Attraverso rapidamente il salone ed entro nello studio di Sam. Accendo la luce e vado verso la sua scrivania. Apro il primo cassetto e vengo subito distratta dalla vista del mio nome su un fascicolo. Mi acciglio e lo afferro veloce. Lo sfoglio e resto a bocca aperta. C'è tutta la mia vita: la mia nascita, la mia infanzia, le scuole frequentate, appendici che specificano tutto suoi miei amici e... mio padre. Nel cassetto un altro fascicolo col nome che è anche nei miei. Lo prendo e lo sfoglio velocemente. Scatto in piedi e mi avvicino al cassettone dietro di me. Apro il primo diretto e una fila di documenti, nomi e vite private si palesano dinanzi.
Sta succedendo tutto troppo in fretta, sono sempre più confusa. Mi guardo intorno e mi vedo circondata da persone che non fanno altro che mentirmi, prendermi in giro, e so che non posso fidarmi di nessuno di loro. Ho la mente in subbuglio, non riesco a dare un senso logico a quello che ho scoperto. La confusione quasi subito lascia il posto a un atroce miscuglio di dolore e rabbia. Mi fa male il cuore e non sono pronta a sentire quello che ha da dirmi.
Entro in salone come una furia, con i fascicoli tra le mani, senza fiato.<<Sam...>> la mi voce flebile, è carica di rabbia.
<<Oh, finalmente...>> si volta verso di me, e subito nota i fascicoli. Sam è bianca come un lenzuolo. Si è rivestita dei pantaloni e del top. Lancio i fascicoli sul pavimento, aspettando che lei dica qualcosa... qualunque cosa. <<Hope, dove...>>
<<Dove li ho trovati? Nel tuo ufficio, insieme a tutti gli altri.>> ho le lacrime agli occhi. <<Da quanto lo sai? Da quanto mi menti?>>
Indugia a lungo prima di parlare. <<Mi dispiace Hope.>> bisbiglia. Mi guarda disperata, e cerca di avvicinarsi a me con cautela. <<L'ho scoperto da poco... ne ho parlato con tua madre e mi ha chiesto di aspettare.>> chiude gli occhi per raccogliere i pensieri. Mi crolla il mondo addosso. Non può essere vero.
<<Così avete complottato contro di me, per tenermi nascosta una cosa così importante.>> non riesco neanche a guardare Sam.
<<No, certo che no.>> fa un passo verso di me, e io non riesco neppure a scappare come dovrei. <<Volevo dirtelo, ma ho pensato che non spettava a me.>> conclude convinta.
<<Non spettava a te!? Però ti sei presa la libertà di scavare nel mio passato, in quello della mia famiglia... e di tutte le persone che hanno incrociato il tuo cammino.>> la mia voce stridula fende l'aria <<Mi hai mentito, ancora... ogni volta che credo che tu stia cambiando, che tu stia migliorando succede qualcosa che ti riporta nel tuo cazzo di mondo... a pensare che esisti solo e soltanto tu.>>
Sam fa un altro passo verso di me <<Piccola, mi dispiace. So che ho sbagliato...>> borbotta lei.
<<Hai sbagliato? Hai sbagliato?>> strillo <<Come hai potuto tenermi segreta una cosa come questa? Tu... tu... non...>> avrei tante cose da dire, ma non riesco a tirarle fuori.
<<Hope, guardami!>> mi afferra le mani e istintivamente il mio corpo si rifiuta di quel contatto <<Volevo dirtelo, ma se lo avessi fatto avrei rovinato il rapporto con tua madre, e so quanto sia importante per te...>>
<<Oh, adesso ci pensi a me...>> grido, liberandomi dalla stretta sulle mie mani. <<È questo il punto! Tu vuoi...tu volevi... ma non ti chiedi mai cosa vogliono gli altri.>>
<<Ho pensato... che non spettava a me dirtelo.>>
<<Quindi mentirmi avrebbe risolto tutto. Non venirlo a sapere avrebbe risolto il problema?>>
<<No! Lo so... non ho scuse... ma devi perdonarmi. Possiamo superarlo, e sai che ti sarò sempre vicina.>>
Scoppio in una risata isterica. Tra le lacrime. Sto impazzendo.
Non è come la scena di un film, non resto calma, non ricevo la notizia con compostezza, un semplice sussulto o una sola lacrima che scende sulla guancia.
Piango a dirotto, mi tiro i capelli, non riesco a parlare.<<Possiamo superarlo? Tu davvero non capisci!?>> rido come una pazza <<Tu menti, lo fai sempre. Non è solo questo, è tutto l'insieme. Hai organizzato ogni mossa per avvicinarti a me, sapevi già tutto di me prima che io te ne parlassi, controlli tutta la mia vita... e ti ostini a mentirmi con la fottuta consapevolezza che io ti perdonerò sempre.>>
<<Hope, ti prego. Sai che ti amo, sono sicura che lo sai. Sei sconvolta e lo capisco, ma non volevo ferirti e allontanarti da tua madre...>>
<<Oh, Dio, Sam. Non c'entra nulla mia madre! Sei tu... tu sei il problema.>> grido con tutte le forze che mi sono rimaste. Sembra disorienta, come se fosse stata colpita in pieno volto e non avesse il coraggio di ribattere. <<Ti insinui nella vita delle persone, trovi tutto su di loro... decidi di entrare come un uragano e distruggi tutto; Vuoi avere il controllo su tutto e tutti, ma se qualcuno prova a indagare su di te metti un muro.>>
<<Quindi è questo... tu non mi perdonerai mai, vero? Non ti fiderai mai di me. Tirerai fuori sempre questa storia, ogni volta.>> sbotta, e noto che è più ferita che arrabbiata.
<<Non lo so, Sam. Non fai nulla per farmi fidare... e si, tiro in ballo sempre questa storia perché, cazzo, continui a inciampare nei tuoi errori.>> grido. <<Continui a mentirmi, continui a fare cose alle mie spalle e io sono stufa! Sono stufa di sapere sempre dagli altri le cose; stufa di fare sempre la figura della stupida che crede a tutto quello che dici; e sono stufa di questo...>> indico noi <<...di litigare e sbraitare con te, in continuazione.>> Finalmente ho la forza di muovermi. La oltrepasso e afferro velocemente i pantaloni della tuta, li indosso e mi soffermo di nuovo sulla figura della donna che amo. Ha la testa china e non proferisce parola, sembra quasi che non stia neppure respirando. Sospira, muovendo la testa di lato e finalmente il suo torace ritorna ad alzarsi e abbassarsi.
<<Vuoi lasciarmi?>> mi fissa impassibile con i suoi occhi blu, terrorizzati. "No, no. Non fare così Sam."
<<Sam, per favore, non fare così.>> lei continua a fissarmi passiva, senza muoversi. "Oh, merda. La mia povera Sam, la mia bimba smarrita." mi si stringe il cuore.
<<Non hai risposto. Vuoi lasciarmi?>> è ferita e terrorizzata al pensiero di perdermi, lo vedo. Ma ho bisogno che capisca che non esiste solo lei, che i suoi atteggiamenti hanno conseguenze. È stato tutto così veloce: la sua infanzia, i suoi sentimenti, il trasferirmi... la proposta di matrimonio.
<<Non devi fare così. Io non ti lascerò. Te l'ho detto e ridetto. Ho solo bisogno di un po' di tempo per riflettere... un po' di tempo per me stessa.>> mi si stringe il cuore di nuovo, perché non voglio separarmi da lei, ma non voglio neanche essere oppressa. Ho bisogno di me stessa. Di ritrovarmi e di capire chi è davvero la mia famiglia. Ho gli occhi umidi e il groppo che ho in gola mi fa balbettare.
<<Stavo pensando... credo che sia meglio che mi prenda del tempo.>> mi avvicino al tavolo da pranzo e prendo lo zaino, facendo del mio meglio per ignorare Sam.
La guardo, siamo a un metro di distanza. L'angoscia nella sua espressione è palpabile, i suoi occhi sono in fiamme.
Fa un passo in avanti e io alzo la mano. <<No, per favore.>> indietreggio.
Non potrei sopportare il suo tocco ora, mi farebbe cambiare idea, e io ho bisogno di riflettere su tutto quello che è successo da maggio ad ora. Premo il pulsante dell'ascensore, e le porte si aprono. Entro. Fisso per l'ultima volta Sam, sembra completamente distrutta, una donna in agonia.
<<Non aspettarmi questa notte.>> mormoro. Le porte dell'ascensore si chiudono e scendo nel ventre dell'edificio, verso il mio inferno privato.Scendo nei garage e mi avvicino, con passo leggero, alla mia auto. Prendo il cellulare e scorro la lista dei contatti, fino ad arrivare a quello di Giada. È stata l'unica a restarmi accanto, oltre mia madre, durante la mia adolescenza... quando mi svegliavo di notte, sperando che mio padre fosse tornato a casa, chiamavo lei e subito mi consolava. Per ora non voglio pensare a mia madre, le parlerò domani, e parlerò anche a colui che doveva essere mio padre.
Un rumore mi distrae dallo schermo del telefono, mi giro intorno e non vedo nessuno.
C'è troppo silenzio e mi sta mettendo i brividi. Metto il telefono in tasca e mi affretto a prendere le chiavi della macchina, ma qualcuno mi afferra da dietro. Mi stringe con le sue braccia, bloccando le mie. Cerco di dimenarmi, di scappare... cerco di fare qualunque cosa. Cerco di urlare, ma vengo soffocata da un panno sulle mie labbra, un odore forte, a poco a poco gli occhi si fanno pesanti e il mio corpo si lascia andare...
FINE
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The Love Maze: Stringimi più forte
RomanceDopo essere rimasta sola, Hope decide di riprendere le redini della propria vita e tentare di dimenticare Sam. Nonostante si sia resa conto di provare sentimenti profondi per lei, la ragazza ha compreso che Sam non è in grado di lasciarsi amare da n...