualcuno che conosceva.

C'erano solo due clan di vampiri che si consideravano una vera e propria famiglia e il clan Denali non aveva un vampiro senza mate.

Garrett aveva deciso che in un modo o nell'altro avrebbe convinto Ashley a tornare dai Cullen, perchè forse lui non era la migliore delle persone, ma Emmett Cullen era come un fratello e se le sue presunzioni erano vere e la ragazza fra le sue braccia era chi pensava che fosse, doveva fare il possibile per aiutarli.

Inconsapevole di interferire con una guerra che si stava creando fra il Clan di Carlisle e un esercito di neonati.

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